MelanyNon posso crederci!
Mi ha chiesto di fare degli orari straordinari, come se potesse deciderlo cosi dal nulla. Sono stata molto specifica riguardo i miei orari, quando ho compilato il mio curriculum.
Tiro fuori il telefono prima di uscire e chiamo Jenny, e mi stupisco quando sento la voce di un uomo <<Salve, Jennifer è momentaneamente uscita, ha dimenticato il telefono a casa>> sono scioccata, al solo pensiero di lei che si impegna in una relazione seria, ma allo stesso tempo sorrido, ne sarei davvero felice.
Mi dirigo fuori, verso il taxi che mi sta aspettando, e dico <<Oh, mi scusi, non sapevo che Jennifer fosse in compagnia>>
<<No, non si preoccupi, sta per tornare. Vuole che le dica qualcosa?>> gli riferisco che tra qualche minuto sarei arrivata a casa.
Il taxi imbocca il viale dell'appartamento di Jennifer, parcheggia l'auto e io mi prendo qualche minuto prima di scendere, cercando di far affievolire lo stress accumulato durante la giornata con un paio di respiri profondi. Penso che sia la prima volta da stamattina che riesco finalmente a respirare con un ritmo regolare. Non ho molto tempo per me stessa ultimamente.
Vedo J fiondare fuori la testa dalla finestra <<Tesoro, eccoti, vieni dentro>> il tono della sua voce mi riporta alla realtà. Mi slaccio la cintura di sicurezza e corro dentro.
<<Per caso devi dirmi qualcosa?>> <<dov'è lo sconosciuto che mi ha risposto al tuo telefono?>> la fisso.
<<È andato via, sarà una serata tra sole donne>> spalanco gli occhi, e scoppiamo a ridere <<ah, maledizionee!!!>> dice e si precipita in cucina in tutta fretta.
L'ultima volta che ha provato a cucinare siamo finite a mangiare delle alette di pollo con della paprika però completamente bruciate. Non voglio nemmeno parlare del retrogusto che mi hanno lasciato in bocca. La seguo velocemente in cucina, proprio mentre l'allarme antincendio inizia a trillare. <<Santo Dio, J, tutto okay?>> agguanto il panno che trovo vicino, mi piazzo sotto l'allarme e lo uso per sventolare via il fumo.
<<Gesù, Gesù, Gesù>> blatera, e quando torno con lo sguardo su di lei la vedo tirare fuori dal forno una teglia con del pollo carbonizzato fumante. Ci risiamo!!! <<oh Dio, oh Dio, oh Dio! Scusami! Sono stata impegnata con il mio personal train, abbiamo fatto dei nuovi esercizi e ho completamente dimenticato di avere del cibo in forno, credevo di averlo spento!>> mi spiega, mentre si avvicina al lavello con la teglia, apre l'acqua e vi immerge quei resti fumanti che una volta erano pollo.Si certo gli allenamenti. Sorrido.
Lo sfrigolio dell'acqua che colpisce il metallo incandescente riempie la stanza che è diventata silenziosa, insieme a un fumo dall'odore di bruciato che potrebbe far di nuovo partire l'allarme.
Faccio l'unica cosa che posso fare in quel momento, ovvero continuare a sventolare <<Oh, Jenny, che cosa mangiamo, adesso?>> chiedo mentre lei batte una volta le mani.
<<Ah! Ho dell'avocado e dei pomodori che possiamo condire e...>> prima che possa finire la frase, le urlo un fermo <<No!>>
Lancio un'occhiata al casino che è diventata la cucina e so che adesso anche io dovrò aiutarla a pulire. <<Okay, un attimo. Vado a cambiarmi, mi metto comoda. Tu..>> la indico con un dito <<inizia a pulire questo casino. E trovami qualcosa per fare una pasta veloce.>>
Fa un lamento <<Mmmh, e va bene.>> le rivolgo uno sguardo.
<<Bene, arrivo tra un secondo>> sposto il dito da lei alla sua cucina <<tu.. inizia!!>> salgo al piano di sopra, dove Jenny mi ha fatto sistemare in una camera da letto tutta mia.
Mi tolgo i vestiti del lavoro e mi infilo un paio di pantaloncini della tuta e una t-shirt. Ora sono in modalità comoda. Torno di sotto e vedo che Jenny sta mettendo le cose in lavastoviglie.
<<Ah, ottime notizie>> mi informa <<ho trovato del riso freddo, così possiamo condirlo con qualsiasi cosa tu voglia. Gnam!>>
Scuoto la testa e rido di lei, mentre comincio a preparare le verdure per un'insalata di riso.
Dopo aver preparato tutto e aver aggiunto il riso, mescolo con un po' di aceto e aggiungo giusto una spolverata di parmigiano.
<<La tavola è pronta>> mi guarda da dietro il tavolo e commenta, lamentandosi <<non posso crederci, lo hai rifatto. Ci hai messo dentro il formaggio. Nell'insalata di riso?>> mi avvicino e le sussurro all'orecchio <<Era giusto una spolverata, va tutto bene. Non denunciarmi alla polizia vegana. Faremo finta che non sia successo niente.>> ridiamo e io metto del riso nel mio piatto. Sento il frigo aprirsi e poi un grido arriva da dietro di me.
<<Lo sapevo!>> dice tirando fuori uno delle tante cose congelate <<guarda! Ravioli al tofu! Sono salva.>> si esibisce in un balletto, mentre si dirige al microonde, alzando le braccia in aria e scuotendo il sedere, e poi infila dentro la vaschetta <<oh, sì, oh, sì, oh, sì!>> continua a ballare, finché il microonde non fa un "bip". Tira fuori il suo piatto pronto, solleva la pellicola di plastica trasparente e me lo sventola sotto il naso.
<<Mmh sarà buonissimo, vero?>> sollevo le sopracciglia e annuisco, ma la sto prendendo in giro al cento percento.
Durante la cena, mi racconta di come è andata la sua giornata e che ha trovato tramite l'agenzia di una sua amica alcuni appartamenti, anche economici, che dobbiamo andare a visitare. Poi mi racconta anche di questo suo amico "personal trainer" e noto con mio grande piacere che per la prima volta sembra davvero presa da un uomo. La prendo un pò in giro sorridendo perché per come è fatta lei, è una cosa davvero spassosa, sono piegata in due dal ridere, non ci credo che alla mia migliore amica possa piacere così tanto un uomo.
Eppure sembra davvero essere felice. Dopo tanto tempo.
Per le nove, circa, ho fatto già un bel bagno. Sono pronta a crollare nel mio bel lettuccio, ma decido di andare a dare un'occhiata al piano di sotto e trovo delle candele accese e un bicchiere pieno di vino bianco ghiacciato, freddo al punto giusto.
<<Sappi che se non fossi la mia migliore amica e mi piacessero le donne, ti sposerei ora stesso>> commento, con la voce svenevole, poi afferro il mio bicchiere e mi raggomitolo sulla poltrona con i piedi sotto al sedere.
Lei mi sorride <<Dai, so che vuoi sfogarti, raccontami di questo nuovo capo>> mi sprona, sorseggiando il suo vino.
<<Da dove inizio?>> chiudo gli occhi, cercando di allontanare l'immagine mentale di lui che mi fissa. Tento, con impegno maggiore, di non raffigurarmelo che incombe su di me. E con uno sforzo ancora più grande, evito di pensare a lui mentre si spoglia, davanti a me e mi fissa.
<<È cosi bello? Da lasciarti senza parole?>> mi chiede. Annuisco e finisco il vino in una lunga, soddisfacente sorsata. Prendo la bottiglia, tiro via il tappo con uno schiocco e mi verso un altro bicchiere. <<Fin troppo bello.>>
<<Palestrato? Tatuato??>> mi domanda e in quel momento capisco dove vuole andare a parare ancora una volta. Prima le domande a bruciapelo, poi la lunga discussione, quella seria.
