Terra chiama Luce

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Luce's pov:

Ottobre era quasi alle porte e l'aria autunnale cominciava a pungere con quel leggero freddo sulle punta delle dita delle mani, nonostante il cielo limpido continuava ad essere tinteggiato di d'orati raggi di sole. Non smisi di pensare al comportamento insolito di George quando io e Oliver passavamo del tempo insieme, lo avevo notato molte volte ma tutte ci passai sopra facendo finta di nulla. Mi perseguitava, George, nella mia mente, c'era inspiegabilmente sempre impressa  la sua fottuta immagine. Solitamente sapevo tradurre bene il significato dei miei sentimenti, i miei pensieri li capivo al volo, riuscivo a comprendermi ma con lui avevo enormi difficoltà.
La professoressa McGranitt diede dieci punti a Corvonero per aver aiutato George a migliorare in trasfigurazioni, si stava anche particolarmente impegnando dedicando molto più tempo allo studio insieme che ad altro, una delle cose che apprezzavo del suo cambiamento radicale degli ultimi giorni. Mentre cercavo di leggere in santa pace in biblioteca venni sorpresa da Fred. 
"Luce, come va?" Mi domandò sedendosi di fronte a me poggiando tutta l'attrezzatura da Quiddich sul tavolino della biblioteca. 
"Bene Fred, te come te la passi?" 
"Non molto bene" Rispose con sincerità "Per colpa tua" Sbuffò incrociando le braccia al petto.
"Oh, perché che ti ho fatto?" mi preoccupai e mi tormentai per un paio di secondi pensando di averlo infastidito in qualche modo, ma è Fred Weasley tutto lo infastidisce. 
"Stai facendo litigare mio fratello e Oliver" 
"George e Oliver?" Ero sorpresa, non avevo fatto assolutamente niente. Lui annuì guardandomi seriamente. 
"Muoviti a scegliere perché io non li potrò tollerare ancora per molto" La sua voce esausta mi confuse ancora di più. 
"Non capisco di che parli" O ero tonta io a non capire, oppure Fred si era fumato qualcosa di pesante da sparare cazzate.
"Tu muoviti e basta" Ammonì afferrando la sua attrezzatura da Quiddich "Ci si vede in giro cara" Sorrise. Ecco un altro lunatico come il gemello. Bisbigliai svogliatamente dei saluti e lo guardai uscire dalla biblioteca. 
"Ced, secondo te cosa voleva dire?" Domandai a Cedric nascosto dietro allo scaffale convinto di non essere visto. 
"Non saprei" Alzò le spalle. "Come hai fatto a vedermi?" Sorrisi alla sua domanda innocente. 
"Vedo tutto" Spalancai gli occhi in modo sadico e ironico allo stesso tempo, Cedric fece finta di rabbrividire spaventato il che mi fece scoppiare a ridere. 
"Cedric amico mio, devo scappare a lezione" Dissi guardando l'orologio sopra alle grande ante di ingresso della biblioteca. Infilai velocemente il libro che stavo leggendo nella mia solita borsa in tessuto e volai verso l'aula di Erbologia, una delle lezioni che seguivo con i Grifondoro. Avevo saltato la lezione precedente di volo per non incontrare George e i suoi comportamenti strani, ma non potevo saltare un altra lezione per colpa sua, sospirai incrociando le dita ed entrai nella serra.

"Ehi, Oliver!" Fermai il ragazzo in mezzo al via vai di studenti tentati a raggiungere la sala grande per il pranzo. Notai che si girò di mala voglia. 
"Ciao" si limitò, non mi guardò nemmeno in faccia. Che giorno assurdo, tutti contro di me.
"è successo qualcosa?" Domandai preoccupata. Lui scosse la testa sospirando. 
"No, niente, non succede niente" Nel mio petto si alleggerì un peso. 
"Allora perché sta faccia?" 
"Proprio perché non succede nulla ho sta faccia." Rispose seriamente "Ci frequentiamo da settimane e non succede nulla, anche George dice dovrebbe essere già successo qualcosa" Mi guardò finalmente in faccia però evitò comunque gli occhi. 
"George dice cosa?!" Weasley me la avrebbe pagata. Non aveva il diritto di dire quanto tempo qualcuno potesse metterci per conoscersi o meno. 
"Niente lascia stare, meglio andare a pranzo ora" decretò il capitano dandomi le spalle. 
Lo afferrai per una mano fermandolo. Lui mi guardò finalmente negli occhi insicuro. Si avvicinò lentamente a me osservando le mie labbra. Mi baciò inaspettatamente accogliendo le sue mani con i mie fianchi. Potevo sentire gli sguardi delle persone su di noi. Era un bacio caldo ma non mi scottava, era dolce ma non cullava, riuscivo ancora a sentire il terreno sotto i piedi, la mente lucida era in grado di collegare l'accaduto. 
Oliver si stacco delicatamente sorridendomi, il mio stomaco si svuotò di  amarezza, Oliver era il ragazzo perfetto, mi piaceva, ma per qualche strana ragione quello che provavo nella pancia non erano farfalle ma sensi colpa.
"Terra chiama Luce" mi sventolò un mano in faccia Cedric. Quando ero arrivata in sala grande? Quando mi ero seduta vicino a Ced? Quanto era passato da quel bacio? 
Lo guardai sbalordita, era successo tutto così velocemente. 
"Ced- Cedric ho- ho baciato..." Balbettai ma le parole uscirono a fatica dalla mia bocca. 
"hai baciato Oliver" finì Ced da parte mia. Non potevo crederci quindi era successo davvero, provai a pizzicarmi le cosce pensando di essere in un sogno, ma quella era la vita vera. 
"George appena vi ha visti è sbiancato quasi quanto te ora!" Ridacchiò Cedric mordendo della mozzarella affumicata. 
"Ci ha visti?" Domandai sbalordita, era una domanda al quanto stupida visto che eravamo in mezzo ad una folla di  persone molto ampia. Cedric annuì addentando un altro pezzo di mozzarella. 
"è davvero buona questa mozzarella" Affermò contento guardandola. 
"Cedric dov'è?" 
"Chi la mozzarella?" Chiese incerto. 
"No idiota, George!" Bisbigliai per paura di farmi sentire. 
"Oh, non saprei è uscito poco fa" confessò lui. Borbottai un grazie con le labbra e cercai di raggiungere l'esterno della sala grande il più velocemente possibile. 
"Luce, ehi!" Mi fermò per un braccio Oliver probabilmente sorpreso di vedermi nel mondo dei vivi dopo il bacio. "Dove scappi?" Chiese sorridendo. Le parole suonavano ovattate nelle mie orecchie e il mio sguardo balenò come una furia tra lui e il corridoio principale. 
"Non ora Oliver, scusami" mormorai dispiaciuta, nei suoi occhi lessi della delusione ma in quel momento non ci pensai due volte. Presi a camminare ancora più velocemente verso l'uscita. Andai più che altro ad istinto, come se non fossi a guidare io il mio corpo, ma il mio cervello mi indicava la via.
In quel momento mi sentivo un po' come un angelo bianco alla ricerca del suo demone, perché nessuno può fare a meno del male, ogni tanto non possiamo fare a meno di una goccia di sangue dolorosa. O sbaglio?
Mi fermai davanti al bagno abbandonato di Mirtilla malcontenta che ebbi la sfortuna di conoscere qualche giorno prima durante una doccia.   
Entrai silenziosamente senza pensarci troppo su. Mi immobilizzai, i muscoli si congelarono, il tempo si fermò per lunghi istanti. Cercai con lo sguardo qualsiasi cosa, mi coprii gli occhi con i palmi, pur di non vedere quello che vidi. La graziosa ragazza bionda intravista nei Tassorosso, era piegata in ginocchio sotto George a livello della sua vita, lui le afferrava i capelli con le mani guidando i suoi movimenti.
I gemiti che uscivano dalle sue fottute labbra ad ogni movimento della biondina erano lame per la mia pelle. Cercai di uscire di lì il più silenziosamente possibile. Non ci volevo credere, un misto di emozioni mi fulminarono, strinsi con tutta la forza possibile l'orlo della gonna e cercai di tornare da Cedric, con il cuore in gola. 
Volevo morire ma stavo soltanto sanguinando. 

Capitolo un po' pazzo, ammetto di non capire nemmeno io ahaha ;)

*Siete avvisatx che se certe scene vi mettono disagio sentitevi in dovere di saltare la parte. 

<Lisa>


My neighbour ~George WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora