Capitolo 18

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Non si erano visti per tutto il giorno, e nemmeno alla cena Adrien c'era.

Nathalie aveva detto a Marinette che non si sentiva bene e che avrebbe preferito consumare il pasto in camera sua.

In fondo era abituato a farlo, anche se da quando suo padre era rinchiuso nel monastero spesso e volentieri Nathalie gli teneva compagnia sia a pranzo che a cena.

Ma Marinette sapeva benissimo che la stava solo evitando per sfuggire alle domande scomode che le avrebbe posto  riguardo alla reale situazione di suo padre.

Aveva scoperto che in realtà che lo stilista Gabriel Agreste era niente di meno che il famigerato Papillon dei racconti del suo diario.

Un duro colpo.

E se il rospo da buttare giù era pesante per lei, non immaginava come potesse essere stato per Adrien scoprire quella scomoda verità.

Solo, e senza nessuno a cui poter esternare i suoi sentimenti, senza essere capito e compreso del tutto.

Marinette doveva assolutamente chiarire quella situazione e parlare con il biondino, altrimenti non sarebbe stata in grado di affrontare l'indomani quel viaggio mentale a cui si sarebbe sottoposta.

Quel pomeriggio aveva anche incontrato lo stregone, presentato dal Grande Guardiano Su-Han in persona, lei si era  immaginata una persona di colore, malandata con capelli arruffati e sporchi, con un osso all'interno del naso e che puzzava.
Invece si era trovata davanti una persona composta e gentile, un monaco.

Elegante nel portamento e che era riuscita a toglierle quell'ansia addosso che si portava dietro da giorni, per la precisione da quando sua madre Sabine aveva accettato a quel viaggio.

"Ci vediamo domani, Marinette. Dormi sonni tranquilli" Le aveva detto sorridendole.

Ma per farlo e esaudire la sua richiesta avrebbe dovuto avere il cuore leggero e parlare con Adrien.

Lo stregone le aveva comunicato l'importanza di stare bene con sé stessi in quel preciso momento, altrimenti la cerimonia non avrebbe sortito gli effetti desiderati.

Così quella sera prese coraggio e quando le luci si spensero e anche l'ultimo guardiano era passato per il corridoio per controllare che tutto fosse in ordine, e che tutti i monaci e gli ospiti fossero nelle loro stanze, aprì la porta e di soppiatto salì le scale buie, illuminate solo dal chiarore della luna alta nel cielo e che filtrava timidamente dai tendaggi delle finestre lasciate semiaperte.

*

Ricordava che l'alloggio di Adrien era la prima a porta destra.

Bussò.

Nessuno rispose.

Marinette pensò di aver sbagliato e che da un momento all'altro si sarebbe ritrovata davanti uno dei tanti monaci in ritiro nel monastero, così girò le spalle e fu in quel momento che la porta si aprì.

"Stai bene, Marinette?" Le chiese Adrien con aria comprensiva.

"Potrei farti la stessa domanda." Il biondo la prese per un braccio e trascinata con forza nella stanza prima che i due monaci che stavano salendo le scale li beccassero a parlare.

Non stavano facendo niente di male, ma in quel monastero vigevano delle regole molto severe.

Adrien le posò l'indice sulla bocca facendole segno di non parlare.

Quando i due non udirono più il mormorare nel corridoio poterono tirare un sospiro di sollievo.

"Perché sei venuta qua?" Le domandò sedendosi sul bordo del letto.

Ricordati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora