Hoseok: Sacco da boxe

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Un pugno.

Hoseok sorrise, finalmente soddisfatto, e guardò il sacco da boxe.

Due pugni.

Non ne poteva più, doveva sfogarsi e aveva rimandato troppo a lungo quel momento. Ma ormai non gli impediva più nessuno di esternare tutte le sue emozioni tramite i colpi che dava.

Tre pugni.

Non riusciva a darsi un motivo per cui si trovava lì, sapeva soltanto di averne bisogno. Cos’era successo? In realtà, niente di apparentemente importante, ma si sentiva frustrato e deluso da se stesso. Deluso, perché non era riuscito a fare l’unica cosa che avrebbe voluto fare: aiutare la sua ragazza. Lei lo aiutava sempre, lei riusciva sempre a consolarlo, a tirargli su il morale, senza mai chiedere nulla in cambio se non il suo amore. E invece, per una volta che era lei ad essere triste, ad aver bisogno di essere aiutata, Hoseok aveva soltanto peggiorato la situazione, convintissimo di averle dato una mano. Non si era accorto dell’enorme danno, e come premio aveva ottenuto la sua freddezza.

Arrivò a dieci pugni senza neanche accorgersene.

Poteva essere più stolto? Poteva essere più egoista? La verità era quella: pensava solo a se stesso, ai suoi problemi, alle sue difficoltà, ai suoi litigi, e non si era accorto che anche Chaewon avesse problemi perfino più difficili. Eppure, ogni volta, lei indossava una maschera, sorrideva, diceva di stare bene... e Hoseok si fidava ciecamente, quindi perché non crederle? Perché diffidare? Nonostante questo, si era comunque accorto che ci fosse qualcosa che Chaewon gli stava nascondendo, e proprio per questo aveva insistito per farsi dire la verità: perché mentire? Perché dirgli che stava bene quando non era così? Non si fidava di lui? Non stavano forse insieme? E stare insieme non significava proprio poter fare sempre affidamento sull’altro?

Sferrò altri pugni, e si guardò le nocche: erano bianche, ma non stavano sanguinando… segno che stava tirando dei colpi perfetti. Strano, di solito si faceva male.

Si sentiva inutile. Ogni giorno, si poneva lo stesso obiettivo. Ogni notte, esprimeva lo stesso desiderio. Far stare bene Chaewon. Non chiedeva altro, perché la amava e desiderava il suo bene più di qualunque altra cosa al mondo. E provava a strapparle un sorriso, a chiederle di parlare delle sue passioni per vedere i suoi occhi brillare, a farle visitare posti nuovi per fare qualcosa di diverso… ma era tutto inutile, se nel momento del bisogno peggiorava la situazione. Era riuscito a dirle tutto ciò che non voleva sentirsi dire. Che stupido.

Perse il conto dei pugni che sferrò, talmente tanta era la rabbia che covava.

Adesso cosa avrebbe pensato Chaewon di lui? Non si sarebbe stupito se, da quel momento in poi, non avrebbe più contato su di lui neanche per le piccole cose. D’altronde, faceva bene: lui l’aveva fatta stare peggio, perciò perché continuare a sfogarsi? Hoseok non riusciva a fare pace con se stesso: non doveva insistere, aveva sbagliato e voleva dirglielo, ma soltanto dicendoglielo avrebbe insistito ancora di più sull’argomento e si sarebbe mostrato debole, così Chaewon avrebbe passato il tempo a consolarlo invece che sfogarsi. Era un ciclo senza fine in cui non voleva finire.

Si guardò ancora una volta le nocche, vedendo del rosso. Inevitabilmente sorrise.

Non sapeva che fare. Non sapeva come rispondere all’ultimo messaggio che la sua amata gli aveva mandato. Voleva restare da sola, e Hoseok questo lo accettava. Ma il comportamento che aveva assunto Chaewon era insolito, non ci era abituato, e per questo esitava.

Riprese a sferrare pugni con più foga.

L’aveva trattata male, questo era ovvio. E, adesso, stava ricevendo la punizione peggiore di tutte: non poter sapere niente di ciò che stava vivendo Chaewon, mista alla consapevolezza che lui era semplicemente il nulla. Come avrebbe potuto guardarla ancora in faccia? Come avrebbe potuto risponderle all’ultimo messaggio che aveva ricevuto? Come avrebbe potuto chiederle di uscire il giorno dopo, proprio come si erano organizzati? Aveva paura di ricevere l’ennesimo, freddo rifiuto. Non voleva. Non voleva perché si conosceva, e sapeva che una cosa del genere l’avrebbe distrutto definitivamente. E Hoseok era egoista, non voleva soffrire così tanto, anche se forse se lo meritava.

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