Sabato.
Avrei voluto tanto che questo giorno della settimana potessi restare a dormire fino a tardi, poter lavarmi con calma e fare colazione senza strozzarmi con un po di latte, invece sono qui, alle 8:30 del mattino, a infilarmi la giacca più pesante che abbia nel mio armadio, dato che oggi ho particolarmente freddo.
Saluto con un bacio sulla guancia le mie due coinquiline che mi augurano una buona giornata e chiudo il portone di casa, inoltrandomi nelle strade caotiche di Torino.
Avrei potuto prendere i mezzi pubblici, ma anche se fuori si congela è il borsone inizia a pesare sulla mia spalla, fare due passi mi aiuta a schiarirmi le idee e a sgranchirmi le gambe.
Sorrido quando in lontananza vedo il solito parchetto pieno di bambini anche a quest'ora della mattina.
Ci passo sempre da qui per andare a scuola di danza e ogni volta che vedo il meraviglioso sorriso è la gioia di quei bambini, automaticamente mi spunta un sorriso e rende di buon umore anche me, perché si sa, i bambini sono la bocca della verità e riescono a tirarti su di morale in ogni momento.
Amo alla follia i bambini e quando sarò più grande e avrò terminato gli obiettivi della mia vita, vorrò formarmi sicuramente una famiglia da accudire, da proteggere e donargli tutto il mio cuore.
Sospiro quando i miei occhi incrociano la struttura della mia maestosa scuola di danza, e dopo essermi sistemata meglio il borsone, entro nell'edificio salutando cordialmente la signora Maria, che si occupa personalmente dei pass per l'ingresso di ogni studente che ne fa parte.
«Ragazze, ho sentito la direttrice parlare con la professoressa Ferrari di una cosa» dice Costanza, una ragazza snella e bionda.
Cerco di origliare dato che anche questa volta la mia amica è un ritardo.
Sono sicura che anche se la professoressa Ferrari è la donna più dolce che io conosca al di fuori e dentro questo istituto, una ramanzina non gliela toglie di certo.
«Cosa hai sentito?» dice una tra le più brave del mio corso.
«Avete presente chi è Georgina Rodriguez?» tutte annuiscono curiose. «Verrà qui perché deve documentare quello che lei amava fare da piccola».
Spalanco gli occhi completamente incredula alle parole della mia compagna.
Il cuore inizia a battermi più forte, forse per l'emozione e la felicità che provo nel poterla vedere dal vivo e non solo attraverso i giornali e dietro uno schermo, o forse per la paura di danzare dinanzi a lei, dato che quando era bambina era una delle più brave ballerine della sua scuola.
«Stai scherzando?» la mia unica amica quasi non urla quando entra nello spogliatoio, spogliandosi velocemente dei suoi vestiti per indossare la tutina.
«Se l'ho detto c'è un motivo, Serena» risponde stizzita la ragazza e Serena quasi non la uccide con lo sguardo.
Ci conosciamo da quasi un anno e mezzo, l'ho incontrata casualmente in presidenza per i suoi eccessivi ritardi e da lì, anche se la sua personalità è ribelle è strana, abbiamo stretto subito amicizia e se non avessi avuto lei qui, adesso sarei una povera lupa senza branco.
«Devo essere impeccabile, con la sua fama e con i suoi soldi potrebbe farmi arrivare molto lontano» dice lei sorridendo altezzosa a tutte noi, pavoneggiandosi che lei fosse la più brava di tutto l'istituto.
I nostri occhi si incrociano è il suo sguardo cambia completamente. È perfido, mi guarda con superiorità, quella stessa che ci fa gareggiare inutilmente da esattamente un anno e mezzo.
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Pazza di te //Paulo Dybala
RomanceLei era una ragazza comune italiana di origine indiana, appassionata di libri e che crede fortemente nell'amore aspettando che anche il suo momento verrà. Aspetta il principe azzurro che busserà alla porta del suo cuore che dopo tante ferite cerca d...