10 - In pericolo

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Guardo tutti negli occhi, loro mi guardano sul filo del rasoio e studiano la mia espressione per capire cosa mi prende adesso, ma io non gli lascio tempo e in un secondo sono davanti la stanza della ragazza. L'odore del suo sangue è forte, talmente tanto che per un attimo i miei occhi si trasformano, faccio un paio di respiri profondi e il mio volto torna normale. Apro la porta di schianto notando all'istante che le lenzuola e le coperte del letto sono zuppe di sangue, ma di lei non c'è nemmeno un capello, nessuna traccia, nemmeno la più piccola. Mi abbasso vicino al letto e controllo bene il lenzuolo, voglio capire se quello che ho visto nella visione è corretto. Dietro alle mie spalle sento perfettamente l'arrivo dei fratelli Mikaelson tutti insieme e tutti in allerta, esattamente come me, Hope è la piccola di casa e tutti noi desideriamo proteggerla ad ogni costo. Io non bado minimamente a loro e mi focalizzo solamente e totalmente sulla piccola Hope, lei adesso è la mia priorità e per aiutarla devo essere concentrata solo su di lei. Continuo a ispezionare il lenzuolo e finalmente dopo che passo in rassegna ogni più piccola piega trovo ciò che cercavo: delle macchie blu sulle coperte, blu esattamente come le sue labbra. Avvicino di più le coperte al mio volto annuso e dall'odore è proprio ciò che penso io. Sento un piccolo ringhio animale provenire dalle mie spalle, Niklaus ha aspettato più che poteva, ma adesso sta perdendo la pazienza, la sua tensione è proprio percepibile sulla pelle e nell'aria, come una presenza che ci avvolge tutti.
-Dov'è Hope?- chiede nervoso.
«Non lo so Niklaus, quando sono arrivata lei non c'era già più!»
-DEVI TROVARLA SUBITO!- urla e ringhia in preda alla rabbia, Hope è la cosa più importante e preziosa che lui ha. Non lo sopporto quando fa così, ma capisco che il motivo di questa sua manifestazione di ira nei miei confronti è la sparizione di sua figlia e questo è più che comprensibile. Però se una bomba ad orologeria si scaglia contro una sua simile, il risultato è una grande esplosione incontrollata e incontrollabile. Ed è proprio questo che siamo io e Niklaus, due bombe ad orologeria che sono sempre pronte ad esplodere. Quindi inspiro ed espiro per mantenere la calma, anche io sono preoccupata per Hope, non le vuole bene solo lui, ma è il padre ed è proprio perché capisco il suo terrore cerco di mantenere la calma a tutti i costi. Mi alzo e vado davanti a Niklaus, lo guardo negli occhi, sostengo il suo sguardo sfidandolo a dire anche solo un'altra parola contro di me, non ho paura di lui, proprio come ha detto lui stesso qualche ora fa, il suo comportamento e il suo modo di fare non mi intimidiscono per niente, anzi, forse mi fanno solo incazzare e lui lo capisce subito.
«Niklaus smettila, va a sederti! Elijah cerca di calmarlo per favore, mi serve lucido. Kol mi faresti la cortesia di chiamare Marcel e Rebekah dì a loro di monitorare la città, Davina gentilmente potresti prendere una ciotola e metterla sul tavolo in giardino?» torno a guardare negli occhi Niklaus e gli faccio segno di andare. Kol e Davina fanno subito ciò che chiedo io tento di girarmi, ma vengo bloccata per il gomito da qualcuno, mi volto all'istante e vedo Niklaus con il volto segnato dalla tristezza.
-La troverai vero?- è una domanda, ma ha l'aspetto di una vera e propria supplica. Per la prima volta da quando lo conosco vedo un Niklaus diverso, un Niklaus disperato e vulnerabile, stringo il suo braccio con la mano e lo guardo negli occhi.
«La troverò, hai la mia parola!» gli faccio un sorriso flebile, mentre lui continua a guardarmi dubbioso, gli faccio un cenno d'assenso con il capo come per confermare ancora la mia promessa e a questo punto lui mi lascia andare. Il fratello lo porta via ed io invece mi giro e prendo il lenzuolo impregnato del sangue della ragazza, scendo in giardino dove Elijah tenta di tenere a bada il fratello e di rassicurarlo che tutto andrà per il meglio. La ciotola che avevo chiesto alla dolce Davina è già sul tavolo pronta all'uso, la guardo dolcemente e la ringrazio con un cenno della testa, metto il lenzuolo sopra di essa e comincio a raccogliere e fare scolare il sangue di Hope al suo interno con la magia. Faccio volare via lo straccio con un gesto del dito una volta raccolto tutto il sangue possibile e senza aspettare nemmeno un secondo immergo le mani in esso, il suo odore è talmente invitante che mi fa trasformare di nuovo gli occhi per la sete, ma mi contengo e mi concentro sul rintracciare la ragazza, lei ha bisogno di me e non posso permettermi il lusso di fermarmi per nutrirmi. Mi concentro molto, il più che mi è possibile, ma vengo ostacolata da qualcuno, come una barriera che cerca di tenermi lontana ad ogni costo riesco però a vedere una palude cupa, una mezza luna splendente, le labbra blu di Hope e il suo sangue che scorre senza fermarsi. Devo proteggere Hope in qualche modo, non può restare indifesa e completamente in balia dei suoi rapitori. Tramite il suo sangue potrei connettermi a lei, così in qualsiasi modo tentano di ucciderla non potranno farlo perché la sua energia vitale sarebbe unità alla mia, ma certo posso fare in questo modo. Questa ragazza merita una scelta, merita di avere la possibilità di scegliere se restare ciò che è o diventare un tribrido, ma tutto questo spetta a lei deciderlo e non a dei pazzi che l'hanno rapita per chissà quale motivo. Sto per affrontare l'incantesimo, ma esco dalla trance in cui ero caduta e cado sulle ginocchia stremata e con poche forze rimanenti. Sento qualcosa colarmi dal naso e dalla bocca, immagino sia sangue dato lo sforzo che sto facendo oggi, non ero pronta ad affrontare un incantesimo di questa portata e di questa potenza, me ne frego e mi alzo di nuovo, più tempo Hope passa senza protezione più è vulnerabile.
«Rea devi riposare cinque secondi!» sussurra Elijah alzandosi dal divano e facendo un passo nella mia direzione. Non lo ascolto e immergo di nuovo le mani nel sangue di Hope, io non posso essere uccisa, ma Hope si e ha bisogno di protezione, mi concentro sul connettere la mia forza vitale alla sua, qualcuno cerca di ostacolare la mia magia, ma io mi concentro ancora di più e finalmente ci riesco. Hope ora ha una protezione infallibile, l'incantesimo si annullerà da solo una volta portata in salvo la ragazza e io posso tirare un piccolo sospiro di sollievo. Esco le mani dalla ciotola e con un sospiro casco a terra procurando un tonfo, sento il sangue colarmi anche dagli occhi e dalle orecchie per lo sforzo, quello che pensavo è corretto, non ero abbastanza allenata ad usare questa magia, ma da oggi sicuramente saprò gestire la sua forza dopo un incantesimo del genere. Sento due braccia forti raccogliermi da terra, qualcuno che mi prende in braccio e mi stringe contro il suo petto saldo e marmoreo, vi poso il viso contro e sento odore inebriante di vaniglia, solo una persona indossa questo profumo: Elijah. Mi posa con estrema delicatezza su una poltrona, poi sento che passa sul mio volto un fazzoletto di stoffa, è incredibilmente delicato come se avesse paura di rompermi, sento il suo respiro leggermente affannato, mi pulisce da tutto il sangue che ho perso durante l'incantesimo e io volgo lo sguardo su di lui. Mi sorride flebilmente, ricambio subito con un po' di sforzo, sento il corpo indolenzito e perdo sempre di più le forze, tanto da non controllare la trasformazione del mio volto perché sento che succede di nuovo, ma non devo mollare, non posso farlo. Una volta che ha finito di pulirmi il viso mi fa una carezza dolce sulla guancia, prende la mia mano e la bacia dolcemente. Seduto sul divano vedo l'ibrido in preda al nervoso, è agitato e lo capisco, sua figlia è in mano a qualcuno di cui non conosciamo l'identità e per un motivo che non conosciamo. Per lui non deve essere molto facile cercare di contenere la sua tensione, eppure sta tentando di contenersi per non pesare troppo su di me, mi metto meglio seduta e lo guardo.
«Nella visione ho visto una palude, una mezza luna, le labbra blu di Hope e il suo sangue!» gli confido. Lo vedo un po' in confusione, mi alzo e vado a sedermi accanto a lui, poso una mano sul suo petto proprio dove c'è il cuore, lui la guarda perplesso e poi guarda me negli occhi.
«Senti ciò che stai provando è rabbia, sei terrorizzato solo all'idea di perdere tua figlia! Non puoi cancellare queste sensazioni puoi solo accettarle, puoi usare queste emozioni a tuo favore Niklaus e trovarla! Connetti i tasselli che ho potuto darti, avrei voluto fare di più, ma qualcuno mi ostacolava e non ci sono riuscita mi dispiace!» gli faccio un mezzo sorriso dispiaciuto, avrei voluto davvero dargli di più su cui lavorare, ma purtroppo non ci sono riuscita, la mia magia è potente, ma se questa potenza io non la so gestire sono limitata. Lui mi guarda qualche secondo restando talmente immobile da sembrare una statua, poi annuisce e comincia a ragionare basandosi sui pochi elementi che ho potuto fornirgli. Ad un certo punto vedo i suoi occhi illuminarsi, ero sicura che sarebbe arrivato ad una conclusione prima di me, dopotutto questa città la conosce come le sue tasche. Scatta in piedi e urla il nome dei suoi fratelli, la sua voce mi perfora le orecchie per quanto urla forte, potrebbe anche non farlo, ma con la rabbia che gli brucia dentro non ci pensa a queste cose. Subito Elijah e Kol sono davanti a lui sull'attenti pronti a seguirlo anche fra le fiamme dell'inferno per salvare loro nipote, Niklaus chiede loro di seguirlo, io mi alzo per fare lo stesso, ma Elijah non appena percepisce i miei passi dietro di loro si ferma e si volta a guardare me, con lui si fermano anche gli altri due e si girano anche loro a guardarmi.
«Oh no no, tu rimani a casa e ti riposi!» il suo tono autoritario mi fa vibrare dentro, dovrebbe darmi fastidio, ma invece non è così, anzi, mi fa quasi ridere perché so perfettamente che non lo ascolterò, che non mi farò fermare da nessuno e secondo me in fondo lo sa anche lui. Incrocio le braccia al petto e lo guardo negli occhi.
«Non mi sono fatta comandare nemmeno quando ero incatenata ad una sedia in balia di uno psicopatico, credi davvero che mi lascerò comandare da te? E poi dimmi una cosa... —mi avvicino a lui di ancora un passo senza smettere di guardarlo negli occhi— tu hai poteri magici?» chiedo infine.
«No» la risposta gli esce automatica.
«Niklaus ha poteri magici?» continuo a chiedere facendo un cenno in direzione del fratello ibrido. Mi guarda qualche istante negli occhi perplesso.
«No»
«E Kol ha poteri magici?» chiedo indicandolo.
«No certo che no!»
«Bene allora perché stiamo parlando ancora? —li sorpasso cominciando a camminare verso l'uscita e poi mi giro a guardarli— forza muovetevi non c'è tempo da perdere!»
Tutti e tre mi guardano per qualche secondo immobili, Elijah scuote lievemente la testa in disapprovazione ma vedo un angolo della sua bocca che si incurva verso su per appena un istante, sa che sono fatta così, è così che mi ha conosciuta ed è così che mi deve accettare se mi vuole stare vicino. Ci avviciniamo a passo umano all'uscita di casa e poi cominciamo a correre con la velocità da vampiro. In pochissimo tempo arriviamo nel bosco che si trova appena fuori New Orleans, si chiama il bosco mezzaluna perché visto dall'alto ha la medesima forma, con gli occhi ispezionò tutto ciò che ci circonda e nel frattempo cominciamo a camminare in mezzo agli alberi seguendo Niklaus e sperando che io riconosca a vista la palude della visione non appena l'avrò davanti agli occhi.

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