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Melany



Sapevo che presentarmi qui stasera vestita così lo avrebbe lasciato senza parole. Non mi sono mai sentita tanto sexy come mi sento con questo look. Tuttavia, non sono l'unica vestita per fare colpo. Gabriel indossa un completo blu scuro di sartoria, abbinato a una camicia bianca inamidata dal taglio classico, con i bottoni del colletto slacciati ed è senza cravatta. Ai polsini ha dei gemelli d'oro con il monogramma del suo nome e un orologio Maserati d'oro spunta fuori dalla manica. Un paio di Ferragamo marroni lucide, ho un debole per le scarpe, non c'è niente da fare, completano il pacchetto. E che pacchetto.
Cerco di non guardarlo, da dove sono seduta al bancone del bar, ma con la coda dell'occhio lo vedo venire nella mia direzione. Quando mi afferra la mano e allaccia le sue dita alle mie, so già che andrò a casa con lui, stasera. Be', quello e il fatto che mi dice di non azzardarmi a muovermi. Ero quasi tentata di farlo, per vedere come avrebbe reagito. Mentre lo osservavo, durante il brindisi, mi sento molto fiera del risultato che ha ottenuto. Lo guardo, mentre si dirige verso di me <<Sei meravigliosa questa sera, piccola>> mi dice e mi accarezza la guancia con il pollice <<dimmi che verrai a casa con me più tardi>> faccio un passo in avanti, sul punto di dirgli che con lui andrei ovunque.
Gli sorrido, poi do un'occhiata oltre la sua spalla, e in un secondo le sorti della serata cambiano. Il sorriso mi scompare dal volto e la schiena mi si irrigidisce, mentre un impeto di rabbia mi assale <<Gió? Che ci fa lui qui?>>
Vedo Gió che entra con la mia ex segretaria Carola, lavorava per me quando ero in Italia ed eravamo davvero molto legate. È praticamente agganciata al suo braccio. Tutta questa situazione mi butta un po' giù. Fino a poco tempo fa voleva un nuovo inizio con me ed è vero che quando stavamo insieme non ho mai partecipato molto alle sue attività, perché avevo sempre qualcosa da fare a lavoro, ma mai mi sarei immaginata di trovarmelo qui stasera. Per me era già un capitolo chiuso. Pensavo che non lo avrei più rivisto, e invece..
Gabriel si volta, per vedere chi stia fissando, e vede Gió con la sua donna camminare verso di noi, tenendosi la mano.
<<Che cazzo ci fa lui qui?>> dice, a mezza bocca.
Non ho la chance di dirgli tutto quello che vorrei. <<Ciao, Melany, cosa ci fai qui?>> mi domanda Gió, quando si fermano di fronte a me.
<<Ehm...>> le parole mi rimangono incastrate in gola.
<<Melany ha contribuito a rendere possibile questa serata>> risponde Gabriel al posto mio, posandomi una mano sulla pelle nuda della schiena.
<<Gabriel Morrison>> allunga l'altra mano, per stringere quella di Gió.
<<Gió Burton, il compagno di Melany>> risponde.
<<Ex fidanzato>> preciso, scolando il resto dello champagne <<ex..>> poso gli occhi su Giò e poi li sposto sulla donna <<e lei invece è Carola, la mia ex segretaria dell'Italia. Un sacco di ex questa sera>> rido nervosamente.
<<Ah, aspetta>> Gió schiocca le dita <<ma tu sei quello che tutti chiamano "Lo Stronzo"?>>
Gabriel fa finta di non sentire, per non rovinare questa serata, mentre afferra un calice di champagne da un cameriere che sta facendo il giro e me lo porge, prima di posare il mio bicchiere vuoto sul vassoio.
<<Si, esattamente. Sono io, sì. In carne ed ossa>> gli sorride per sdrammatizzare, ma io capisco che è abbastanza innervosito.
<<Ma voi due vi frequentate?>> chiede Gió, sollevando le sopracciglia. Non so come rispondere. Non abbiamo mai discusso della nostra relazione. Fare sesso, farci impazzire a vicenda, sì.
Frequentarci, ehm.... è complicato.
<<Sì>> afferma Gabriel <<e se adesso volete scusarci, ho visto qualcuno che devo salutare>>
Quando mi afferra la mano, rivolgo loro un cenno di saluto con il capo e lo seguo, ovunque mi stia portando. Oltrepassiamo la coppia che è appena entrata dalla porta e a giudicare dalle grida che si alzano e dai flash delle macchine fotografiche, mi rendo conto che deve trattarsi di qualcuno di importante.
<<Dave>> saluta Gabriel, alzando una mano nella loro direzione. La coppia ci viene incontro e non posso fare a meno di fissarli.
L'uomo è imponente e bellissimo, ovviamente, non bello come Gabriel, ma ha comunque quel tipo di fascino che ti fa rimanere a bocca aperta.
Gabriel mi lascia la mano, per stringere quella dell'amico e attirarlo a sé in un abbraccio.
