Lake

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Quella che passarono Harry e Louis a Cuba poteva definirsi una luna di miele, una settimana di completa solitudine: loro, vino, buon cibo e tanto sesso nelle spiagge cubane ma – come sempre c'è un ma – Harry doveva tornare in mare per raggiungere Haiti per questioni piratesche, non aveva dato molti dettagli a Louis e lui non aveva fatto domande, forse temeva di sapere cosa il riccio avesse fatto quando si sarebbe imbarcato.

Adesso, il capitano non vedeva Louis da cinque giorni, il che era poco rispetto ad altre volte in cui erano stati separati più a lungo, eppure lui continuava a sentire la sua voce, non in senso metaforico, la sentiva davvero.

«Sei serio? Canti per farti trovare, sai che scherzo quando ti chiamo sirena, vero?»
«Lo so, ma ti ha comunque portato da me» puntualizzò Louis, poggiando le braccia sulla sponda del lago.
Il ragazzo dagli occhi blu si stava facendo un bagno – nudo, ovviamente – in un laghetto ai piedi di una montagna.
Harry sorrise, abbassandosi per parlare con lui. «Perché sei qui?» domandò, iniziando a sbottonarsi la camicia.
«Avevo degli affari da sbrigare»
«E questi affari comprendono scopare in un lago?»
«Può essere» borbottò, osservando tutti i movimenti di Harry mentre si toglieva i vestiti – come se non avesse visto quel corpo milioni di volte.

Non appena Harry entrò in acqua, Louis non esitò ad aggrapparsi al suo collo per baciare quelle fossette che, per lui, non vedeva da fin troppo tempo. E Harry rise ma, d'altronde, come poteva non farlo dinanzi a quella creatura meravigliosa che era Louis Tomlinson?
«Dai, sono serio, che ci fai qui?»
«Il solito» disse, abbassando lo sguardo.
Harry sorrise, accarezzandogli il volto. «Mi stai mentendo»
«Non è vero» negò, mettendo su un broncio.
«Si, è vero. Quando menti guardi sempre verso il basso, sei adorabile quando lo fai»
«Magari mi è solo scivolato l'occhio sul tuo cazzo».
Accarezzò con le dita il principio di erezione che aveva Harry, come per dar ragione alle parole appena dette – o forse era solo un vago tentativo per cambiare conversazione – ma Harry, nonostante avesse sempre avuto poco autocontrollo, bloccò la mano di Louis.
«Possibile, ma ti conosco abbastanza bene da sapere che stai tramando qualcosa»
«Be' in quel caso ci saresti tu a salvarmi il culo, no?»
Harry gli sorrise, portando l'altra mano, appunto, sul sedere dell'altro facendo ansimare il liscio.
«Louis, per quanto mi piaccia il tuo culo non posso seguirlo in capo al mondo. Ho delle responsabilità verso la mia ciurma, non posso metterli in pericolo per salvare un singolo uomo»
«Neanche se quell'uomo fossi io?» domandò avvicinandosi a lui.
Harry sospirò e già da qui Louis capì la risposta. «Louis...»
«No, è okay. Ho capito» sbottò, allontanandosi dal riccio.

Harry roteò gli occhi, avvicinando Louis di nuovo a se, provando ad abbracciarlo. «Dai, Louis, non volevo offenderti, mi dispiace»
Louis sospirò ma ricambiò, controvoglia, l'abbraccio perché di Harry lui non poteva proprio farne a meno.
Aveva l'orecchio poggiato al suo petto, stava ascoltando il suo cuore, il battito irregolare.«Lo so è che... pensavo ci tenessi a me» ammise.

Harry sospirò, portando una mano tra i capelli di Louis, stringendoli leggermente. «Ma certo che tengo a te, ma devi capire che prima di noi c'è la mia ciurma, sono almeno venti persone e si fidano tutti completamente di me, hanno scelto loro di seguirmi, non gli ho mai imposto di restare e non posso deluderli».
Louis si allontanò bruscamente dal petto di Harry. «Da quando c'è un "noi"?»
«Di tutto il discorso che ti ho fatto hai capito solo quello?»
«Si, rispondi, perché a me non sembra ci sia un "noi"»
«Ma certo che c'è!» esclamò, gesticolando con le mani per dare più enfasi alle sue parole.
«E cosa sono io per te?» domandò, ma Harry preferì guardare altrove piuttosto che rispondere e questo fece irritare Louis, più di quanto non lo fosse già. «Harry, guardami negli occhi e dimmi cosa sono io per te».
«Louis...»
«Harry.»
«Sai che non sono bravo a...»
«Parlare di queste cose. Lo so, neanche io lo sono ma mi sto sforzando, tu non vuoi fare nemmeno quello» lo accusò, puntandogli un dito al petto ma Harry continuò a non rispondergli.
Louis sospirò. «Okay, ho capito» disse, allontanandosi da lui per uscire dal lago ma Harry lo fermò stringendolo da dietro, un abbraccio, per impedirgli di scappare da lui.

Un bacio tra i capelli con queste parole sussurrate all'orecchio: «Per me sei importante ma se cerchi qualcosa di serio sai benissimo che io non posso dartelo con la vita che faccio» un bacio, tra la mandibola e il lobo.
«Sei tanto per me, okay? È l'unica cosa che riesco a dirti ora» sussurrò, non aspettandosi il bacio che Louis gli diede l'istante dopo.
«Anche tu sei tanto» gli disse Louis.

E rimasero così per un po', abbracciati mentre si scambiavano baci bagnati fino al tramonto, in silenzio, con le dita ormai rugose e il suono dell'acqua che si scontrava con i loro corpi. Con Louis sdraiato sopra il petto di Harry, la testa nell'incavo del suo collo e il riccio che gli accarezzava la schiena nuda provocandogli brividi freddi.
«Ero qui per cercare una storia che nessuno ha mai trovato, ma forse è solo una storia, una leggenda...»

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