Capitolo 11

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La prima lezione di quella mattina era Divinazione. Draco e Malchior si sedettero al posto più vicino alla porta possibile e nel tavolino posizionato più in basso degli altri, visto che i banchi erano posti su una scalinata. Hermione non era venuta con lui, visto che non frequentava quella materia, invece di accompagnarlo era dovuta andare dall'altra parte del castello, per seguire Rune Antiche.

Erano arrivato con un quarto d'ora di anticipo, per paura di arrivare in ritardo, visto le sue condizioni, ma per fortuna c'erano stati degli studenti che gli avevano mostrato la strada.

La professoressa Cooman entrò nell'aula e si accorse immediatamente di lui.

-Oh! Povero ragazzo, la preside mi ha detto tutto. Quanto mi dispiace!- disse poggiandogli una mano sulla spalla.

-Grazie, professoressa- rispose Draco, si era preparato a quel genere di trattamento. Pura e semplice pena.

-È questa l'aula di Divinazione?- disse una voce femminile che proveniva dalla porta.

-Oh! Signorina McDonald!- fece la professoressa Cooman- Venga, prego! La preside McGranitt mi ha parlato molto del suo straordinario dono di preveggenza- continuò la donna. Draco sentì dei rapidi passi e poi dei passipiù leggeri dirigersi verso la cattedra della professoressa.

Malchior iniziò improvvisamente ad abbaiare, poi lo sentì correre via e delle giovani risate.

-Malchior!- chiamò subito Draco, cosa stava succedendo? Perché il suo cane era corso via da lui?

-Ah! Allora questo cane è tuo- fece la voce estremamente dolce e vellutata molto vicino a lui.

-Sì- rispose Draco, sentendo con sollievo il pelo della testa di Malchior sotto la propria mano tesa.

-Molto piacere, io sono Arale- si presentò la ragazza, gli prese la mano che era sulla testa del cane e la strinse nella sua.

Draco ricambiò il saluto- Draco Malfoy- rispose.

-Molto piacere, Draco. Ho conosciuto il tuo cane, Malchior...mi sembra che tu lo abbia chiamato..., e credo di essergli gia simpatica quanto lui è simpatico a me- fece con voce allegra la ragazza, lasciandogli la mano e sedendosi accanto a lui, sullo stesso tavolo.

-E quando l'hai conosciuto?- chiese Draco, beandosi della sua voce leggera e dolce.

-Sta mattina, a colazione. È venuto da me e io gli ho dato un pezzetto di toast, poi...-si bloccò all'improvviso e fece un sospiro-...poi se ne è andato- raccontò.

-Non dovrebbe andare in giro da solo per la Sala Grande- fece Draco, dando un colpetto sul muso del cane, ma era più in modo affettuoso che punitivo, ma il cane starnutì buffamente.

-Avrà visto i miei capelli e si sarà incuriosito- fece con noncuranza lei.

-Perché? Come sono i tuoi capelli?- chiese Draco.

-Sono bianchi- rispose lei, mentre guardava arrivare in aula gli altri studenti.

-E allora? Anche i miei sono biondi- fece il ragazzo.

-Infatti, i tuoi sono biondi, i miei sono bianchi, quasi trasparenti- fece la ragazza.

-Oh! È per questo che ho sentito dire alla gente che sei rara?- fece Draco curioso. Non riusciva a capire perché tutti avessero fatto un gran casino per niente, era bionda, e allora?

-No, credo che sia per i miei occhi- rispose allora Arale- Sono albina- e così chiuse il discorso.

Albina? Erano quelle persone rarissime che avevano i capelli biondissimi e gli occhi rossi, come succedeva spesso ai conigli e ai furetti? Incredibile che con così poche persone in giro in quel mondo con quella caratteristica, sia capitata proprio una ragazza albina a Griffondoro, e per giunta l'aveva conosciuta e ci aveva parlato!

Occhi che non vedonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora