Da quella sera, la mia mente era controllata, dominata da due capi-fazione, Darcey, che aveva una folta schiera di fanti e cavalieri, e Lauren, munita di un vasto corpo di temibili soldati fantasma. Le due fazioni erano costantemente in lotta nel vasto terreno incolto della mia mente.
Era l'ultimo giorno di lavoro prima delle ferie natalizie, ero davanti la scrivania, guardando il computer di fronte a me. Avrei dovuto essere sollevato per l'imminente arrivo delle ferie, ma non riuscivo a trarne alcuna soddisfazione.
Il giorno seguente Darcey mi propose di andare a vedere un film al cinema. Io accettai, decretando così la vittoria dell'esercito di Darcey, anche se ancora sarebbe stato prematuro annunciare l'esito della guerra - Lauren stava già preparando un contrattacco inarrestabile.
Scelto il film, prendemmo posto nella sala, nei posti centrali. Mi stupì che entrambi fummo concordi su quale film scegliere, non che ci fossero chissà quali opzioni, tra comici, sentimentali e cinefumetti. Era un film horror, un classico slasher in cui l'omicida massacrava un gruppo di adolescenti idioti con i modi più vari. Alla fine un disgraziato, l'ultimo sopravvissuto, riusciva ad uccidere l'assassino con una martellata sulle tempie, le cervella sparse lungo il pavimento.
Erano circa le sette del pomeriggio quando uscimmo dalla sala, piuttosto soddisfatti. Era una giornata piovosa, noi due procedevamo sul marciapiede, nessuno dei due aveva un ombrello con sé, le gocce precipitavano leggere sulle nostre teste.
Discutendo dei pregi e i difetti del film, giungemmo nuovamente davanti a quella porta dove le nostre membra, per pochi attimi, si erano congiunte. A tale reminiscenza, alcuni cavalieri del corpo di Darcey eliminarono numerosi soldati fantasma, ma il contrattacco di Lauren era già stato pianificato per le ore successive, mentre nel frattempo entrambi gli schieramenti spingevano e facevano palpitare il mio cranio.
Entrammo nel suo appartamento, piccolo ed essenziale, con pochi mobili d'arredo e una piccola creatura che si muoveva zampettando nelle diverse stanze.
< Ecco la mia molto umile dimora, e quel maltese in fondo al corridoio si chiama Walter >.
Mi mostrò con evidente fierezza la sua lunga collezione di dischi musicali, da cd a vinili, ed io ne rimasi meravigliato. Aveva di tutto, dal rock classico al jazz, dalla musica classica al metal, e molti di quegli artisti io non li avevo mai sentiti nominare. Accanto alla collezione teneva una chitarra acustica. Sapeva suonare "discretamente" a detta sua, e io la invitai a farmi sentire qualcosa.
Tutta contenta imbracciò la chitarra e si sedette su uno sgabello, io feci altrettanto. Riprodusse "No Shade in the Shadow of the Cross" di Sufjan Stevens. Il suo fingerstyle non era perfetto e spesso stonava, ma in compenso aveva una voce niente male, e dava una grande enfasi al testo melanconico della canzone. Le chiesi perché avesse scelto proprio quella traccia.
< Come ti ho già accennato, di recente è morta mia madre > la sua voce era calma e decisa, ma non aveva più il suo solito sguardo guizzante, puntava gli occhi verso i miei piedi < Questa canzone mi fa pensare a lei, a come il nostro rapporto, così conflittuale, potesse cambiare, con il tempo. Ma lei è morta, e adesso non posso far altro che guardare la sua tomba > stava abbassando il tono della voce e flebilmente concluse < Il tempo è un omicida, e prima o poi, inevitabilmente, ti porterà via qualsiasi cosa. Ti renderà suo schiavo e tu, come una bestia da soma, dovrai ineluttabilmente obbedire al tuo padrone >.
Mai avrei potuto immaginare quanto quelle parole sarebbero risultate profetiche, quanto il tempo avrebbe rappresentato la chiave della condanna dell'umanità e della sofferenza di un uomo impotente dinanzi allo scivolare dei granuli di sabbia sul fondo della clessidra.
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Estraneo
Historia CortaUn uomo, a seguito della morte della sua famiglia, si riduce a vivere solo per sé stesso, per la sua sopravvivenza. Il suo debole animo sembra aver finalmente trovato una donna, Darcey, che potrebbe aiutarlo a reggersi in piedi, a vivere senza torme...