Capitolo 5 (+18)

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Doveva essere semplicemente impazzito.

Aveva disobbedito a un ordine categorico di suo padre, oltre che del suo capo.

Non l'aveva mai fatto prima, non ci avrebbe mai nemmeno pensato.

Eppure aveva mentito e si era deciso a scappare con quello che - a conti fatti - era un perfetto sconosciuto.

Portò via con sé Jimin, salì in macchina e iniziò a guidare, inizialmente senza una meta precisa.

Il lato passeggero era occupato dal suo ex prigioniero, che però manteneva lo sguardo costantemente rivolto al finestrino, senza girarsi neanche una volta.

"Dove stiamo andando?" Domandò Jimin, improvvisamente.

A quel punto Yoongi si voltò per guardarne il profilo.

Per quanto avesse l'aria stanca e un po' insonnolita, rimaneva uno dei ragazzi più belli che lui avesse mai visto.

Ma non giustificava comunque quel suo disertare gli ordini e non ucciderlo.

Doveva esserci un'altra ragione, un qualcosa che sfuggiva alla sua comprensione almeno per il momento.

"In un posto fuori città, in montagna. Un po' fuori mano, ci vorrà qualche ora ma è un posto tranquillo. C'è una baita lì o qualcosa del genere, è dismessa ma è ancora di mia proprietà. Andremo lì finché non penserò a cosa fare."

Jimin si lasciò sfuggire un piccolo sospiro, ma non rispose.

Guidò per parecchie ore, fino a che non si fece sera.

E la baita non aveva propriamente un aspetto raccomandabile. Era in legno, agli angoli c'erano delle inquietantissime ragnatele e il sentiero ormai era stato quasi del tutto sepolto dalla sterpaglia e dall'edera, la natura ormai aveva ripreso possesso di quel terreno.

Una volta lì dentro, Jimin si rese conto che non era nemmeno così grande.

C'era una cucina malridotta, un bagno - l'unica stanza dotata di porta - un camino non funzionante con un divano letto.

Tutto lì. Niente tv, niente telefoni. Non c'era nemmeno elettricità, ma a quanto pare il suo rapitore l'aveva previsto e riempì la stanza principale di torce ricaricabili a mano. Non propriamente il massimo, ma meglio che rimanere al buio completo.

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"Sono riuscito a far funzionare l'acqua, almeno per un paio di giorni. Abbiamo cibo, acqua, coperte. E ho portato delle tinture per capelli."

Yoongi fece ritorno dopo aver sistemato le problematiche di acqua e gas, ma non l'elettricità che proprio non voleva saperne. Tuttavia, quel commento portò Jimin finalmente a fissarlo, dopo essere rimasto a lungo seduto per terra, di fronte al camino spento.

"Tinte per capelli? E perché?"

Si toccò immediatamente i suoi adorati capelli arancioni, facendo il broncio.

"Non so ancora come si metteranno le cose, meno siamo riconoscibili e meglio è."

"Va bene, va bene. Che colore devi fare?"

"Dobbiamo fare."

"Ma..."

"Niente ma. Scegli. Menta o fragola?"

Jimin inizialmente fraintese quella domanda, presupponendo che - stranamente - si riferisse a un gusto di un gelato o comunque di cibo, per questo rispose immediatamente un "Fragola".

E Yoongi gli lanciò una tinta per capelli color rosa cicca da essere imbarazzante.

"Stai scherzando, vero?"

My Prisoner  [yoonmin • taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora