Capitolo 2 (+18)

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[contenuti smut]

Cinque giorni prima aveva ricevuto un ordine ben preciso da suo padre.

Rapire il figlio di un debitore.

Suo padre, Min Haneul, era uno strozzino piuttosto rinomato nell'ambiente poco raccomandabile e non accadeva così infrequentemente che qualche debitore facesse dei casini per restituire dei soldi. Ma qui si parlava di un debito di 13.204.000 won (** diecimila euro).

Suo padre era stato abbastanza categorico, di portare via il ragazzo e chiedere un riscatto.

Così aveva tenuto d'occhio Jimin per quasi tutto il tempo, controllando i suoi spostamenti e capire il momento migliore per portarlo via.

L'aveva osservato appisolarsi più volte al bancone del supermercato notturno, mentre tentava di fare i compiti.

E poi eccolo lì, in macchina, bendato e legato come un salame sul sedile posteriore della sua auto.

Strinse di più le mani sul volante, di tanto in tanto i suoi occhi andavano verso lo specchietto, osservando il viso altrui colmo di lacrime.

Smettila di piangere.

Era un qualcosa che proprio non tollerava, vedere qualcuno piangere. Ma il suo ostaggio sembrava proprio non voler smettere.

Almeno non singhiozza.

Finalmente arrivò a destinazione. Un vecchio capannone abbandonato, fuori città.

Un posto che solamente a guardarlo metteva i brividi. Niente vetri, niente porte.

Il pavimento cementato iniziava a cedere ad arbusti ed erbaccia. Le mura erano ricoperte di graffiti, scritte e disegni. Parcheggiò la macchina poco lì fuori, e scese.

Quando aprì lo sportello del sedile posteriore, tolse la benda dagli occhi del povero Jimin.

"Non urlare, non piangere e non pensarci nemmeno a scappare o ti assicuro che te ne pentirai."

Tolse la benda dagli occhi del più piccolo, liberandogli le gambe ma non i polsi.

Jimin reagì d'istinto e tentò di piantargli un calcio ben mirato ai suoi gioielli di famiglia.

Ma Yoongi era abituato a tentativi del genere, lo schivò senza troppi problemi e lo afferrò brutalmente per i capelli, costringendolo a tirare su il viso per guardarlo.

"Forse non mi sono spiegato. Vuoi davvero che ti rovini il bel faccino che ti ritrovi?"

Pronunciate quelle parole, un brivido percorse la sua schiena.

Bel faccino?

Aveva seriamente detto bel faccino?

Ormai rimangiarselo non era proprio il caso, così lo afferrò per un braccio costringendolo a scendere e iniziare ad incamminarsi. Una volta lì dentro, lo costrinse a sedersi su una sedia logora, di legno, scheggiata qui e lì. Gli legò un polso a un bracciolo della sedia.

A quel punto Yoongi rimase in piedi, di fronte a lui, ma non a portata di eventuali calci.

"A tuo padre piace proprio giocare d'azzardo. Ma o restituisce entro domenica tutti i soldi che ci deve, o tu non tornerai mai più a casa."

Meglio mettere subito in chiaro le cose, per rendere il prigioniero più collaborativo.

"Mio padre non è un giocatore d'azzardo! Non lo farebbe mai, non chiederebbe mai soldi in prestito a qualcuno!"

Negazione.

Quasi tutti rispondevano in quel modo. Mio padre non lo farebbe mai, non so di cosa parli, non è vero. E bla bla bla.

My Prisoner  [yoonmin • taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora