Le luci della città

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Primo giorno di lezione e già ero in ritardo.
Ero tornata nei dormitori solo poche ore prima, giusto il tempo di un pisolino e mi sarei dovuta svegliare subito.
I miei occhi gonfi, la vista appannata e lo stomaco vuoto non mi aiutavano di certo a raggiungere la lezione di trasfigurazione, aumentai sorprendentemente il passo consumando le poche energie rimaste.
Della sera prima ricordo ben poco ma quel che riesco a ricongiungere ai pensieri lo ricordo nitidamente. Il bagno nel lago nero, aver ballato, affogato George un paio di volte, essermi ritrovata fuori dalla sala comune, piccole cose ma le ricordo.
"Ben arrivata signorina Lewis" salutò la professoressa McGranitt una volta che varcai la soglia dell'aula. Io sorrisi timidamente.
"Si accomodi pure vicino al signor Weasley" disse indicando con la coda dell'occhio il banco vuoto vicino a George. Tirai dalla borsa la bacchetta e il libro e mi accomodai senza fiatare.
"Farete tutti un test per verificare le vostre conoscenze di quello che abbiamo fatto l'anno scorso" Annunciò la professoressa.
L'intera classe tuonò di sbuffi, lamentele e qualche urletto disperato.

Al fine della lezione il test di trasfigurazione si rivelò più facile del previsto, fui la prima a terminarlo.
Mentre io e alcune mie compagne di corvonero sgattaiolavamo fuori dall'aula la McGranitt i fermò e mi chiese di restare.
"Signorina Lewis, ho notato che il tuo test è stato eccellente" affermò smanettando dei fogli sulla cattedra in marmo.
"Grazie, l'ho trovato semplice" risposi con modestia. 
"Molto bene." sorrise soddisfatta. "Volevo chiederle se potesse fare da tutor al signor Weasley" disse guardando alle mie spalle. Mi girai scattante, non mi ero affatto accorta che ci fosse pure George dietro di me.
"Potreste partire dalle basi, il signorino qua non si è presentato a molte lezioni lo scorso anno" dichiarò. George strinse le spalle al quanto imbarazzato.
"Ti chiedo un favore io, perché lui sarebbe troppo orgoglioso per chiederlo a chi unque" Sorrise.
L'idea di studiare con lui e fargli imparare addirittura le basi non mi entusiasmava più di tanto, già avevo l'immagine in testa del suo fastidioso sorriso beffardo. Ma annuì ugualmente.
"So bene che siete di case differenti ma troverete comunque del tempo per vedervi" Annunciò la professoressa. Quel vederci non mi suonava male ma imbarazzante.
"Va bene, lo aiuterò" confessai dopo dei momenti di silenzio.
"Perfetto, vi consiglio di iniziare già questo pomeriggio" ci sorrise la McGranitt prima di congedarci.
Passammo silenziosamente tra i banchi con quella sensazione velata di disagio.
"Non eri obbligata" mi fermò afferrandomi per un polso George.
"Lo so" dichiarai "ma non potevo negarlo alla professoressa"
"Avrebbe trovato qualcun' altro" alzò gli occhi al cielo.
"Ti disturba tanto studiare con me?"
"Non sono io quello disturbato dalla presenza dell'altro"
Alzai un sopracciglio. So che aveva ragione ma non lo avrei mai ammesso nemmeno sotto tortura.
Presi a camminare per allontanarmi verso la prossima lezione a cui lui non si sarebbe presentato.
"Allora ci vediamo oggi" Disse beffardamente.
"alle 6 in biblioteca" Affermai girandomi "Cerca di presentarti"
"Certo, lucciola"

All'ultima ora mi sentivo pesante, avevo una sensazione nel petto che sarebbe successo qualcosa che non sarebbe dovuto accadere. E questa cosa mi distraeva dal mio studio sulle piante.
A distrarmi dai miei pensieri fu un bigliettino a forma di cigno che mi arrivò in faccia. Lo aprii delicatamente sotto al bancone senza farmi notare dalla professoressa Sprout.
"Ti passo a prendere dopo Erbologia"
Non era firmato, nemmeno con un iniziale. Mi balenò in testa che appartenesse a George ma era una scrittura ordinata e precisa e lui era davanti a me, sicuramente non poteva essere sua. Me lo infilai dentro le maniche della camicia e prima di alzare e guardare la Sprout notai lo sguardo selvatico che mi lanciò George. Aveva un espressione indecifrabile incisa sul volto mentre osservava ogni mio movimento. Mi abbassai le maniche fino ai polsi e tenni stretto il foglietto di carta.

