Fairy Tale

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Casa.

Louis era a casa.

A Cuba, il luogo in cui era nato, il posto dove nacque il suo amore per la musica e per il mare.

Non tornava lì spesso, i ricordi sono difficili da affrontare, l'unico modo che conosceva per affrontarli era farlo gradualmente, non gli piaceva essere un sentimentale, anzi, odiava i sentimenti, preferiva sopprimerli e fingere che non esistessero; forse era proprio quello a spingerlo a cercare lo sguardo di Harry negli occhi delle altre persone, entrambi non esternavano mai i loro sentimenti e, per loro, è più facile così ma lo è un po' per tutti, è come se reprimerli facesse in modo che prima o poi spariscano ma non è così, sono sempre lì e prima o poi usciranno sotto forma di grido disperato perché se Louis non chiederà ad Harry cosa sono loro – e perché lui si comporti come se effettivamente provasse qualcosa per lui – finirà col ammazzarlo. Letteralmente. Ma non lo farà presto, perché lui è un codardo procrastinatore e farà di tutto per sviare quel discorso quando rivedrà il riccio.

«Louis! Louis! Raccontaci un'altra storia!» esclamò una bambina dai riccioli biondi.
Se c'era una cosa che Louis amava più della musica e del mare erano i bambini.
Erano creature così buone e preziose da farlo piangere a volte, forse perché erano i pochi ad apprezzare le sue storie, loro ci credevano davvero a quelle leggende, forse perché gli occhi dei bambini sono pieni di curiosità mentre gli occhi di un adulto sono più coi piedi per terra.

«Bambini, ve ne ho già raccontate tre» rise Louis.
Era in piazza da quasi un'ora ormai e attorno a lui c'erano tanti bambini dai quattro ai dieci anni, alcuni in piedi e altri seduti a terra accanto a lui, tutti piccoli e volenterosi di ascoltare le sue storie.
«Noi ne vogliamo altre» rispose, la stessa bambina di prima, mantenendo un tono serio che la rese soltanto più adorabile al liscio.
«Va bene, va bene. Che storia volete?» domandò Louis, iniziando a suonare una melodia con la chitarra.
«Una storia d'amore» disse, una bambina dalle trecce scure seduta di fronte a lui.
«Be' sei fortunata piccolina, recentemente ho trovato qualcosa di molto prezioso lungo la mia strada: le perle di "La Vie On Rose"»
«Louis, questa ce l'hai già raccontata!» esclamò un bambino.
«Davvero? Vi ho raccontato di come la donna pianse il suo amato e nacquero rose con delle perle al suo interno?»
Tutti i bambini annuirono.

«Be' allora vi racconterò la storia di come io ho trovate queste perle. È successo circa dieci giorni fa, ero in Brasile, in cima alle montagne più alte dell'Amazzonia e vidi i petali risplendere sotto la luce della luna piena, era una sola rosa, le altre erano solo piccoli boccioli ma quella che raccolsi era perfetta. All'interno di ogni rosa ci sono tre perle, rappresentano: l'amore passato, presente e futuro. La perla del passato rappresenta il momento prima di innamorarsi, anche il secondo prima, quando tutto è nuovo e vorresti stare con quella persona solo perché ti rende felice la sua sola presenza. La perla del presente significa stabilità, godersi il momento, rispetto, devozione e affetto reciproco. Invece, la pietra del futuro è una promessa, una promessa di rimanere insieme per sempre. Se sei abbastanza fortunato da trovarle e le regali a qualcuno... be' ci sono tanti significati e varia da persona a persona, le regali per dire un ti amo, per iniziare una storia, per scusarti con la persona ami, per garantire la stabilità della vostra relazione o per promettere un futuro insieme e altri mille significati che non sto qui a spiegarvi».

«Se sei innamorato dai tanti baci a quella persona?» chiese la bambina con le trecce.
«Sì, tesoro»
«Che schifo i baci, non mi piace questa storia» si lamentò un bambino, facendo una smorfia.
«E sentiamo, piccoletto, che storia vorresti sentire?»
«Di pirati!» esclamò.
Louis strabuzzò gli occhi. «Perché proprio una storia di pirati?»
«Oggi al porto ce n'erano tanti»
«Avevano i pappagalli!» aggiunse, una bambina dai capelli rossi.

Louis sorrise. «Be', bambini, vi racconterò la storia di un pirata in particolare, il terrore dei sette mari o, come piace farsi chiamare, il re dei sette mari».
I bambini rimanessero in silenzio. Lo stavano ascoltando.
Vedete, era questo il potere della musica, metteva a tacere le persone e gli apriva le orecchie e il cuore.
«Divenne capitano della Blue Rose a soli diciannove anni e presto tutti conobbero la bandiera di quella nave maledetta, un teschio con due rose blu al posto degli occhi; se diventerete marinai, piccoli amici, vi conviene scappare non appena vedrete gli occhi di rose puntarvi, perché potrebbe essere l'ultima volta che viaggerete in mare. Il capitano di quella nave è spietato, pazzo, è stato forse il mare a renderlo malvagio? Chi può dirlo. Ha navigato fino ai confini del mondo per trovare i più preziosi dei tesori e durante questi viaggi non ha mai, e dico mai, esitato nell'uccidere qualcuno, che fosse: a mani nude, armato, disarmato o dandoli in pasta agli squali, Harry Styles è sempre pronto a spargere del sangue lo farà per molto tempo... si dice abbia giurato sulla sua vita di rimanere su quella maledetta nave fino al suo ultimo respiro».

I volti dei bambini erano pieni di meraviglia e stupore, alcuni anche un po' spaventati. Iniziarono a parlare, entusiasti, fra di loro e Louis non poté non sorridere a quelle dolci creature dinanzi a lui.

«Bella storia» disse una voce.
E sì, era la sua voce.
Il protagonista di quella storia si era appena materializzato in quella piazza appoggiato ad un muretto.
Si guardarono negli occhi per qualche istante, non si vedevano da una sola settimana ed erano già bramosi di guardarsi, ammirarsi, come si ammirano i fiori e il cielo azzurro.
«Bambini, io devo andare» disse.
Si alzò da terra lasciando lì la chitarra, non era sua perciò era tranquillo, sapeva che i bambini avrebbero apprezzato quel gesto.

Corse verso il muretto dove poco fa era poggiato Harry ma quando arrivò lui non c'era – se l'era immaginato?.
E, quando stava per voltarsi, sentì qualcuno prenderlo per il braccio, trascinarlo dietro quell'angolo e baciarlo con forza mentre lo stringeva a se; Louis non aveva paura, avrebbe riconosciuto quelle labbra a forma di cuore tra mille persone, per questo ricambiò il bacio lasciando che Harry baciasse il suo sorriso.
«Sei qui» disse il liscio, staccandosi dal bacio per stringersi ad Harry.
Il riccio sbuffò una risata portando una mano tra i capelli di Louis. «Certo che sono qui. Avevamo un appuntamento, no?».

* * *

«Dove sei stato?» gli domandò Louis, togliendosi le scarpe.
Erano in spiaggia, Harry era in piedi, davanti a lui, gli dava le spalle, i piedi già immersi nella sabbia a guardare il sole cadere sul mare creando giochi di luce arancioni con l'acqua.
«Mentre tu ti divertivi in Brasile, io sono stato nella Repubblica Domenicana, a combattere contro dei pirati svedesi, per i vecchi tesori dei vichinghi» disse, sentendo le braccia di Louis abbracciarlo da dietro.

«Questo è per te» mormorò il capitano, tirando fuori un anello dalla tasca. Era un anello d'oro con una gemma del colore del sole al centro.
Louis sorrise, mentre Harry gli metteva l'anello sulla mano sinistra. «Grazie»
Harry si voltò per lasciargli un bacio sul naso. «Prego, dolcezza, l'ho visto e ho pensato subito a te»
Louis sorrise, unendo le loro mani. «Vedo che anche tu hai un nuovo anello»
Era vero, il capitano aveva un nuovo anello all'anulare sinistro, erano le tre perle che gli aveva regalato, formavano un triangolo sul suo dito; si capiva come l'avesse creato lui perché era stato intrecciato con un filo metallico.
«Volevo farci degli orecchini ma non avevamo i materiali giusti per farli, così ho optato per un anello»
«Ne hai già molti di orecchini» osservò Louis, spostando quei riccioli ribelli per vedere meglio gli orecchini.
Harry annuì, togliendosi un orecchino dall'orecchio sinistro. «Il più importante è questo però» ammise, dando l'oggetto a Louis.
Era un orecchino a cerchio di medie dimensioni, era d'oro con un piccolo rubino rosso al centro, dentro c'era inciso "Capitano H.E.S. Cuba".
I pirati indossavano gli orecchini per molte ragioni: li rendeva visibili nei luoghi bui, sottocoperta durante le battaglie ad
esempio, e fungevano da ricompensa per chi li avrebbe seppelliti se fossero morti oltremare. Per questo motivo, in molti scrivevano il loro nome e/o il luogo in cui volevano essere sepolti suoi loro orecchini.
«Tra tutti i posti che hai visto perché hai scelto proprio Cuba per essere seppellito?»
«Perché alla fine si torna sempre a casa».
Casa. Erano a casa ora.

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