"Ciao dolcezza!"
Aveva la voce impastata dall'alcool e piccoli occhi scuri, instupiditi e arrossati, che avrebbero dovuto mettermi in allarme, ma non li notai, infastidita da quell'approccio tanto privo di galanteria.
Sollevai su di lui un'occhiata oltraggiata e gli ordinai di lasciarmi passare, ma era troppo intontito per lasciarsi blandire da me.
Percepii la presenza di un secondo uomo e, non appena si avvicinò alle mie spalle, mi spostai rapidissima di lato, lasciandolo andare a sbattere contro il tizio più grosso, che imprecò, spingendolo indietro.
Si voltarono verso di me, fissandomi con sfacciata cupidigia. Mi sentii avvolta dalla loro eccitazione, una sensazione stuzzicante per i miei sensi.
Il più minuto dei due ridacchiò, passandosi una mano sul mento, muovendosi con impazienza.
"Ehi Dario, ma che bella bambolina ci è cascata fra i piedi?!"
"Già, stasera ci divertiamo!"
Il più grosso, barcollò prima di riuscire a recuperare una postura eretta più stabile.
"Non ho nessuna voglia di divertirmi con voi.
Tornatevene nel buco da cui siete strisciati fuori!"
Voltai loro le spalle e mossi il primo passo per andarmene, ma mi sentii afferrare all'avambraccio da una grossa mano che mi strattonò indietro.
Il più grosso mi attirò contro di sé.
"Non così in fretta!
Te lo diciamo noi, quando potrai andartene"
Lo fissai incredula, ma i suoi occhi mi rimandarono solo cupidigia, perciò mi ribellai alla sua scortesia.
Mi liberai della sua stretta e recuperai un po' di distanza fra noi.
"Va bene, dolcezza, allora vuol dire che non saremo gentili con te"
La cosa giusta da fare, a quel punto, sarebbe stata quella di dileguarmi, sparire semplicemente nel nulla e risparmiarli, non mi avrebbero neppure vista muovere, ma un pensiero mi raggiunse improvviso e mi inchiodò lì: cosa avrebbe potuto accadermi, se solo fossi stata diversa? Cosa avrebbero potuto fare a una qualunque donna fosse stata al mio posto?
I miei sensi si allertarono; la rabbia crebbe nel mio cuore silenzioso, risvegliando la parte più istintiva e primitiva del mio cervello.
Le strade erano deserte e il silenzio intorno a noi copriva il quartiere.
Il più basso si avvicinò pieno di smania, fissandomi contro uno sguardo che non prometteva nulla di buono, accompagnato dalla risata sguaiata del compare.
Allora reagii con l'istinto di un predatore braccato.
Fu un istante.
Sollevai repentina la mano destra al suo collo e strinsi la sua gola fra le mie dita. L'uomo sbarrò gli occhi per la sorpresa, ma non riuscì ad emettere un fiato. Sentii le vertebre cervicali del suo collo frantumarsi fra i miei polpastrelli con un lievissimo scricchiolio sinistro e il suo corpo si accasciò su se stesso, sorretto solo dai miei artigli
Con un ringhio sommesso lo sollevai di peso e lo lanciai contro il muro. Si accasciò immoto sul marciapiede, riverso come un sacco d'immondizia.
"Ma che.... ma devi essere proprio sbronzo marcio per inciampare nei tuoi piedi, idiota! Tirati su!"
L'uomo più massiccio imprecò col compare, barcollando un po'. Solo quando si rese conto che quello non si muoveva, si concentrò su di me.
"Come cazzo hai fatto, eh dannata troietta!?! Vediamo se ci riesci anche con me, avanti!"

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Davide e Nicola. Oscuro Risveglio
VampireCosa faresti se scoprissi che la donna di cui ti stai innamorando nasconde inquietanti segreti? Cosa saresti disposto a fare per salvare l'esistenza di coloro che ami? La vita di David, medico pediatra, precipita in un limbo quando sua moglie muore...