<<Amico mio>> dice Gabriel
<<È bello vederti>> risponde Dave, rivolgendogli un sorriso sereno.
<<Grazie per essere venuto>>
<<Non me lo sarei perso per nulla al mondo. Inoltre, passiamo la notte in albergo, finalemnte un po' da soli, dove ho pianificato di approfittarmi di Dafne in tutti i sensi>>
Porto lo sguardo sulla donna al suo fianco, che si limita ad alzare gli occhi al cielo.
<<Ma per piacere, sono tutte chiacchiere. Ultimamente, si addormenta prima dei bambini>> ride del marito.
<<Questa sera ti faccio vedere io chi si addormenta>> ribatte e poi si gira a guardarmi. <<Che sbadato! Scusami, evidentemente non conosco le buone maniere. Dave Rogers>> allunga una mano per stringere la mia <<e lei è mia moglie, Dafne Rogers>> anche Gabriel si mette a ridere.
<<Questo è l'amico con cui giocavo al college. Ora si è ritirato e gioca a fare il mammone>>
<<E amo farlo! Adoro ogni momento>> si sporge, per baciare Dafne sulle labbra.
<<Allora, voi due come vi siete conosciuti?>> Dafne si gira a guardarmi.
<<Sono la sua collaboratrice>> prendo un altro sorso di champagne.
<<Non mi dire! Sei quella che gli ha fatto diventare le palle grandi quanto un macigno?>> mi chiede, ridendo <<ho visto delle foto>>
Afferro il calice con entrambe le mani e rido anche io.
<<Com'è che tutti hanno visto quelle foto, tranne me?>>
<<Oh, se vuoi te ne mando una. Credo che Dave la usi come salva-schermo>> ride di Gabriel, che se ne sta lì accanto a me, a mugugnare.
<<Jamie... lo uccidero prima o poi>> si infila le mani nelle tasche.
Non riesco ad aggiungere nient'altro perché si sentono altri urli che provengono da fuori e i flash delle macchine fotografiche sembrano di nuovo impazziti.
<<Credo che sia arrivato Edward>> dice Dave al nostro gruppetto; non dobbiamo aspettare a lungo, perché la porta si apra ed entri Edward.
Ha i capelli neri con la riga di lato, più lunghi in cima e più corti sui lati. Indossa un completo nero dal taglio aderente, modellato sulla sua figura. La camicia grigia che indossa è abbinata a una cravatta nera lucida. Dal modo in cui la giacca si apre e lascia intravedere il petto muscoloso, è chiaro che passi una discreta quantità di tempo in palestra.
<<Edo>> urla Dave, sventolando una mano nella sua direzione. Lui lancia un'occhiata al di sopra della sua spalla e vede Dave che lo saluta. Le rivolge un ampio sorriso e si volta, avviandosi verso di noi, con una donna al suo fianco. Iniziano un percorso a zig zag tra la folla che è aumentata e, di tanto in tanto, si fermano a salutare qualcuno.
<<Ciao, mammo Dave>> saluta entrambi con un abbraccio e dà un bacio a Dafne.
<<Dov'è Katia?>> si guarda intorno, probabilmente in cerca della donna con il quale è arrivato.
È impegnata in una conversazione con un uomo che le sta baciando la mano e sta ridendo insieme a lei.
È meravigliosa, con quel vestito bianco che le modella e snellisce la figura. La parte superiore le lascia nude le spalle e ha delle piccole maniche sexy, che le avvolgono la parte alta delle braccia. Il corpetto le mette in risalto i punti giusti e la gonna si affusola sulle cosce, per fermarsi appena sopra il ginocchio. La fitta chioma le scende sciolta sulle spalle nude. Edward la individua e si dirige verso di lei, poi le afferra la mano libera, ignorando del tutto l'altro uomo, che ancora le tiene l'altra.
Proprio prima di tornare da noi, lei lo strattona per fermarlo e gli dice qualcosa. Lui si sporge e la bacia sulla bocca, e non si tratta di uno sfioramento di labbra. Quello è un bacio che si dà a un amante, il tipo di bacio che ti fa vibrare fin dentro l'anima. Quando alla fine la lascia andare, le prende la mano e la conduce fino a noi <<Be', allora è deciso>> borbotta Dave, mentre prende un sorso della birra che il cameriere gli ha appena portato. Non appena arrivano, Dafne rivolge un sorriso alla ragazza e la saluta <<Katia, stai benissimo>> Dave la guarda dall'alto in basso e rivolge un sorriso ad Edward << In bocca al lupo, amico>>
Edward gli rifila un'occhiataccia <<Gab, questa è la mia ragazza, Katia>> Edward se la tira contro il fianco e le circonda la vita con un braccio.
<<Non sono la sua ragazza, sono soltanto la sua accompagnatrice>> offre la mano a Gabriel e poi a me. Sia Gabriel, sia Dave scoppiano a ridere allo sguardo truce che Edward le rivolge.
<<Te lo faccio vedere io chi è l'accompagnatrice>> Edward la fissa e lei sostiene il suo sguardo.
<<Sei stato fortunato a trovare me>> sbotta. <<comunque, devo stare con te fino alla prossima settimana>> dice, mentre cerca di liberarsi dalle dita che le artigliano il fianco. A quel gesto, Edward scoppia a ridere e afferra una birra dal vassoio del cameriere che ci sta passando accanto.
<<Prova a scappare, ti sfido>> la provoca <<ti ricordi cosa è successo l'ultima volta che ci hai provato?>> prende un sorso di birra.
Quel ricordo deve essere memorabile, perché Katia arrossisce.
<<Melany, balli?>> mi chiede Dafne, quando parte la canzone di David Guetta Hey Mama.
Annuisco e finisco lo champagne che sto bevendo, allungando il bicchiere vuoto a Gabriel <<Io amo ballare>> dico, mentre tutti gli uomini gemono.
<<Cerchiamo un tavolo>> si offre Edward.
<<La pista da ballo è pienissima>> urla Katia, ma noi tre troviamo ugualmente uno spazietto dove inserirci, dove ci raggiunge anche Emma, e cominciamo a muoverci al ritmo della musica, con le mani in aria e i fianchi che ondeggiano, cantando tutte le canzoni che passano. Non so quanto tempo rimaniamo in pista, ma non posso fare a meno di notare che un gruppo di uomini ci ha circondate e stanno cercando di farsi strada tra di noi. Le luci sono soffuse, con il bagliore dei candelabri che illumina morbidamente l'ambiente. Mi guardo intorno per cercare Gabriel, ma non devo farlo molto a lungo; è in piedi accanto alla ringhiera che ci guarda dall'alto, insieme a Dave alla sua sinistra e un'altra donna alla sua destra. Indossa un vestito di pizzo rosso, con una manica sola, molto aderente e molto corto. Ha le mani attorno al suo braccio, mentre gli sussurra nell'orecchio.
<<Vado a prendere qualcosa da bere>> informo le ragazze, quindi mi dirigo al bar.
Mi metto di lato, cercando di catturare l'attenzione del barista, ma ci sono troppe persone.
<<Cosa pensi di fare?>> sento qualcuno dire accanto a me. Mi giro e mi ritrovo davanti Gió, da solo. Guardo a destra e a sinistra, ma non vedo Carola.
<<Prendere da bere, non credi?>> mi appoggio con un braccio al bancone, per dare un po' di tregua ai miei piedi.
<<Intendevo dire, che pensi di fare con quel tizio?>> ha le mani in tasca e mi accorgo che ha sempre un bell'aspetto, come quando stavamo insieme.
<<Non capisco davvero che problema hai? Che comunque non ti riguarda, tra le altre cose>>
Finalmente, arriva il barista <<Cosa le porto?>> mi domanda.
<<Due shot di vodka>> do un'occhiata a Gió <<e tu?>> fa un cenno di diniego al barista.
<<Non puoi davvero fare sul serio con quel tipo. Si vede lontano un miglio che è uno sciupafemmine>> mi rimprovera Gió, mentre il barista posa i due shot sul bancone davanti a me. Ne butto giù uno, premendo le labbra mentre il liquido mi brucia in gola. Riporto lo sguardo su Gió <<L'abito non fa il monaco, Gió. Dopotutto, tu non avevi la faccia da traditore, eppure è quello che hai fatto nei giorni precedenti>> stringe la bocca, fino a che le labbra non diventano una linea arrabbiata e bieca.
Prendo l'altro shot e gli dico <<non puoi di certo giudicare le persone con cui esco. Né ora, né mai>> sposto gli occhi verso la ringhiera e vedo che Gabriel non c'è più e nemmeno la donna che gli stava appiccicata addosso. Sento il cuore sprofondarmi nel petto e lo stomaco che mi brucia per la devastazione.
Carola sceglie proprio quel momento per comparire <<Non ti trovavo più da nessuna parte>> si china su di lui per baciarlo, posandogli una mano sul viso. Noto un grande anello sul suo sito. Quindi diciamo che stanno facendo le cose affrettate.
Scruto entrambi, mentre ordino al barista un altro shot. Lo butto giù rapidamente, prima di tornare a guardarli <<Auguri comunque, per il vostro fidanzamento>> le indico la mano <<adesso, scusatemi>> dico, cercando di oltrepassarli, ma Gió mi blocca, afferrandomi il braccio. Alzo un sopracciglio, confusa, mentre i miei occhi corrono dalla mano sul mio braccio alla sua faccia. Non ho il tempo di dire nulla, perché sentiamo un ruggito alle mie spalle <<Toglile quella cazzo di mano di dosso, prima che ti spezzi tutte le ossa, dito per dito>> Lancio un'occhiata al di sopra della mia spalla e scorgo il viso arrabbiato di Gabriel che gela Gió, con lo sguardo. Gió lascia la presa sul mio braccio e io rilancio <<Buona fortuna, Carola. Com'è che si dice? Chi tradisce una volta tradisce per sempre>> e con quello smacco, mi allontano da tutti e tre e mi dirigo verso il bagno.

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