V capitolo: non mi faccio comandare da nessuno

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«sei così carina quando ti arrabbi» dice tom ridendo.
«comunque fra poco arriviamo» continua lui.
«ecco, arriviamo al bar per fare colazione e dopo mi riporti a casa» insisto io.
«1) chi ha detto che noi ora andiamo al bar? 2) qui comando io e ormai è già deciso, dovrai sopportarmi per tuuutttaa questa bella giornata, ritieniti fortunata. non è da tutti i giorni incontrare un attore così figo come me, che ti propone di passare insieme la giornata» "quanto è vanitoso" è l'unica cosa che riesco a pensare.
faccio per parlare ma lui mi blocca subito « shhhhhh ».
mi accorgo che siamo in macchina da minimo tre quarti d'ora «toooom quando arriviamo? stiamo in macchina da 45 minuti» dico seccata.
dopo neanche tre secondi dalla mia domanda arriviamo, presumo, a destinazione.
«arrivati mademoiselle» dice fermando l'auto.
siamo davanti a un palazzo relativamente molto grande, avrà minimo cinquanta piani. è davvero moderno, inoltre è circondato da bar e ristoranti diversi; presumo si trovi nel centro di londra.
tom fa per aprirmi la portiera ma lo blocco immediatamente.
«grazie per la sua cordialità, ma le mani ce l'ho» mi avvicino a lui ironica.
«allora? dov'è questo magnifico posto in cui dovremo fare colazione?» continuo con sarcasmo.
«seguimi» mi prende per mano trascinandomi come un cane.
«ti ricordo che non sono un cane» dico seccata.
«oooo seguimi e basta, vedrai che ti piacerà» insiste.
camminiamo per un tempo indecifrabile "10 minuti? 20? 30?", non lo so, ho solo dolore alle gambe.
«eccoci»
«ma non c'è niente» dico incredula.
«guarda meglio»
«ma c'è odore di sale...»
«SIAMO AL MARE!!» urlo dalla felicità.
«AL MARE AL MARE» sono contenta come una bambina.
«io lo sapevo che ti sarebbe piaciuto, a chi non piace il mare?»
«io lo amo, grazie tom» sbatto felice le mani.
«bene, penso che ora tu abbia fame, andiamo a mangiare qualcosa dai» continua lui.
«conosco un bar in cui il caffè è spettacolare...» diciamo entrambi allo stesso tempo.
«come fai a conoscerlo?» chiedo incredula.
«hmmm lo conosco e basta, andiamo a mangiare» si rivolge a me con tono piatto.
«va bene... però dovrei fare questo...» dico rubandogli gli occhiali da sole.
«EI RIDAMMELI, SONO MIEI» urla correndomi incontro.
«SE DEVO SOPPORTARE TE, DEVI SOPPORTARE ANCHE ME»
«CHE SFIDA SIA» strilla dietro di me.
mi rincorre sempre in modo più veloce e non mi accorgo che si trova a pochi passi da me.
«vedremo» dice a sottovoce.
si butta dietro di me e io cado sulla sabbia bollente, ora si trova sopra di me.
«holland hai astinenza?» mi rivolgo a lui ironica, ma con evidente imbarazzo.
«nah, posso risolvere quando voglio... soprattutto ora» dice fissandomi.
"vuole mettermi proprio alla prova eh".
«sì grazie, ma non davanti a tutti e in spiaggia» sono imbarazzata, ma non voglio farlo vincere.
«allora...potremmo pensarci...oggi» dice schiarendosi la gola a ogni parola.
«TOM NO GRAZIE» concludo il discorso.
«vedremo, non resisterai» dice sottopensiero, non rendendosi conto di averlo detto ad alta voce.
arrossisco ma faccio finta di niente.
«ridammi ciò che è mio» si rivolge agli occhiali.
«non è finita qua»
«lo so» mi risponde con un gran sorriso sulle labbra.
«holland, so le tue intenzioni, ma non ti accontenterò»
«allora significa che ti accontenterò io stesso» parla in modo sarcastico, ma un sorriso perverso gli copre la faccia.
«ti ricordo che ho fame» cerco di cambiare discorso per prevenire figure di merda.
«bene, andiamo» come suo solito mi trascina.

«bene, ora abbiamo fatto colazione, mi riporti a casa giusto?» chiedo imbarazzata.
«no» risponde con tono piatto.
«che significa no?»
«significa che a casa tua non ti accompagnerò, appunto andiamo a casa mia» dice tranquillo di sé come se nulla fosse.
«scusami non ho capito» insisto.
«non andiamo a casa tua, ma a casa mia»
«no, no, no. non ci siamo capiti, non mi faccio comandare da nessuno»
«a letto sì» dice prima di mettersi a ridere a crepapelle.
«tom holland?! sembri un ragazzino»
«ma io sono solo concreto...» dice prima di mettersi a ridere un'altra volta.
«ritorniamo a noi, ora te mi devi riportare a casa» insisto per la millesima volta.
«no» mi dà sempre la solita risposta.
«io non ci posso credere, neanche i ragazzini dodicenni...» rispondo seccata.
«ok, cosa vuoi per pranzo? io so cucinare abbastanza bene... perciò perché non approfittarne» "mi sembrava strano che non avesse ancora detto niente sui suoi pregi".
«io sono senza parole» continuo io stupita dal suo comportamento.
«allora cosa vuoi? pasta, carne, pesce»
«tom io voglio che mi riporti a casa» insisto.
«no no everly, te rimani con me. cosa vuoi per pranzo?» ripropone per la centesima volta.
«io ti giuro che non è finita qua»
«everly, l'hai detto cinque volte. in soli dieci minuti» si mette a ridere per la ventesima volta.
«mi fai impazzire tom»
«mi fai impazzire everly»
arrossisco per l'ultima frase pronunciata da lui. "che effetto che mi fai holland" "everly ma non eri te quella che diceva che tu e tom siete solo amici?" "sì ma...". mentre creo un monologo dentro la mia testa, sento la mano di tom afferrarmi il polso.
«non lo so trascinami» urlo seccata.
cammiamo e mi accorgo che siamo ritornati davanti al grande palazzo.
entriamo dentro l'ascensore e vedo tom pigiare il tasto più in alto. "perfetto, ultimo piano".
«ecco mademoiselle, questa è la mia casa, dove rimarrai per un pomeriggio inteeeero»
«si grazie tom, non me lo ricordavo......» rispondo ironica.
«bei gusti comunque» continuo.
«lo so».
il suo appartamento è davvero molto bello e molto moderno.
è abbastanza grande, ha una camera, una grandissima cucina, un bagno e un bellissimo salone.
l'appartamento si affaccia su tutta londra, visibile tramite le grandissime, anzi gigantesche, finestre che ricoprono una parete intera.
«comunque tom, mi sono dimenticata di chiederti una cosa. a che ora mi riporti a casa mia?»
«domani mattina, dopo esserci svegliati» risponde in modo normale, con tono piatto.
«scusa non ho sentito bene, ho capito domani mattina... parla un po' più ad alta voce tom»
«cara, hai capito bene. domani mattina dopo esserci svegliati»
sbatto le palpebre come per meraviglia.
«senti holland, io mi sono stancata di stare ai tuoi ordini. o mi porti stasera, o me ne vado io da sola» rispondo sicura di me.
«non sai neanche dove andare» si mette a ridere mentre pronuncia quelle parole.
«va bene, non oppongo resistenza, ma vedrai che dovrai sopportarmi.» dico determinata.
"in fondo mica male... dormire con tom holland"
«ma io dove dovrei dormire? »
«troppe domande, vedremo stasera»
«cosa vuoi per pranzo?» continua.
«per me è uguale tom, scegli te, basta che non ci metti due ore per cucinare»
«ok, però devi aiutarmi... che ne pensi della carne? vitello?»
«si va benissimo, mi lavo le mani e arrivo».
arrivo in bagno, devo dire che è molto grande. ha sia una doccia che una vasca. lo specchio è enorme, e sopra si trovano delle lucine. ringrazio il cielo di avermi fatto portare i trucchi, sarei morta sennò. oltre a lavarmi le mani mi sistemo anche un po' il trucco.
lascio la borsa sul divano e mi dirigo da tom per aiutarlo a cucinare.
«eccoti, metti a riscaldare un attimo la padella»
solo ora mi accorgo che non ha i fornelli, ma il piano a induzione.
«tom... tom... come si accende?» chiedo imbarazzata.
«oh mamma mia...premi quel tasto... ok ora premi il tasto del piano che vuoi utilizzare... ok perfetto, ora ti manca la potenza con cui vuoi riscaldare... brava.»
«va bene papà...» dico ironica.
in poco tempo finiamo di cucinare e ci mettiamo a mangiare la bistecca molto affamati.
«buona però»
«è anche merito tuo everly»
finiamo di mangiare e mi dirigo sul divano.
"ora cosa dovrei fare?" penso tra me e me.
«ok, ora che abbiamo mangiato, qual è il tuo piano fino alle 7 pm?» chiedo a tom.
«hmmm... boh, televisione?»
«eccitante cavolo...»dico ironica.
«tu» dice tom mettendosi a ridere.
«ma quando la finisci con queste battute perverse? non lo so, prima mi obblighi a stare a casa tua, poi queste battutine perverse. holland rimango stupita» rispondo sarcastica.
«bella domanda... dovrai sopportarmi... in tutte e due i sensi»
«HOLLAND SMETTILA DIO MIO»
si mette a ridere più forte di quanto pensassi, mi metto a ridere pure io... la sua risata è così bella e contagiosa.
devo dire che il tempo è passato molto velocemente, abbiamo parlato di tutto e di più, riso, guardato la televisione. il telefono neanche l'ho toccato.
«non me l'aspettavo ma il tempo è passato molto velocemente... sei divertente tom» dico onesta
«tu sei... bella e simpatica» ammette un po' imbarazzato.
inutile dire che arrossisco ma cerco di coprirmi il più possibile.
«ti vedo che sei rossa dall'imbarazzo everly» ridacchia un po'.
«se la smetti di farmi imbarazzare sarebbe perfetto» rispondo seccata.
«io sono solo concreto» termina lui.

alloraaa
vedo che i due si stanno avvicinando sempre di più...
beh per tutte e due questa sera sarà importante, vi posso dire solo questo.
tom è abbastanza bravo con i giochi di parole eh? a quanto pare ama i doppi sensi. e povera everly, che deve sopportarlo.
se vi piace la storia vi prego di farmelo sapere, attraverso stelline o commenti.
buona letturaaaa.
dimenticavo, ricordatevi che ogni giorno aggiorno la storia, quindi preparatevi.

me, you and love [tom holland]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora