Capitolo 7

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Quando tutto sembra perduto e il tuo mondo inizia a fare schifo, arriva uno spiraglio che ti fa ben sperare.
Adrien aveva appena udito dalla bocca di suo padre che forse c’era una speranza per Marinette, avrebbe riacquistato la memoria.
Forse.
Ma la speranza era l’ultima a morire e lui non si sarebbe arreso finché la sua lady non fosse tornata quella di prima, non che questa nuova versione smemorata non gli piacesse, il problema era che non ricordava tutti i bei momenti passati con lui, sia nelle vesti di Chat Noir che in quelle di Adrien.
“Che cosa significa papà?” Domandò ancora attonito e con l'ansia che lo divorava dall'interno.
Adrien doveva sapere.
Gabriel si sistemò gli occhiali sul ponte del naso “Non è niente di certo, diciamo che è un percorso sperimentale, se così lo vogliamo chiamare.” Rimase molto sul vago, ma quella risposta non era abbastanza soddisfacente per lui.
Adrien voleva sì che Marinette ritornasse a essere quella di prima, ma quello che a lui stava a cuore era la sua salute, non l' avrebbe mai messo in pericolo.
“I medici che la stanno seguendo le hanno detto che non c’è nessuna possibilità che ritorni a ricordare, anche la cura che le hanno proposto non è sicura al cento per cento.”
Rimasero in silenzio qualche secondo.
“Questa non è una cosa che si cura con la medicina moderna, Adrien.” Li aveva interrotti il Grande Guardiano Su-Han che li aveva costretti a voltarsi dalla loro parte.
“Grande Guardiano!” Adrien si inginocchiò al suo cospetto in segno di rispetto. “Volevo ringraziarla personalmente per quello che sta facendo per mio padre, non eravate obbligati a farlo.”
“Alzati, portatore dell’anello del gatto nero” Gli ordinò tendendo la mano “…è solo colpa nostra quello che è successo, se il Miraculous della farfalla non fosse andato perduto a causa di Folletto Piagnucoloso, tuo padre non l’avrebbe mai trovato e di conseguenza il suo potere non gli avrebbe divorato l’anima. Ci vogliono anni e anni di addestramento prima di poter usare la spilla senza che essa ti distrugga. Come del resto qualsiasi altro Miraculous.” Volle sottolineare.
“Chiedo ancora perdono, Grande Guardiano.” Sibilò Gabriel inchinandosi con riverenza e rispetto.
“Sta facendo un ottimo lavoro e presto la sua anima verrà purificata. Non dimenticherà. Questo è certo, ma potrà condurre una vita normale senza più pensare a farsi annebbiare la mente dal potere.”
“Che cosa intendeva dire con la frase di prima?” Adrien sembrava più interessato allo spiraglio che aveva dato per Marinette piuttosto che agli ottimi risultati che stava ottenendo suo padre con il percorso spirituale.
Non lo aveva ancora perdonato, questo no.
Ci vorrà del tempo, molto tempo.
*
Per lei… Adrien” Aveva sibilato Papillon al figlio che gli stava per sganciare un destro.
Chat Noir lo teneva a terra con il suo peso sul petto, una mano gli teneva la giacca viola e l’altra invece brandiva un pugno, era pronto a tirarglielo dritto in faccia, ma la mano guantata di Lady Bug si posò sopra quel pugno con delicatezza.
“Non ne vale la pena, Chaton.” Aveva appena realizzato che l’amore della sua vita si nascondeva dietro la maschera di Chat Noir e si maledì per non averlo capito prima.
“Mi ha sempre mentito, mi ha lasciato solo.” Berciò accecato dall' ira.
“Hai ragione, ma… è tuo padre…parlatevi.” Tagliò corto lei cercando una soluzione pacifica al quel guazzabuglio.
L’ho fatto per avere ancora tua madre con noi, Adrien.” Tentò di giustificarsi, ma non si spostò di un millimetro, forse ricevere quel pugno gli avrebbe fatto solo che bene, probabilmente avrebbe aperto finalmente gli occhi e rendere conto che la sua impresa era un totale fallimento, se lo meritava infondo.
STA ZITTO!!!” Gli urlò Chat Noir.
“Calmati!” Gli ordinò Lady Bug spostando la sua mano dal pugno alla spalla, poi si rivolse a Papillon “Gabriel Agreste, in qualità di Guardiana ti ordino di restituirmi il Miraculous della farfalla e del pavone.” Gli tese la mano pronta a ricevere i due oggetti.
Papillon si arrese, non avrebbe potuto fare altrimenti, in quel momento aveva realizzato che grazie alla sua smania di potere stava perdendo molto di più, o forse lo aveva già fatto, ma doveva dare delle spiegazioni a suo figlio.
Tolse le due spille e le posò sulla mano di Lady Bug.
“Non fare sciocchezze, Chaton. Mi fido di te” Gli rivolse uno sguardo amorevole e compassionevole prima di sparire tra i tetti di Parigi con la Miracle Box tra le mani.
*
Adrien e il guardiano Su-Han passeggiavano tra i sentieri del giardino zen.
Era incredibile come facesse dannatamente caldo anche se il tempio si trovava quasi sulla cima della montagne e reduci da una tormenta di neve, ma il freddo non sembrava aver toccato minimamente quel posto che pareva essere messo sotto una campana di vetro e isolato dal resto del mondo.
Fiori variopinti erano sbocciati lungo il percorso e sugli alberi cinguettavano felici gli uccellini tra le foglie verdi.
Oltre che a farfalle di ogni genere che svolazzavano di fiore in fiore.
Tra i cespugli verdi sbucava una rosa rossa.
Adrien chiuse gli occhi e vide la sua mano porgere quel fiore a Lady Bug per la prima volta.
“Come stai?” Gli aveva chiesto il guardiano.
Adrien sbuffò dal naso “Potrei stare meglio, grazie”.
Su-Han incurvo un labbro “Capisco, ma non devi temere per tuo padre.”
“Non è per lui che mi preoccupo, ma per la mia amica Marinette.” La parola 'amica' gli morì in gola.
“Hai scoperto che era lei Lady Bug, vero?”
“Difficile non scoprirlo… non credo sia mai capitato che due adolescenti perdessero la memoria nello stesso giorno, avrebbe fatto notizia, non crede?”
Il Guardiano scosse la testa. “Non ne so molto di queste cose, ma mi sto documentando sul mondo moderno grazie a tuo padre. Lo vedo disegnare ogni giorno su un monitor e  non credevo fosse possibile, io sono abituato a carta e calamaio.” Gli fece un sorriso appena accennato.
“La può aiutare?” Chiese fermandosi con le mani giunte in segno di preghiera e con gli occhi lucidi che brillavano con la luce del sole riflettendo tutto il suo dispiacere nel vedere la sua amica ridotta in quello stato.
Adrien voleva ad ogni costo che Marinette ricordasse.
Che ricordasse delle loro avventure nei panni di Lady Bug e Chat Noir.
Che ricordasse di quanto fosse straordinaria e coraggiosa.
Che ricordasse delle cose passate.
E soprattutto che si ricordasse di lui e del suo amore per lei.
“Forse… ma i guardiani delle Miracle Box sono destinati a perdere la memoria per proteggere così il mondo magico dei kwami e l’incolumità del tempio.”
“Marinette non vi metterebbe mai in pericolo. La prego Su-Han” Si mise in ginocchio e lo supplicò di aiutarlo.
Su-Han lo guardò torvo alzando un sopracciglio “Sembra ci sia dell’altro ragazzo.”
Adrien annuì “La amo” Gli rispose senza tanti giri di parole e parlando con cuore aperto.
“Diglielo.” Rispose con ovvietà.
“Non servirebbe a niente, non mi conosce.” Soffiò con voce roca.
“Non lo puoi sapere”
“Con tutto il dovuto rispetto signore, lei non sa come mi guarda ora. Il riflesso nei suoi occhi è cambiato.”
Su-Han gli portò una mano sulla spalla “Ragazzo…”
Adrien lo guardò attendendo che continuasse “…certe cose non si cancellano.”
“Cioè?”
“Non posso dirtelo io, Adrien. Devi guardare oltre alle apparenze.” Gli mise una mano sulla spalla sperando capisse cosa intendesse.
“Naaa… il moccioso non brilla di acume.” Il biondino avrebbe riconosciuto quella voce petulante tra mille.
“Plagg! Eravamo d’accordo che non ti saresti fatto vedere.” Lo rimproverò il pelato con il solito cipiglio mentre osservava quel piccolo dio volteggiargli davanti la faccia dopo essere uscito dalla dietro la sua schiena.
“Suvvia! Non ho violato nessuna norma del codice, Adrien non ha perso la memoria e si ricorda ancora di me.” Protestò alzando il mento in segno di offesa “…e poi volevo vederlo.” Questa ultima frase la sussurrò rattristandosi, gli mancava il suo portatore come gli mancava il suo formaggio preferito.
Adrien sorrise, era felice di vedere il suo amico e fidato consigliere, poi assottigliò gli occhi “Non dire bugie, Plagg. Tu sei qui solo per vedere se ti ho portato il Camambert”.
Le pupille del piccolo dio della distruzione si dilatarono e la bocca si spalancò dallo stupore quando Adrien tirò fuori dalla camicia quel triangolino bianco e puzzolente.
Persino il Guardiano Su-Han fece una smorfia di disgusto.
Plagg prese quella fetta di formaggio e la ingurgitò senza masticarla, poi si leccò i baffi.
“Sublime!” Sospirò godurioso.
“I kwami non dovrebbero nutrirsi di certe cose, lo sapete che dovete seguire la vostra dieta.” Lo rimproverò il Guardiano.
“Maestro Fu era meno noioso di te” Scimmiottò Plagg riservandogli anche una linguaccia.
“Mi scusi, non ne ero al corrente.” Adrien si grattò la testa in segno di imbarazzo.
“Ma Plagg si.” Convenne lui digrignando i denti.
Il biondo gli lanciò un’occhiataccia e di tutta risposta ricevette un solo quel che è fatto è fatto.
“Senta, mi potrebbe dire come Marinette potrebbe riacquistare la memoria?” Plagg lo stava distraendo dal suo obiettivo principale, lui era volato in Tibet solo per vedere, controvoglia, suo padre e invece aveva ricevuto informazioni preziosissime. Da qualche momento quel viaggio era diventato interessante e non vedeva l’ora di tornare a Parigi per informare Marinette, e finalmente raccontarle tutto.
“Dovrebbe venire qui e fare un percorso con il nostro sciamano. La perdita di memoria della tua amica è legata al mondo magico, quindi va curata con la magia e non con le moderne tecniche mediche.”
Adrien si stava spremendo le meningi in cerca di un modo per portarla lì, la cosa più semplice da fare era quello di raccontarlo ai suoi genitori, ma gli avrebbero creduto? Scosse la testa pensando che avrebbe dovuto rivelare a loro che sua figlia era Lady Bug, troppo pericoloso, metterebbe a rischio la loro incolumità.
Portarla di nascosto e farla sparire per qualche giorno era fuori discussione.
Poi ebbe un’illuminazione.
“Se usassi Kaalki e Trixx?”
Su-Han inarcò un sopracciglio “Eh?”
“Kaalki mi aiuterebbe a creare un portale e Trixx l’illusione che faccia credere ai suoi che Marinette è a Parigi invece che qui in Tibet. Che ne pensa?”
Il Guardiano lo scrutò torvo e con aria impostata “Non darò mai il permesso di usare i kwami a scopo personale.”
“Ma…” Tentò di dire lui.
“Niente ma. Ormai ho deciso. E sappi solo che il percorso non sarà facile, Marinette soffrirà, molto, sia fisicamente che mentalmente. E non è detto che questo la possa aiutare. Quindi pensaci bene quale strada vuoi intraprendere.”
Seguì un momento di silenzio che venne rotto dalla voce di Nathalie che avvertiva il ragazzo che era ora di andare, tra qualche ora il jet privato sarebbe decollato riportandoli a Parigi.
Solo loro due, per Gabriel era ancora presto, ma il Grande Guardiano non aveva negato che la prossima volta sarebbero stati in tre.
Prima che Adrien scomparisse, Plagg lo raggiunse dopo il benestare di Su-Han.
Strofinò il suo muso contro il suo viso e gli sussurrò all’orecchio “Lei ti ama. Dal primo momento che ti ha visto”.
*
Una volta ritornato ai piedi della montagna, nel rifugio, Adrien afferrò il telefono da dentro la tasca dei pantaloni e fu sollevato nell’apprendere che ora riusciva ad avere linea, doveva parlare con Marinette e dirle che forse la poteva aiutare a risvegliare i suoi ricordi.
Una volta tornato a Parigi le avrebbe raccontato ogni cosa e anche che l’amava, si era deciso finalmente a dichiararsi.
Controllò i vari social e le applicazioni di messaggistica istantanea in quanto continuavano ad arrivargli diverse notifiche.
La sua mascella sembrava si potesse staccare dal suo volto da un momento all’altro e i suoi occhi sarebbero schizzati fuori dalle orbite se gli avesse aperti un po' di più.
Una foto in particolare nella sua home page gli aveva fatto crollare il mondo addosso.
Spense il telefono di fretta schiacciando il display, poi lo gettò con rabbia ai piedi del letto.
*
continua

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