Capitolo 53

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«Come vede ero molto più in forze rispetto ad ora, sua madre era di una bellezza pura, naturale e ineguagliabile.» Disse sorridendomi.

Vidi nei suoi occhi l'amore per quella donna, mi si scaldò il cuore nel vedere quanto una persona potesse amare nonostante il tempo.

«Sua madre morì poco dopo che Nina nacque. Vede, soffriva di una malattia grave celebrale che la portò a sgretolarsi e morire giorno per giorno. Nina, beh . . . Nina crebbe come una perfetta signorina educata e gentile, se non fosse che da qualche anno si frequentava con un ragazzo che non mi piaceva per niente.» Finì con disprezzo.

«Lei veniva spesso nel mio negozio e stavamo ore a parlacchiare, mi raccontò di questo ragazzo e nei primi mesi sembrò andare tutto bene, fin quando giorno dopo giorno la vedevo spuntare con qualche livido, non mi diceva mai la verità. Inventava sempre qualche scusa. Il giorno in cui è morta quel ragazzo che scappò e mi fissò lo riconobbi molto bene, era Noah.»

«Sa, per caso, dove lo possiamo trovare?» Chiesi speranzosa.

Mi scrisse un indirizzo su un pezzo di carta ingiallito e me lo porse.

«Se questo servirà a renderle giustizia, faccia tutto ciò che è in suo potere.» Gracchiò.

Annuì soddisfatta di avere una pista su cui lavorare, o meglio ancora di aver risolto il caso, nella speranza che avremmo trovato Noah a quell'indirizzo.

«Una buona giornata, signore.» Esclamò Jenny.

▪️▪️▪️

Quando salimmo sull'auto misi immediatamente in moto e partì spedita verso l'indirizzo che mi era stato dato.

«Speriamo che sia la volta giusta.» Mormorò Jenny.

Annuì solamente e mi concentrai sulla strada. Assorta nei miei pensieri tra quell'essere ripugnante di nome C e l'indiziato con cui avrei avuto a momenti un faccia a faccia.

▪️▪️▪️

«Signore, apra!» Tuonai per l'ennesima volta.

Non ricevendo risposta guardai di sott'occhio Jenny che intese quel che volevo fare e annuì concorde con me.

Mi spostai leggermente indietro e mi diedi la spinta, mi lanciai sulla porta incurante dei dolori e traumi nuscolari che avrei avuto successivamente e, per fortuna, la porta si aprì al secondo tentativo.

«C'è qualcuno?» Urlai.

La casa su due piani era immensa. Ciò che mi colpì fu la forte musica che proveniva dal secondo piano. Guardai complice Jenny e percorremmo lentamente le scale che ci portavamo verso il rumore.

Mi ritrovai in un corridoio modesto con delle porte, intuì facilmente da quale camera proveniva il rumore talmente era assordante.

«Entriamo!» Sussurrai a Jenny che, nuovamente, annuì.

Contai mentalmente fino a tre, stringendo l'impugnatura sulla pistola, pronta a sparare in caso di necessità e la stessa cosa fece Jenny.

«FBI, mani in alto!» Gridai entrando di soppiatto.

Rimasi interdetta per ciò che vidi.

Un ragazzo sulla ventina, che dall'aspetto presupposi che si trattava del nostro indiziato, era affiancato in un letto a baldacchino da due ragazze molto giovani.

Nude.

Entrambe strillarono nel vederci e tentarono di coprirsi col lenzuolo in preda al panico.

La reazione che mi stupì di più di quella dell'indiziato che invece di sorrise e si sistemò ancora più composto con la schiena sulla tastiera del letto.

«Finalmente, pensavo foste veramente scemi.» Ridacchiò.

Strinsi i denti davanti a quella superflua insinuazione e puntai la pistola verso Noah, ovvero l'indiziato. Ciò scaturì una reazione inaspettata nelle due ragazze che strillarono così tanto da rompermi a momenti i timpani.

«Oh Dio, uscite immediatamente da qui!» Sbottai esausta.

Non aspettarono altro. Presero di fretta e furia i loro vestiti e scapparono dalla camera.

«È finita, