Le strade di Cancún quella notte erano piene di pozzanghere, dopo quei giorni piovosi di Marzo era finalmente spuntato il sole come se in quelle spiagge fosse appena arrivato Apollo.
Louis Tomlinson era a Cancún da una settimana ormai, doveva cercare un vecchio forziere nascosto tra le grotte della spiaggia ma voleva evitare di scivolare fra le pareti rocciose e rompersi la testa, quindi aspettò finché la tempesta non si calmasse e alla fine la sua ricerca diede i suoi frutti; quel forziere era pieno di perle, gioielli preziosi e monete d'oro che vennero utilizzate quella sera stessa... in un bordello.
Il viaggiatore era un po' alticcio mentre, sdraiato su un divano in pelle marrone, avvolgeva le spalle di due ragazze bionde; erano entrambe semi nude – nonostante avessero ancora la maggior parte dei vestiti addosso.
Louis, invece, aveva ancora tutti i vestiti, la testa poggiata all'indietro e i piedi su un tavolino mentre le ragazze lo coccolavano e portavano grosse coppe di vino alla sua bocca, occhi chiusi e sorriso leggero suo volto; era la rappresentazione della beatitudine umana.D'un tratto, mentre il liscio era intento a rilassarsi, sentì due grandi mani posarsi sulle sue spalle, spalancò gli occhi spaventato e non poté credere al volto che si ritrovò davanti.
«Ma guarda un po' chi si rivede, cosa ci fai qui Tomlinson?»
Era davvero lui, Harry Styles in persona, di nuovo.Dalla prospettiva del liscio, il volto del capitano era capovolto e nonostante fossero passate due settimane i suoi occhi verdi mantenevano ancora quella scintilla di malizia e le fossette erano completamente esposte dal suo sorriso maledetto, i lunghi riccioli sfioravano gli zigomi di Louis e dovette trattenersi dal respirare il loro profumo, limitandosi a richiudere gli occhi per sfuggire al suo sguardo.
«Non ci posso credere» sospirò, facendo andare via quelle due ragazze bionde e mettendosi a sedere. «Siamo in un bordello, secondo te cosa sono venuto a fare qui?»
Harry rise, sedendosi accanto a lui. «Giusto, pensavo ti fossi già svuotato le palle qualche settimana fa nella mia cabina» disse, mettendo le gambe su quelle di Louis ma quest'ultimo le spinse via subito.
«Dovrei ridere? No perché, da quel che mi risulta, mi hai quasi fatto mangiare dagli squali»
«Hai detto bene, quasi!»
«Sei un tale idiota» mormorò, scuotendo la testa.
«Come se non ti fosse piaciuto: "Oh cazzo Harry ti prego, ti prego, dammi di più" per non parlare di quando...» venne interrotto bruscamente da Louis che gli mise una mano sulla bocca per evitare di farlo parlare ancora.
«Sì, mi è piaciuto. Hai finito col tuo piccolo spettacolo così posso tornare a farmi i cazzi miei?»
Louis sentì sotto il palmo della sua mano le labbra di Harry tirarsi su per formare un sorriso e in un attimo il liscio si ritrovò sopraffatto dal corpo del capitano, le mani grandi sul suo petto e i riccioli erano, ancora, a sfiorare le guance di Louis mentre i loro nasi si toccavano e le loro gambe si intrecciavano come le onde quando si schiantavano sugli scogli.
«Tu che dici?» domandò ovvio il riccio.
«Sei così irritante» sibilò.
«Mmh mmh» mugugnò, iniziando a baciare il collo di Louis.
«Ma che fai?»
«Ti seduco come fanno le sirene coi marinai» disse, iniziando a sbottonare la camicia di Louis.
«Harry...» un bottone. «Harold» due bottoni. «Styles!».
«Dimmi, tesoro»
Louis si appuntò mentalmente di staccargli i testicoli al prossimo soprannome, ma non poteva sorvolare l'erezione che gli provocò Harry, era l'uomo più attraente che avesse mai visto; tuttavia, non poteva rischiare che qualcuno li vedesse insieme, nonostante fossero in un bordello.
«Sai se c'è una camera libera?»
Harry lo guardò e sorrise. «Ovviamente» disse.A quanto pare il riccio conosceva bene quel posto, guidò Louis tra quei corpi sudati per raggiungere una stanza da letto vuota ma appena entrati Louis si ritrovò sbattuto alla porta in preda ai baci di Harry e dalle sue grandi mani che percorrevano il suo corpo.
«Sappi che non ci sarà una prossima volta» disse Louis, staccandosi dalle labbra del riccio per togliersi, definitivamente, la camicia.
«Perché?» domandò confuso.
Il liscio non si prese la briga di rispondere subito, pensò prima a slacciare i lacci del gilet di Harry. «Non dirmi che vorrai fare sesso con me ogni volta che ci incontriamo?»
«Be'...»
Louis gli diede uno schiaffo – non troppo forte però. «Sei un porco» aggiunse.
«Come se a te non piaccia fare sesso con me» alluse, circondandogli i fianchi con le braccia.
«Infatti non ho detto questo!»
«Oh andiamo...»
Harry fece sdraiare Louis sul letto a baldacchino, le lenzuola erano nuove, poteva sentire il profumo e la freschezza smuovergli il corpo; erano di nuovo nella stessa posizione di poco fa, stavolta più svestiti di prima. «So perché fai così,» continuò il pirata. «ti chiedi cosa penseranno di te se sapessero che hai fatto sesso con me, un uomo, un pirata, un uomo la quale sanità mentale è stata portata via dalle onde. Tu così intelligente e amato dalle persone non potresti e non dovresti mai cadere nel tranello di un rozzo pirata, ma ti faccio una domanda Louis: per te conta di più nascondere il vero te per tutta la vita o passare una singola notte insieme a me?».Ovviamente la risposta fu la seconda e Harry lo capì nel secondo in cui Louis lo baciò come se da quel bacio dipendesse la sua intera vita.
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Our Story At Sea
FanfictionSpin Off della storia "Souls In Love" (È necessario leggere la storia principale per leggere questa storia) ------------- Era entrato nella stiva senza problemi e ora si trovava davanti a migliaia di monete d'oro, gioielli preziosi e quadri dal valo...