GabrielNel momento in cui mi ha detto che avrebbe fatto un brunch nella sua nuova casa, mi sono attivato per organizzargli un'altro bellissimo scherzetto.
Questo è successo dopo che ho chiamato la lavanderia per chiedere se avessero cambiato il sapone, ed è stato allora che ho saputo che i miei vestiti erano stati riportati lì, con la bizzarra richiesta che fossero lavati di nuovo e più di una volta.Hai capito quella stronzetta?!
C'è voluto quasi un intero giorno affinché il gonfiore alle palle sparisse del tutto. Ho passato ore ed ore a pregare qualsiasi dio che mi veniva in mente, perché ritornassero alla normalità. Non volevo davvero che mi rimanessero le palle così grandi.
Perciò, quando mi sono finalmente calmato, ho iniziato ad escogitare un piano.
Ho trovato il suo nuovo indirizzo di casa nell'elenco telefonico aziendale, al quale solo il dipartimento delle Risorse Umane e i dirigenti possono avere accesso. A quel punto, mi sono messo a cercare un posto nelle vicinanze che vendesse accessori per feste a tema erotico. Ho chiamato l'organizzatrice di eventi a cui in genere mi affido e lei è stata davvero professionale e mi ha stupito il fatto che non abbia battuto ciglio per quelle mie strane richieste.
<<Ti sto chiedendo qualcosa di troppo strano?>>
<<Gabriel, ti sorprenderesti se ti dicessi cosa mi è stato chiesto di trovare in passato, fidati!
Cosa saranno mai dei peni? Ti prego. Di questi tempi, è come cercare le decorazioni delle principesse>>
Dopo averle detto cosa volevo, ha organizzato il tutto affinché venisse consegnato nell'orario che desideravo. Ho chiamato Jamie e gli ho domandato se gli andava di uscire con me per un pranzo, ma senza fornirgli altri dettagli, nel caso avesse cercato di dissuadermi dall'idea.
Quando ci siamo presentati di fronte alla casa di Melany, gliel'ho rivelato.
<<Dove cazzo siamo? Credevo avessi detto che saremmo usciti per un pranzo>> occhieggia le varie abitazioni con la staccionata bianca.
<<Si e ci andremo, ma prima facciamo una sosta. Devo prendere i miei vestiti, quelli che ho mandato a lavare tramite Melany>> gli spiego, mentre scendo dalla macchina.
Quando arriviamo davanti alla casa, mi chiede <<Perché siamo a casa di Melany?>>
<<Sta ospitando un brunch ed ha i miei vestiti>> <<e può darsi che le abbia mandato delle decorazioni diciamo.. un pò sgradevoli>> dico, prima di dirigermi verso il lato del cancello.
La prima cosa che noto sono i palloncini. Cazzo, l'organizzatrice di eventi non stava scherzando, quando ha detto che avrei potuto davvero richiedere di tutto.
<<Porca troia, questa volta ti taglia l'uccello con il filo interdentale fratello!>> sento sbottare Jamie, prima di bussare ed entrare nel giardino sul retro. Mi blocco a metà strada quando mi rendo conto che non si tratta solamente di un pranzo in famiglia.
Ha organizzato una vera e propria festa, ci sono circa quindici o più persone sparpagliate nel giardino. Ovviamente, Jamie mi viene addosso, con la bocca che si apre di scatto e poi si chiude, scioccato <<Merda>> sussurra <<fratello, penso che stia per piangere>> dice e sposto lo sguardo su Melany.
Quando avevo escogitato questo piano, credevo che avrebbe intercettato le decorazioni prima che arrivassero gli ospiti. Pensavo che avrebbe passato l'intera mattina a nascondere e a sbarazzarsi di quella roba, e poi sarebbe stata guardinga per tutto il resto della giornata, temendo altre strane consegne.
Mi incammino verso di lei e la donna con cui sta parlando che, chiaramente, dovrebbe essere sua madre. Sua madre che, proprio in quel momento, addenta un biscotto a forma di pene. Mi presento a lei e a suo padre con tutto il fascino che riesco a sfoderare. Non sono del tutto sicuro del motivo per cui lo faccio. Di solito, scappo lontano dai genitori.
Mi rendo conto che sta per avere una crisi di nervi, perché volta bruscamente le spalle ai suoi genitori e si precipita dentro casa.
<<Scusatemi>> dico ai suoi genitori e la seguo in casa.
Si dirige in bagno e sbatte la porta alle sue spalle, ma non prima che io riesca a incastrarci una scarpa in mezzo per non farla chiudere.
<<Sul serio? Cosa vuoi ancora da me?>> mi fissa.
Mi sposto sulla testa gli occhiali da sole, che avevo ancora sul naso. La scruto, mentre tenta coraggiosamente di mantenere la dignità, e mi accorgo delle lacrime che le riempiono gli occhi. Sbatte le palpebre diverse volte e raddrizza la schiena, per fronteggiarmi << non ti sei già vendicato abbastanza, oggi?>> solleva le mani verso l'alto ed è in quel momento che mi accorgo che quello che indossa abbraccia ogni curva del suo corpo. Il vestito con le bretelle sottili si modella perfettamente al suo seno pieno e la parte inferiore le accarezza la figura, proprio nei punti giusti.
<<hai bombardato di peni la festa per l'anniversario dei miei genitori!>> mi appoggio allo stipite della porta e incrocio le braccia sul petto.
<<E tu mi hai fatto diventare le palle grandi quanto due cazzo di pompelmi. Credevo che fossero sul punto di esplodere>> ribatto
<<Ma non è vero..>> prova a negare, senza convinzione. Interrompe il contatto visivo e abbassa lo sguardo sulle sue scarpe per un attimo, prima di raddrizzare le spalle e piantare gli occhi nei miei. <<questo però, questo... è stato davvero troppo>> Mi prendo un attimo prima di rispondere e per la prima volta le do ragione, sono stanco anche io di questi stupidi giochi <<Allora che ne dici se dichiariamo una tregua?>> le chiedo.
Non ho idea del perché io stia cercando di ingraziarmela << non credo di poter continuare. Sono quasi morto e i miei testicoli stavano per esplodere>> le dico.
<<Va bene>> è d'accordo con me quindi allunga una mano per stringere la mia.
Sollevo la mano a mia volta, e mi accorgo che si modellano perfettamente l'una all'altra. Mentre registro la sensazione della sua mano nella mia, mi accorgo che è morbida, delicata e allo stesso tempo forte. Nel momento in cui la sua mano scivola nella mia, sento il battito del mio cuore accelerare. Accarezzo la sua pelle morbida con il pollice, cercando di pensare a un motivo per non tirarmela contro e piantare le mie labbra sulle sue.
Il ricordo del suo corpo contro il mio, al lavoro l'altro giorno, ancora mi aleggia nella mente.
<<Tregua..>> sussurro, con il pollice che ancora le accarezza la pelle.
Abbassa lo sguardo sulle nostre mani e sembra che non stia nemmeno respirando. La sento avvicinarsi sempre di più, a me. Poi, un attimo prima di percepire il suo corpo appoggiarsi al mio, qualcuno bussa con forza alla porta.
<< Ehi, non vorrei interrompere nulla, ma Giò sta chiedendo di te>> mi lascia la mano all'improvviso, come se fosse una patata bollente e mi spinge di lato per poi aprire la porta.
La sua migliore amica le rivolge un sorrisone e James è proprio dietro di lei.
<< Che significa che Gió sta chiedendo di me? Che posso farci?>> la sento domandare, con la voce che si impenna a ogni domanda.
<<Salve>> la ragazza spinge Melany da un lato. <<sono Jennifer, diciamo sua sorella, poco fa non abbiamo avuto il tempo di presentarci..>> mi pone la mano facendomi l'occhiolino.
<< È la mia migliore amica e tra poco si troverà anche fuori di casa, se non si toglie dalle scatole>> il tono di voce di Melany è arrabbiato.
Sento James ridacchiare alle sue spalle. Melany si volta e lo indica << E tu.. Se scopro che lo hai aiutato, questa cosa finisce come..>> sibila e gli si avvicina, quando riprende a parlare <<come quando inizi a far parte della mia lista nera..>> quindi, si allontana.
<<Che cazzo significa "finire sulla lista nera" di Melany?>> Jamie si gira verso Jennifer, in cerca di una risposta.
<<Ah, anche io una volta sono finita su quella lista>> gli si avvicina << e pregherò affinché voi non ne facciate mai parte!>> mi rivolge uno sguardo e poi ritorna su James.
<< È stato come vivere in un film horror, forse anche molto peggio>> la faccia di Jamie sbianca a quell'informazione.
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Doctor G.
ChickLitMelany: Cambiare città a causa del mio lavoro era tra le ultime cose che potessi immaginare. Per non parlare dei nuovi colleghi. Uno in particolare! Stronzo arrogante e presuntuoso, la mia vita professionale si è trasformata in un inferno! Eppure su...