Seokjin: La corsa

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"It's okay to fall
Run, run. Run, again
It's okay to get hurt
I'm alright, even if I can't have you
Don't tell me, don't tell me
Don't tell me bye bye"

Seokjin aveva completamente perso la cognizione del tempo.

Quanto tempo era passato da quando lo aveva scoperto? Non sapeva dirlo. Aveva visto la bacheca dell'università, era tornato a casa ed aveva cominciato a prendere a pugni il sacco da box.

Si guardò le nocche: sanguinavano.

Poco importava. Sferrò un altro pugno ed un forte bruciore lo scosse, costringendolo a concedersi una pausa.

Seokjin spostò lo sguardo per terra, dove vide il libro su cui aveva speso oltre tre mesi. Venne pervaso da una scossa di rabbia ed uscì fuori dall'appartamento per cercare di sfogarsi in un altro modo. Prendere a pungi il sacco non era bastato, Seokjin si sentiva ancora arrabbiato, frustrato e deluso da sé stesso come mai prima d'ora.

Quando il suo cellulare squillò, fu tentato di non rispondere alla chiamata ed ignorare il mittente per tutto il giorno.

Poi, dandosi del bambino ed arrabbiandosi ancora di più per questo, lo estrasse dalla tasca posteriore dei jeans e rispose, in attesa che l'altro parlasse.

«Hyung, devi venire il prima possibile, c'è un problema enorme!» esclamò di fretta il suo migliore amico.

«Cosa avete fatto, Hobi?» domandò scocciato Seokjin, emettendo un lungo sospiro per cercare di calmare la sua collera.

«Stiamo al porto, Tae e Kook hanno litigato. Jimin è intervenuto ed ha spintonato Kook, lui lo ha tirato a sé e sono entrambi cascati in acqua! Come se non bastasse, per aiutarli, anche Tae è caduto! Yoongi hyung sta ancora male e non può faticare, mentre io e Namjoon da soli non riusciamo a tirarli fuori. Ci servi, è davvero urgente. Stanno nuotando a fatica, ho paura...» Hoseok cominciò a balbettare sempre di più, terrorizzato come non mai dalla situazione.

«Va bene, dannazione, arrivo. Un minuto e sono lì.» Seokjin chiuse la chiamata.

La preoccupazione lo pervase e riuscì a non pensare più alla rabbia che stava provando in quel momento.

Uscì ed iniziò a correre verso il porto che distava poche centinaia di metri da casa sua.

Iniziò ad avere il fiatone, mentre il vento colpiva la sua faccia, più pungente rispetto alle scorse volte.

Quanto tempo era passato dall'ultima volta che Seokjin aveva corso? Si era dimenticato cosa si provava: quel senso di libertà, di appartenenza alla natura, di poter sconfiggere il vento che gli andava contro... era passato troppo tempo, ma era riuscito a scoprire di nuovo quelle emozioni nascoste nel profondo del suo cuore.

Riuscì finalmente a sfogarsi: quella corsa era più efficiente di centinaia di pugni.

Una lacrima gli solcò il viso, forse per il vento in faccia, forse per la frustrazione che si era tenuto dentro.

Quando arrivò, Seokjin dovette sforzarsi con tutto sé stesso per rallentare e riprendere il passo normale di sempre.

Nell'esatto momento in cui frenò la corsa, si sentì euforico. Ma quell'euforia durò per pochi secondi, crudelmente sostituita da un senso di vuotezza mai provato prima. Qual era la ragione per cui era così... apatico?

Improvvisamente sentì degli urli, ma erano ovattati, lontani. Seokjin era concentrato su sé stesso, non riusciva a decifrare quelle grida che non stava neanche cercando di ascoltare con attenzione.

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