"Hai un ammiratore?" domandò Fred una volta finita la lezione. Non mi salta nemmeno in mente di avere uno spasimante segreto.
"No, sarà di Cedric" affermai sistemando i miei oggetti nella borsa di tessuto che avevo con me.
"Ah si Cedro" Sghignazzò lui. Ridacchia sentendo il nomignolo.
"Siete qualcosa?" Chiese nuovamente Fred.
"No" risposi categorica. Onestamente non lo sapevo nemmeno io, io vedevo Cedric come un vero amico e non ci avrei pensato a lui come qualcosa in più.
"Meglio" ghignazzò.
"Perché?" sollecitai io.
"Perché è meglio così" ridacchio nuovamente. Non sapevo che volesse dire onestamente.
George passò davanti a noi a passo felpato tenendo il braccio sulle spalle di una mia compagna di corvo nero. Lo stesso senso di fastidio della sera prima mi avvolse lo stomaco. Lui si girò tanto da far incrociare il nostro sguardo. La stessa espressione di sempre, vuota nei miei confronti.
Fred mi risveglio dai sogni tirandomi una spallata.
"ahi!! Ma che fai?" imprecai.
"Cadi dalle nuvole Luce" rise. Alzai gli occhi al cielo e continuai a camminare lasciandolo indietro.
"Ced!" sollecitai io una volta visto.
"Luce, ti è arrivato il biglietto?" sorrise. Io lo tirai fuori dalla manica e lo sventolai felice in aria.
"Andiamo a pranzo ho un certo languorino" Dissi facendolo ridere. 
"Dopo pranzo hai da fare?" Mi domandò Cedric scendendo le scale. 
"Nel primo pomeriggio niente, ma dopo devo fare da tutor a George" mi passò un brivido lungo la schiena e un formicolio alle mani soltanto a pensarlo. 
"Buona fortuna allora" Ridacchiò Ced "Poi voglio i dettagli" 
"Dettagli di trasfigurazione?!" sapevo dove avrebbe voluto arrivare.
"Certamente" mi fece l'occhiolino e io alzai gli occhi al cielo. 

Era quasi ora che avessi dovuto raggiungere la biblioteca. Salutai Cedric e mi avviai a passo lento. Di tanto in tanto mi fermavo a pensare alla bellezza di Hogwarts era unica e davvero spettacolare, un castello pieno di segreti.
Una volta raggiunta la biblioteca mi sedetti su un tavolo vuoto in attesa di George che arrivò poco dopo.
"Aspetti da tanto?" Chiese. Io negai con la testa e spostai la sedia per farlo accomodare. Notai che non aveva portato niente con se nemmeno una penna d'oca e una pergamena.
"Ma non hai portato niente?" Domandai sapendo già la risposta.
"Non ho avuto tempo Lucciola" Sbuffai e lo guardai di sottocchio.
"però hai avuto tempo per fotterti la mia compagna" bisbigliai talmente piano che per mia fortuna lui non si accorse nemmeno che avessi aperto bocca.
"Da cosa iniziamo?" Almeno si interessava un minimo.
"Le basi." affermai decisa sfogliando le prime le pagine del libro. "prima la teoria dopo passeremo alla pratica" sorrisi.
Quando voleva sapeva concentrarsi ed essere anche un minimo interessato a quello che dicevo. Era come se fosse incantato da quello che dicevo. E quando lui ripeteva io entravo in piccolo mondo sulle nuvole. 
"è giusto?" Mi sorprese con questa domanda.
"emh, si si" dissi con un tono di incertezza.

Era passata già quasi un ora che persi definitivamente l'attenzione di George.
"George concentrati" alzai gli occhi al cielo.
"No" espresse categoricamente.
"Eddai abbiamo quasi finito" protestai "Sei stato bravo fino ad adesso"
"Io sono sempre bravo" ghignò.
"Ci credono tutti guarda"
"Te lo posso giurare" ribadì. I nostri volti erano a pochi centimetri di distanza e la sua mano stretta sulla mia coscia. Io rabbrividii sotto il suo tocco.
"possiamo sempre continuare a studiare domani" disse flebile al mio orecchio.
"Ma manca davvero poco" protestai cercando di non cadere in imbarazzo. George prese tutte le mie cose e le infilò nella borsa.
"Adesso abbiamo ufficialmente finito" Rise.
"Sono io il tutor scelgo io cosa fare e quando!"
"Allora cosa vuoi fare Lucciola?" alzò un sopracciglio maliziosamente. "Sono disposto a tutto tranne che continuare qua" ghignò. In quel preciso istante non ricordo cosi mi passò per la testa, lo afferrai per un polso e lo portai via con me. Non sapevo nemmeno io dove e perché. Gesto troppo impulsivo? Palese. Ma meglio non tornare indietro. George era un misto tra perplessità e divertimento, ma decise di seguirmi sorridente come un bimbo.
Presi una direzione totalmente a caso e iniziammo a salire delle scale a sentimento.
Ci ritrovammo nella torre di astronomia, il sole stava tramontando, gli ultimi raggi ci illuminavano, il resto del cielo era limpido e la brezza settembrina ci accarezzava la pelle.
"Lucciola?"
"Mh?"
"adesso puoi lasciarmi la mano" ridacchiò George. La levai di scatto mimando delle scuse imbarazzata.
"Dai sto scherzando" sorrise. Mi prese nuovamente per mano senza una parola. Non mi lamentai ma accettai umilmente quel gesto di affetto. 
"Guarda da qui le luci della città" sospirai avvicinandomi alla staccionata, Hogsmade lasciava una spennellata di luci soffuse, era davvero magico.
"L'unica vera luce che vorrei guardare in questo momento sei tu".


Infondo George è un romanticone <3

<Lisa>

My neighbour ~George WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora