"la mia vita"

129 7 0
                                    


22/01/2021

Sono le 18 del pomeriggio,tira un vento infernale,il moro al mio fianco mi stà accompagnando a casa,si senza macchina,voleva solo stare sicuro,dato che se ne stanno sentendo tante in giro di molestie e stupri.

Arrivati al portone di casa mia inizio a cercare le chiavi dentro la mia borsa nero calcare.

D:va bhè,io vado.

Dice il ragazzo difianco a me.

Io:no,no,entra,senti che vento?non ti permetterò di andare a casa.

D:ok,grazie.

Lo faccio entrare e poi lo raggiungo chiudendo la porta alle mie spalle.

Stà ancora inpiedi,come se non fosse mai venuto a casa mia.

Io:ch'è successo Damià?

Mi tolgo il cappotto e la sciarpa per poi metterli sull'attaccapanni al mio fianco.

Gli prendo il braccio per farlo sedere sul divano.

Io:cosa c'è?

D:niente,niente.

Io:dai Damià,sai che a me puoi dire tutto.

Sospira,questa cosa mi fà preoccupare,poi la sua espressione...

Gli accarezzo una guancia.

Io:dai sù,se hai bisogno di sfogarti sfogati,sennò a cosa servo?

Fà un semi sorriso.

Mi stò preoccupando davvero.

Stò andando a pensare le peggio cose,ho bisogno che parli adesso.

Risbuffa

D:ok,va bene,lo dico.
Ti và di andare a vivere insieme?

Ok,ok,ok,forse è un sogno,o forse è poco sobrio.

Io:c-cosa?

Inizio a balbettare,non ci credo nemmeno io a quello che ha detto.

D:lo sapevo che non l'avresti presa bene.

Si alza dal divano pronto per uscire dalla porta,ma io lo fermo.

Io:ahhahah,ma stai scherzando?io che non voglio andare a vivere con te?ce ne vuole.

Si gira verso di me e mi abbraccia.

Forse questo è un sogno.

Io:mi dai un pizzicotto?

D:perchè?

Io:perchè mi sa che stò sognando.

E infatti come pensavo ritorno nella realtà.

Damiano stava comunque al mio fianco però stiamo ancora per strada.

Sbuffo.

Pensavo fosse successo davvero,certe volte i miei pensieri diventano così reali quando sono stanca.

D:ehi 'mo,te và de cenà nsieme stasera?

Io:certo,a casa mia?

D:si perchè non abbiamo la macchina per arrivare da me.

L'auto di Damiano è stata presa dal fratello Jacopo dato che lui deve ancora comprarne una.

Dopo una mezz'ora arriviamo a casa mia.

Cerco le chiavi di casa nella mia borsa,mentre il moro al mio fianco mi guarda sorridendo.

Quando sorride mi da la forza di andare avanti,di fare molte più cose,è come una medicina.

Trovate le chiavi le infilo nella serratura e apro la porta.

Una volta entrati mettiamo i nostri cappotti sull'appendiabiti,lui si siede sul divano,mentre io comincio a cucinare domando a Damiano cosa volesse per cena.

D:te dò na mano?

Io:no,no,sei tu l'ospite.

D:si però sò morto bravo a cucinà

Io:no dai,Dam,riposati.

19:30

Stò ancora cucinando la cena,ho deciso di fare "a madriciana" il suo piatto preferito.

Ci sto mettendo un bel pò,però credo sia buona.

A un certo punto,sento delle braccia stringermi i fianchi,osservo le sue mani,sono bellissime,si vedono tutte le vene che quasi,quasi,fuoriescono dalla pelle,mentre sulle unghie indossa uno smalto nero.

Inizia a baciarmi il collo,infilandosi nell'incavo di esso.

Continuo a cucinare.

D:te posso da na mano?

Lo accontento dato che è insistente.

D:allora,devi mette npò de panna.

Io:guarda che c'ho sapevo.

Mi guarda sbalordito.

D:hai parlato er romanaccio?

Io:si,ormai con te mi ci sono abituata.

D:miracolooooooo.

Iniziamo a ridere come due ebeti,però non ce ne frega niente,l'importante è stare insieme...

Scusate per la piccola parte,in questi giorni sono stata molto impegnata,poi sono anche positiva al covid.
Vi prometto che mi farò perdonare❤

CORALINE,DIMMI LE TUE VERITÀ //Damiano David\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora