Torna nella sua casa. È tutto così vuoto, incolore, sapere che la nuova vita di Jane non include anche lei è devastante, avrebbe dovuto parlare con lei a tempo debito, dirle perché era stata costretta ad allontanarsi, ma aveva paura, ne ha anche adesso. Si mette a sedere sul divano fissando il vuoto, le mura di casa le sembrano così estranee. Poteva ancora chiamarla casa, senza Jane? pensa amaramente. Le parole di Laura la bombardano come schegge nella testa, per un attimo si ritrova a pensare all'idea che forse sarebbe stato meglio che il suo cancro l'avesse uccisa davvero. Si era allontanata da Jane perché non voleva che la vedesse spegnersi giorno dopo giorno, ma dopo la sua miracolosa guarigione a cui nemmeno lei da scienziata empirica riusciva ancora a credere, ha davvero sperato di poter riavere Jane nella sua vita, dio quanto si sbaglia, si sdraia sui morbidi cuscini chiudendo gli occhi in cerca di sollievo, ma qualcuno bussa con forza alla porta facendola sussultare. Riluttante si alza dal divano e apre la porta senza guardare, l'aria le esce dai polmoni come fosse il suo ultimo respiro. "Jane..." dice incredula. La detective la guarda con occhi di ghiaccio, ma non si muove. "Quindi le voci sono vere, sei tornata a Boston, Dottoressa Maura Isles...a cosa dobbiamo tale privilegio?" sottolinea con voce sprezzante. Maura la guarda con occhi stanchi, ma non abbassa lo sguardo ne tanto meno alimenta il suo sarcasmo. "Vuoi entrare Jane? Ho tante cose da dirti!" la mora continua a fissarla come in attesa di qualcosa. "Per favore, Jane...in memoria della nostra amicizia...se proprio devi odiarmi voglio che sia per i motivi giusti...meriti una spiegazione e te la darò...per favore, entra!" Jane si muove con fare guardingo. "Prego...conosci la strada, accomodati!" Maura abbozza un timido sorriso, ma Jane lo rimanda al mittente senza tanti preamboli. "Perché sei tornata? Laura mi ha detto di averti visto in libreria...perché adesso, si può sapere?" dice passandosi le mani tra i capelli con stizzo. "Io ti amavo Maura e tu te ne sei andata nel cuore della notte...neanche le peggiori prostitute Maur...andiamo!" la bionda ascolta il suo sfogo senza dire nulla, sa che quando Jane parte per la tangente niente la può fermare. "Io..." dice con la voce rotta dall'emozione. "Hai idea di come mi sono sentita? Ho pianto per giorni...ho smosso mari e monti per sapere dove fossi...ho telefonato anche a Paddy...Dio Maura! Perché mi hai fatto questo? Senza contare che mia madre mi ha dato il tormento per mesi dandomi tutta la colpa!" la mora cammina avanti e indietro agitando le mani in aria senza riuscire a calmarsi. Maura cerca di avvicinarsi ma Jane la ferma. "No! Non avvicinarti a me, mai! Hai detto che volevi parlare...avanti, ti ascolto!" dice con le braccia conserte in segno di sfida. Maura fa un enorme sospiro e si accomoda sul divano, cercando di riordinare le idee. "Ero malata...Jane!" urla senza volere. "Cancro...avevano detto che non avevo più di sei mesi...io, ho avuto paura, non volevo che mi vedessi spegnermi e consumarmi giorno dopo giorno...mi dispiace tanto!!" dice piangendo disperata. "Lasciarti mi ha ucciso! Non sapevo cosa fare...mi dispiace Jane....mi dispiace!" la bionda si alza dal divano per allontanarsi ma Jane la blocca con forza per un braccio. "Oh...no...Dottoressa, così è troppo comodo!" la sua voce trasuda rabbia. "Mi dispiace davvero che tu sia stata male Maura...ma perché non ti sei fidata di me? Mi hai escluso, pensi che ti avrei lasciato perché eri malata? Hai un'opinione così meschina di me?avremmo passato l'inferno insieme...ti avrei aiutata!" Jane la prende per le braccia scuotendola con forza come fosse incredula alle sue stesse parole. "Hai idea di quello che ho passato per colpa tua?...lo sai che ho tentato il suicidio per colpa tua, Maura?!" dice piangendo lacrime rabbiose. "Se non fosse stato per Laura io non sarei più qui!!" la mora le stringe le braccia con forza, come a volerla spezzare. Maura ora è seriamente spaventata, non ha mai visto Jane così sconvolta, fa per allontanarsi ma la presa della mora si fa più salda. "No...tu non lo sai! Tu non sai un cazzo, Dottoressa Isles! Mi dispiace per la tua malattia Maura, davvero e sono sollevata che tu non sia morta, ma questo è tutto, non avrai altro da me...e ora scusa ma devo tornare dalla mia famiglia!" Jane lascia la presa sulla bionda e la spinge sul divano, non è mai stata fisicamente aggressiva con Maura, ma non riesce a trattenersi, non ripensando a tutto il male che quella donna le ha fatto. "Non voglio vederti mai più Dottoressa Isles...addio!" poi esce sbattendo la porta con forza. Maura è pietrificata, sa di avere ferito Jane, ma non immagina fino a che punto, ha sbagliato a tornare ma soprattutto a non parlare con lei quando avrebbe dovuto. Si è comportata da egoista, pensando soltanto a se stessa e non al benessere di Jane, pensava di proteggerla agendo così, invece ha rovinato la sola cosa bella che le ha regalato la vita, Jane. Ora non sa davvero come sarebbe sopravvissuta a questo, piange, piange fino allo sfinimento, piange fino a prosciugarsi, piange fino a dissolversi. Ora si che avrebbe voluto davvero morire per avere fatto del male a Jane, non ha torto ad odiarla, le parole della detective le stanno scavando solchi nella pelle, Jane non l'avrebbe mai perdonata e nemmeno lei si sarebbe mai perdonata Come puoi dire di amare qualcuno e fargli così male? pensa, non si può. Amore e dolore non dovrebbero mai stare nella stessa frase, anche se fanno rima.
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AI CONFINI DEL CUORE
FanfictionMaura non torna a Boston da cinque anni, si è lasciata alle spalle tutto, famiglia, amici e Jane...la sua Jane. È tornata per una breve vacanza e riscoprire i suoi luoghi del cuore...e ritrovare, forse, anche la donna del suo cuore...ma non può chie...