Non ti mangio.

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Fu davvero un caso che quel giorno il meteo rappresentava alla perfezione il mio umore, grigio e ventilato quanto i miei pensieri.
Dall'accaduto della sera prima non avevo fatto altro che infilare la testa sotto la sabbia nascondendomi da George.
Incrociai un paio di volte Fred e Lee, che mi salutarono come se non sapessero nulla di ciò che fosse successo, il che mi fece capire che George non avesse aperto bocca.
Mi tranquillizzai subito all'idea che per un paio di giorni non gli avrei dovuto dare ripetizioni, ma di certo non mi sarei schiarita le idee in pochi giorni.
Mi decisi a raggiungere Cedric al terzo piano per la sua solita sigaretta. Ma per mia fortuna lo incontrai a meno di metà strada il che mi alleggerì un peso dal petto nella paura di ritrovarmi da sola con il rosso di turno.
"Ti vedo particolarmente pensierosa oggi" Notò Ced interrompendo il pesante silenzio. 
"Già, lo sono in effetti" ammisi la pura e semplice verità. Entrammo nella porta del terzo piano e cominciammo ad incamminarci alla solita panchina. 
"Ne vuoi parlar-"
"io e George ci siamo baciati!" Dissi tutto d'un fiato prima che Cedric potesse finire la frase. Nascosi la faccia tra le mani per non vedere la sua reazione. Cedric si immobilizzò nel pieno del corridoi del piano lasciando che le fiaccole smettessero di accendersi avanti a noi.
"Che cosa hai fatto??!" Come se non avesse sentito.
"Ci siamo baciati" Alzai gli occhi al cielo disperata.
"Lo sapevo, è grandioso!"
"No, Ced, gli ho chiesto cosa stessimo facendo e poi sono corsa via" mi a guardai la punta delle scarpe.
"Perché sei corsa via?" Domandò.
"Non lo so nemmeno io" risposi con sincerità.
"Per questo motivo non sei venuta a colazione e abbiamo pranzato da noi Tassorosso" Sospirò "Non lo starai per caso evitando?" Invece era proprio quello che stavo facendo. Non risposi e Cedric capì quanto fossi stupida.
"Una parte di me voleva continuare a baciarlo, però me ne sono andata" ripresi a camminare "Non mi capisco nemmeno io"
"Cosa provi per lui?" mi chiese Ced seguendo i miei passi.
"Niente, ci conosciamo da troppo poco tempo, non lo conosco, quindi non so cosa pensare" Confessai. Cedric si accese le sue solite Malboro Ligth babbane e annuì gentilmente con il capo.
"Cerca di capirlo, però non devi evitarlo"
"Come faccio a capirlo??!" Cinguettai. Ced alzò le spalle e fissò il pavimento in cerca di una risposta.
"E poi domani devo uscire con Oliver" Gli ricordai.
"Allora pensa prima a quello, priorità agli appuntamenti" Ridacchiò.
"Non è un vero appuntamento"
"Per me lo è, quindi anche per te" Dichiarò Cedric tossendo. Quelle sigarette saranno la sua fine.
"Ced, non ho molta voglia di fare pozioni oggi, penso che scriverò a mia madre"
Lui annuì finendo di fumare, mi promise che sarebbe andato tutto bene, lo speravo anche io. Mi sembrava davvero sciocco fare così tante scenate, eppure le avevo fatte.

Arrivata finalmente sulla torre dei Corvonero salutai alcune compagne e mi accomodai in sala comune e iniziai ascrivere una bella letterina per aggiornare mia madre. Immersi la penna doca nell'inchiostro e iniziai a scrivere.
Cara mamma,

Hai visto che non mi sono dimenticata di te?
Comunque qui ad Hogwarts tutto bene, le lezione sono un po' pesanti ma me la cavo alla grande. Il tempo qui passa molto più velocemente che a casa. Frequentare la scuola fa tutto un altro effetto. E a proposito sono stata smistata in Corvonero proprio come te, la casa della saggezza e creatività chi lo avrebbe detto!
Te come stai? Il lavoro tutto bene?
Mi manchi.

Tua Luce.

Finii di scrivere in meno di cinque minuti, una lettera peggiore di questa non avrei mai potuta buttarla giù ma mi rassegnai nel fare altri sforzi.
Per mia grandissima fortuna la Guferia era nel lato ovest proprio come la torre Corvenero, quindi non avrei dovuto sudare molta strada. Anche se era al quanto faticosa la lunga scalinata mi diedi forza e lentamente riuscii raggiungere il luogo.
Attaccai velocemente un bollino e spedii la lettera con un Allocco.
"Ehi, Luce" Trasalii sentendo una voce alle mie spalle.
"Ciao, Oliver" Salutai. Si avvicinò pericolosamente a me, ma mi evitò attaccando una piccola pergamena alla zampa del suo piccolo gufo dietro di me.
"anche tu mandi lettere?" domandai per smorzare il silenzio.
"Come vedi" Rise il ragazzo. "Ti ho visto poco oggi, tutto bene?"
"Si, sto bene, solo molte cose per la testa" Mimai con le dita una svitata di rotelle alla testa. Oliver sembrò capirmi all'istante soltanto guardando il mio viso, leggendo il mio sguardo.
"Per domani riesci a liberare un po' il cervello?" Ridacchio gentilmente. Io annuii energicamente.
"Si. Ce la farò" Ci scambiammo dei sorrisi imbarazzati. "Emh...andremo da qualche parte in particolare?" Domandai cercando di portare avanti una conversazione decente.
"Dove andrete?" Come se fosse stato sotto un mantello dell'invisibilità si intromise una sagoma che spuntò da dietro il muro di ingresso. Non potevo credere che di mezzo ci fosse sempre lui, George.
"Da qualche parte" Esordì Oliver sorridendo grattandosi la nuca. George mi guardò prima il viso e poi l'orlo della gonna e il mio stomaco prese ad agitarsi per conto suo. Cosa voleva dire quella sensazione?
"Un appuntamento?" Chiese con più fastidio nella voce che curiosità.
"Ti interessa?" Intervenni. Alzò le spalle in modo indifferente osservando ancora le mie cosce scoperte dalla gonna.
"Oliver il tuo gufo è già partito?" Interrogò George spostando l'attenzione altrove.
"No, non ancora"
"Potresti mandare anche la mia lettera, con Errol non arriverà entro un anno" ironizzò.
Oliver annuì al suo amico e fece spazio per farlo passare.
George mi sfiorò i fianchi con le mani per far modo che io mi spostassi da davanti. Mi levai lentamente cercando di non far notare il mio nervosismo. Ma fu inutile.
"Non ti mangio" Sorrise beffardamente pronunciando bene le parole.
"Si chiede permesso" Citai la sua frase della prima volta che ci eravamo incontrati.  Sentivo gli occhi di Oliver puntati su di noi.
"Allora io vado" Intervenne nervosamente il capitano di Grifondoro. "Si, vengo con te" Sorrisi.
"No, Luce ti devo parlare" Mi prese per un polso il signorino Weasley. Oliver capì la situazione e si avviò all'uscita della guferia silenziosamente. Io lo seguii con lo sguardo un po' sconcertata. 
"Non dobbiamo dirci nulla." Constatai una volta che sentii che Oliver si allontanò abbastanza. Invece volevo riempirlo di domande su il come e il perché ma non ne avevo la forza ne il coraggio.
"Ieri sera..." sospirò tirandosi i capelli all'indietro frustrato. Il mio polso iniziava a bruciare sotto la sua stretta ma lui non sembrava accorgersene.
"Ti scongiuro George, facciamo come se non fosse successo nulla?" Lo supplicai con la speranza che non avesse più tirato fuori l'accaduto.
"Ma quello non ti fatto capire nulla?"
"Per favore, non tiriamo più fuori l'argomento" Nei miei occhi balenò una scintilla di disagio e sincerità.
"Non mi va di ripetere-" Non riuscii nemmeno a finire la frase, che lui sembro percepire il messaggio. Il mio polso venne strattonato via, il distacco dal so tocco sembrò quasi violento.
Il suo tono non era lo stesso, la sua mascella si serrò mentre il suo sguardo si indurì.
"Allora vattene."


<Lisa>

My neighbour ~George WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora