Alzo gli occhi al cielo per la millesima volta in questa giornata.
«No rispiegami perché non ho capito. Com'è possibile che Paulo Dybala era con te in ospedale?» chiede mio fratello dall'altro capo del telefono.
«Ero stata invitata a cena a casa di Georgina» cerco di parlare ma lui mi blocca.
«E non ci credo ancora che tu abbia conosciuto Ronaldo come tutti gli altri ma vabbè, continua» parla come una ragazzina.
«Stavo dicendo.... poi dopo la tua chiamata Paulo si è offerto di accompagnarmi tutto qui» spiego per la terza volta dato che non riesce ancora a metabolizzare l'accaduto.
«Non ci posso credere. La mia sorellina è amica di Paulo Dybala, di praticamente tutta la squadra della Juventus» lo immagino già con le mani in faccia.
«In teoria io sono più grande di te e non dirlo a nessuno, solo tu e la mamma lo sapete quindi bocca chiusa» lo avviso sperando che non dica niente ai suoi amici pettegoli.
Quei ragazzini sanno praticamente i fatti di tutto il paese, sopratutto le ragazze. Non so come facciano a sapere tutto di tutti.
«Va bene non dirò niente a nessuno. Neanche le tue coinquiline lo sanno?» mi chiede.
«Loro sanno solo del progetto con Georgina, non tutto il resto. Se glielo dicessi ad entrambe si concentrerebbero solo su di me è no sui loro impegni»
«D'accordo. Dopo cosa è successo?»
«Mi sembri un adolescente in piena di crisi perché non ha pettegolezzi da riportare alle amiche. Come mai tutto questo interessamento?» domando sedendomi nella rientranza della finestra della mia camera.
«Sono solo curioso, quindi racconta, tra poco devo essere a lavoro» mi mette fretta e sospiro prima di parlare.
«Mi ha riaccompagnato a casa dato che entrambi eravamo troppo stanchi» spiego non dicendo assolutamente quello che in realtà è successo.
Non perché non mi fidi di lui, ma semplicemente perché voglio che rimanga fra me e me.
«Non me la racconti giusta ma devo proprio andare, il lavoro mi aspetta» dice e dopo avergli augurato una buona serata, chiudo la telefonata e sospiro guardando fuori dalla finestra.
L'impulso di scrivere un messaggio a Paulo per poter passare un po' di insieme è forte ma a bloccarmi e il fatto che per lui noi due non siamo neanche amici ma non capisco il gesto dell'altro giorno a casa sua.
Perché arrivarmi così vicino fino a far sfiorare le nostre labbra, per poi trattarmi come se niente fosse successo?
Forse sono io quella sbagliata ma ad ogni piccolo gesto, anche il più insignificante come quello sfiorarsi di labbra, per me conta tanto dato che conservo tutto nel mio cuore è quel piccolo momento fra noi due mi è entrato praticamente dentro.
E mi odio per conservare nel mio cuore ogni cosa che per altre persone non conta praticamente niente.
Sussulto poggiandomi una mano sul cuore quando il mio telefono squilla squarciando quel silenzio che a me piace da morire.
Il mio cuore sussulta quando vedo sul display il nome di Paulo.
«Ti manco per caso Signor Dybala?» scherzo ridendo leggermente.
«Forse si o forse no» risponde lui è sento che ha chiuso la portiera di una macchina.
«Cosa posso fare per lei?» dico ironica.
«C'è una festa in piscina...» inizia ma non lo lascio finire di parlare.
«In piscina? A Torino ci sono minimo 2 gradi, chi è il pazzo che organizza una festa in piscina?» ridacchio costatando che fosse una assurdità.
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Pazza di te //Paulo Dybala
Roman d'amourLei era una ragazza comune italiana di origine indiana, appassionata di libri e che crede fortemente nell'amore aspettando che anche il suo momento verrà. Aspetta il principe azzurro che busserà alla porta del suo cuore che dopo tante ferite cerca d...