<<Palestrato lo è di sicuro>> rispondo, quindi faccio una pausa per prendere un altro sorso dal bicchiere, che è già vuoto per metà. <<per quello che sono riuscita a vedere>> credo che il vino mi stia andando alla testa alquanto velocemente, perché mi guardo intorno, prima di sussurrare. <<credo che abbia dei quadratini di cioccolato al posto dell'addome>> mentre finisco il resto del vino
o si diceva tartaruga?
<<Capelli? E gli occhi?>> mi riempie di nuovo il bicchiere.
<<Castani entrambi, con dei filamenti color miele>> Bevo un altro po'.
<<Ha la barba? Potresti prendere un irritazione sulla pelle!>> sollevo lo sguardo e arrossisco leggermente.
<<Secondo me dipende dall'ora del giorno. In un momento sembra rasato alla perfezione, poi sembra come se nel pomeriggio gli fosse venuta un'ombra di barba>> appoggio il capo sullo schienale della poltrona, chiudo gli occhi, mi mordo le labbra e subito mi appaiono i suoi occhi, il sorrisetto che mi ha rivolto, il modo in cui mi ha chiesto se avessi un compagno, evitando di deglutire prima che io rispondessi. E poi, il modo in cui il suo sguardo si è illuminato di perversione.
<<Oddio Mel, ma lui ti piace?>> riapro di scatto gli occhi e la guardo.
<<No! Assolutamente, per niente. Assolutamente no. Non mi piace affatto.>> scatta a ridere e prende un altro sorso. <<mi ha tagliato la strada con la moto, J, e poi quello stronzo non mi ha nemmeno chiesto come stavo!>> mi difendo.
<<Ma che cazzo dici???? E' lui il tuo nuovo capo?>> si mette a gridare di gioia <<non posso crederci cazzo, l'uomo dell'incidente in Italia? Ma questo è un segno del destino. Non può spiegarsi, altrimenti>> <<e tu.. tu ti sei presa una cotta! Non c'è stato nessuno finora che ti abbia presa così tanto. Be', da quando...>>
<<Ehn no!>> Le punto il dito contro. <<non ti permetto di continuare. Quello è un capitolo della mia vita morto e sepolto. Non esiste più già da molto tempo..>> mi verso l'ennesimo bicchiere e rovescio qualche goccia sul tavolo.
<<Pensi che si rada... diciamo mmh.. proprio li, hai capito!?>> mi chiede, mentre appoggia il bicchiere sul tavolo e io me ne verso un altro, ancora.
<<Cristo!! Non ne ho idea, ma è molto probabile che lo fa. Cioè, chi è che non lo fa, al giorno d'oggi?>> la scruto, domandandolo anche a me stessa.
<<Tante persone ormai amano sentirsi libere e lasciare le loro "cose" al naturale; non c'è nulla di sbagliato in ciò. Aspetta. A meno che tu non gli debba succhiare il cazzo, perché in quel caso tutto cambierebbe. Non è che una si debba strozzare con i peli lasciati in giro qua e la. Infatti, se pensi che luì non si depila, allora scappa. Corri finché sei in tempo, perché è un segnale di pericolo>> scoppiamo a ridere e le rivolgo un cenno di assenso. Dovrei prendere appunti. Credo proprio che dovrei prendere appunti, così me lo ricorderò.
<<Che scarpe indossava?>>
<<Era sul nostro stesso aereo, ti rendi conto? Era vestito ancora in modo casual, non si è mica cambiato, come me. Comunque belle. Semplici sneaker bianche, perfette per il suo abbigliamento.>> la fisso, con gli occhi sbarrati <<e sopratutto sembrava.. beh.. così pulito>> non io che prima di andare a lavoro sono dovuta correre a rinfrescarmi e cambiarmi. Ma d'altronde era il mio primo giorno e dovevo fare bella figura.<<sai che odio quando qualcuno sa di sporco. Che schifo!>>
<<E il sorriso? Come sono i suoi denti? Dritti? Storti? Bianchi? Alito cattivo?>> inclino la testa di lato per cercare di ricordarmi se ieri mi abbia sorriso. Lo rivedo rivolgermi un sorrisetto, un'occhiataccia, rivedo alcune sue smorfie, ma non credo di avergli visto i denti <<Non lo so, non ha sorriso molto. Per nulla, direi>>
<<E le mani? Sono grandi?>>
<<Grandissìme!>> mimo una misura esagerata per farle capire quanto siano grandi <<tanto così>>
La domanda successiva mi spiazza <<E il suo cazzo? Pensi sia grosso?>> mi blocco.
di nuovo questa domanda
<<Credo di si. Per essere così bello...>> <<per forza>> <<anche se a pensarci meglio, forse è per quello che è così stronzo! Ha l'uccello piccolo. Si! Ripensandoci è molto probabile>> la guardo, aspettando una sua risposta <<cioè pensaci, che motivo avrebbe di sarebbe così tanto figo e allo stesso tempo cosi stronzo, a meno che...>> mi scappa una grossa risata <<a meno che non ce l'abbia talmente grosso da fargli addirittura male mentre si siede>> mi schiaffo una mano sulla bocca e scoppio a ridere ad alta voce <<ad ogni modo, non potrei mai andare a letto con lui. È il mio collaboratore, quasi posso definirlo il mio capo, inoltre non credo possa piacergli una come me>> mi alzo dalla poltrona, afferro il bicchiere e rovescio il vino sul pavimento.
<<Dovresti avere un animale in casa, così se qualcosa cade sul pavimento può leccarlo>>
come vorrei facesse lui con me. Alzo lo sguardo verso Jenny e mi accorgo che sta ridendo in silenzio. <<anzi no, ancora meglio, prendi un cane e lo addestriamo a mordere il mio capo?>> non mi rendo conto di aver parlato di continuo senza prendere fiato!
<<Bella questa!! Penso che tu debba prendere una sua foto e un suo maglione, così possiamo usare il suo odore. Addestreremo il cane ad attaccarlo non appena gli si avvicina.>> la mia bocca forma una O.
<<Ooh, dobbiamo farlo sul serio>> aggiungo.
E con questo la conversazione finisce.
Poi, non so come, mi ritrovo sdraiata a letto, con Jenny vicino a me <<Credi che io possa davvero piacergli? Forse sono davvero brutta? O grassa?>> mi accarezza la guancia.
<<Ma cosa dici? Cazzo no, no che non lo sei. Ma guardati sei uno schianto! E di certo non sei grassa. Si comporta come se non gli piacessi, perché probabilmente, gli piaci troppo>>
<<Dubito che potrebbe piacergli una come me. Anche se ha ammesso che ho il culo sodo. Quindi vuol dire che me l'ha guardato, giusto?>> mi scosta una ciocca dietro l'orecchio.
<<Certo che te lo stava guardando, chi non lo farebbe?>> chiudo gli occhi.
La stanza gira, mentre la giornata mi si ripete nella testa. Mi addormento con la voce di J che dice di voler provare alcune ricette, tutte super fit, ovviamente.
Il suono della sua voce mi culla, mentre mi immergo di nuovo nella giornata appena trascorsa, e mi rivedo seduta alla scrivania, cosciente del fatto che mi stia guardando, percependo i suoi occhi su di me.
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Doctor G.
ChickLitMelany: Cambiare città a causa del mio lavoro era tra le ultime cose che potessi immaginare. Per non parlare dei nuovi colleghi. Uno in particolare! Stronzo arrogante e presuntuoso, la mia vita professionale si è trasformata in un inferno! Eppure su...