da me.

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"Luce, era solo un brutto sogno, sei troppo paranoica" Cercò di consolarmi Cedric. Non riusciva a capire, forse quello non era solo un sogno, era tutto troppo vero. 
"Non penso Ced, era tutto così..." 
"Vero?" Continuò lui al posto mio, io annuii debolmente con la testa. 
"Sarà sicuro ricollegato alle tue paure, pensaci bene Luce" 
Mi grattai la nuca pensierosa, Cedric aveva ragione. Avevo paura di essere troppo per Oliver e niente per George, mentre il tempo mi terrorizzava al pensiero di attendere tutte le risposte che volevo. 
A scuotermi dai pensieri furono le urla alle tribune di Grifondoro  e Serpeverde che esultavano fieri la loro squadra entrare in campo. 
Nonostante la vista offuscata dalla lontananza, lui fu la prima cosa che notai. Sembrava disegnato apposta dentro la sua divisa scarlatta, sembrava che il campo fosse suo e tutto il resto fossero soltanto estranei. 
Cedric mi tirò una piccola manata sulla spalla distraendomi dal mio mondo parallelo. 
"Smetti di sbavare" Ridacchiò facendomi arrossire. 
"Stronzo" Alzai gli occhi al cielo ricambiando il colpo di spalla.
Cessate le urla eccitate degli studenti comprese quelle di Cedric la partita iniziò subito dopo il fischio della professoressa Bumb. 
"Potter e Malfoy combattono per prendere quel fottuto boccino!!" Contestò Lee facendo alterare la McGranitt dalle sue parole. Lee era particolarmente dotato di una simpatia innocua che faceva smontare tutte le tribune dalle risate compresi i giocatori. 
Iniziai a preoccuparmi quando uno dei due bolidi stava arrivando in velocità sorprendente verso Harry mentre Ginny seduta dietro di me gli urlava di stare attento. Il bolide fu deviato e lanciato addosso ad un giocatore di Serpeverde. Mi veniva quasi da ridere sentendo Ginny ridacchiare e Ron tirare un sospiro di sollievo vedendo l'amico salvo. 

Harry riuscì finalmente a prendere il boccino portando Grifondoro alla vittoria per l'ennesima volta contro Serpeverde. Giusto in tempo perché il tempo iniziò ad ingrigirsi notevolmente. 
Molti studenti si recarono felici e altri delusi verso gli interni del castello senza rischiare di correre sotto la pioggia che sarebbe arrivata da li a poco. 
Io e Cedric eravamo quasi gli ultimi sulle tribune in attesa che la folla di gente si smaltisse. 
"Lucciola" Mi chiamò qualcuno, ma sapevo benissimo chi mi avesse chiamato. Mi girai con calma e uno stupido sorrisino mentre Cedric ridacchiava malizioso. 
"Dimmi Georgie" Dissi guardandolo in sella alla sua scopa fluttuante nell'aria. 
"Sono stato bravo non è vero?" La sua era sicuramente una domanda retorica. 
Io feci finta di essere schifata facendolo ridere. 
"Dai salta su" Fece cenno alla sua scopa. 
"No." risposi categoricamente. "Mai nella vita" Troppo pavida per farlo. 
"Dai non cadiamo te lo prometto" Sorrise come se fosse un cucciolo di Mooncalf. 
"Raggiungi i tuoi amichetti in spogliatoio e non rompere" Il mio tono materno fece ridere Cedric vicino a me "Io su quella scopa non ci salgo" 
George e Cedric si guardarono ghignando entrambi come se volessero fare qualcosa. 
"Ci siamo capiti Cedro?" Gli chiese George e Ced annuì ridendo. 
"Qualsiasi cosa vogliate fare io me la filo" Dissi impaurita cercando di fare dietro front. 
"Eddai Luce ti prometto che farò il bravo" Scossi la testa come una bambina. Era inutile, mi avrebbe potuto pregare in ginocchio che non avrei cambiato idea. 
"Va bene, Va bene" Si era arreso finalmente "Almeno un bacio per aver vinto la partita" 
Il mio dito medio si alzò come per magia, sicuramente mi avrebbe trascinato sopra la scopa, mai fidarsi. 
"Dai mica ti prendo" Alzò gli occhi cielo. "O mi dai un bacio oppure non pago madama piediburro"
Perfetto eravamo passati al ricatto, sapeva che non avrei avuto il coraggio di entrare in quella sala da tè per settimane, troppi sensi di colpa e imbarazzo. Gli dovevo dare un bacio, solo uno, cosa mai sarebbe stato glie ne avevo dati altri, lo dovevo fare per quella povera signora. 
Mi avvicinai cercando di rimanere più lontano possibili dalla staccionata. 
"Non ci arriverai mai Lucciola" Mi prese in giro George. Mi avvicinai un po' di più accontentandolo. Mi mancava poco per toccare la sua guancia con le labbra quando mi sentii sollevare da dietro.  Cedric mi stava sollevando dalle gambe a George mi prendeva per le braccia. Cercai di dimenarmi fin che potevo prima di rimanere sospesa con George. 
"No! Fermi!" Cercai in aggrapparmi alla staccionata per rimanere atterra ma rischiai di cadere quindi decisi di abbandonarmi davanti a George sul manico di scopa. 
"Cedric non te lo perdonerò mai" Dissi con voce tremolante stritolando il manico dalla paura. 
"Invece mi ringrazierai" Mi fece l'occhiolino prima di andarsene ridacchiando. Meno male che gli amici rimangono fedeli. 
"George ti scongiuro non fare niente di stupido" Dissi in fil di voce guardando avanti. 
"Te l'ho promesso" Mi rispose rassicurante prima di portare le grandi braccia davanti a me poggiandole sul manico per potere guidare la direzione avvolgendomi gran parte del corpo.  Tremavo dalla paura, stando sopra ad una scopa soffrivo di vertigini, sudavo freddo. 
George se ne accorse e cercò di volare il più in basso e piano possibile facendo larghi cerchi attorno a tutto il campo da Quidditch. La presenza calda di George e il vento che passava freddo e flebile attraverso la mia camicia leggermente scollata riuscivano quasi a calmarmi.
Arrivammo finalmente atterra che non sentivo più le mani dall'ansia e dal freddo, le ginocchia erano diventate gelatina e le labbra mi tremavano.
George dietro era tranquillo sapendo che non lo avrei attaccato per aver fatto qualcosa di stupido e pericoloso, mi sorrise.
"Non volevo farti congelare" Si scusò guardandomi mentre mi porgeva i suoi guanti da Quidditch. Gli afferrai sorridendo con gratitudine senza dire una parola.
Lui Ridacchiò vedendo che rispetto alle mie mani fossero enormi.
"Mi devo ancora cambiare" Disse sfilandosi la toga per le partite.
"Allora ti aspetto" Gli proposi. Lui annuì semplicemente ed entrò negli spogliatoi pensieroso. 
Il vento cominciò a soffiare più tagliente e freddo, il cielo era ancora più ingrigito e ad aspettarlo fuori mi congelavo. Bussai alla porta dello spogliatoio per vedere se potessi entrare ma non ricevetti risposta.
Entrai comunque sentendo subito il calore del vapore della doccia accesa dietro il muro. 
"George sono entrata faceva troppo freddo" Lo avvisai rimanendo girata verso la porta di uscita. 
"Ci credo vai in giro nuda" Disse con voce roca probabilmente uscendo dalla doccia. 
"Non vado in giro nuda!" Protestai fissando corrugata la porta, avevo soltanto una camicia un po' scollata e la solita gonna, niente di eclatante. 
"Come vuoi" Sbuffo divertito "Puoi anche girarti" 
Mi girai lentamente nella speranza di non trovare lui nudo, ma così non fu. Aveva un asciugamano bianco legato attorno alla vita lasciando scoperto il petto coperto di lentiggini e muscoli, mentre con un altro asciugamano si asciugava i capelli scompigliandoli. 
"Con Oliver?" Quella domanda mi destabilizzo. 
"Perché questa domanda?" Inarcai un sopracciglio. 
"Rispondi prima tu alla mia" Disse buttando la divisa da Quidditch nel borsone. 
"Penso di avertelo già detto" Gli ricordai durante il neo appuntamento alla sala da tè. 
"Si ma ci saranno stati progressi o no?" domandò.
"Quali progressi intendi?" Cosa intendeva? 
"rispondi prima alla mia domanda" Ordinò facendomi sbuffare. 
"No, niente progressi, perché?" 
"Così" Alzò le spalle "Giusto per chiedere" 
"Tu non chiedi mai giusto per chiedere" Era vero, George faceva domande quando voleva sapere qualcosa che riguardasse anche se stesso sennò non chiedeva senza una ragione. 
"Vero" Mi sorrise felice che lo conoscessi "Provi qualcosa per lui?" 
Rimasi in silenzio per qualche istante cercando di realizzare il fatto che mi avesse fatto quella fatidica domanda proprio lui. 
"Non lo so, io non so mai cosa pensare" 
George non mi diede il tempo di pensare che si avvicinò a me calmo. 
Le sue mani calde mi accarezzarono il viso, così come le sue labbra si posarono sulle mie. 
Era tutto intensamente caldo e tranquillo che mi sarei potuta sciogliere. Mi alzai i punta di piedi per raggiungerlo meglio.
Le sue mani mi cullavano la pelle fredda dei fianchi. Non riuscivo a respirare soltanto al pensiero che adesso a separarci c'era una camicetta e un asciugamano. 
Mi stuzzicava con estrema tranquillità l'elastico del reggiseno arrivando a slacciare i ganci con sorprendente facilita. 
Sembrava che riuscisse a toccarmi senza farlo mai, era vento che sfogliava le pagine del mio libro senza farlo. Riusciva sempre a risucchiare quel poco di innocenza che mi rimaneva e consumarla fino a farla scomparire ad ogni suo tocco. 
Le sue dita scivolarono  sempre più giù toccando e sporcando di calore l'orlo della gonna. 
La sua bocca mi mordicchiava la pelle tenera lasciando segni violacei nell'incavo del collo provocandomi fiamme in tutto il corpo. 
Le sue mani non giocavano più con il tessuto della gonna. 
Io ero imbarazzata, ero calda e umida sotto di lui, gli avevo fatto capire che lo volevo, aveva capito che volevo che mi facesse una di quelle cose proibite. 
Era la prima volta che provavo sensazioni del genere con qualcuno e la cosa mi destabilizzava chiudendomi in una bolla.
Presi a ribaciarlo con più voga e passione, mentre George spostava il leggero tessuto del mio intimo e apriva le porte al mio piacere. 
Gemetti sotto i suoi movimenti senza lasciare che i nostri visi si staccassero. Sapeva cosa fare, come muoversi e dove toccare e la cosa mi intimidiva confusa. 
I miei occhi si chiusero e il mio corpo tremò non appena arrivata all'apice del piacere. 
Io e lui, i miei gemiti e i suoi respiri suonavano in perfetta armonia. 
"Non lasciare che la tua bocca dica ciò che cuore e corpo non sentono" sospirò improvvisamente mentre cercavo di riprendermi sistemandomi la gonna. 
"Se mai provassi qualcosa per lui" Si bloccò per qualche istante sfiorandomi con le sue labbra "Non ti faresti toccare così da me."

Beh ragazzx che dire ;)

<Lisa>


My neighbour ~George WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora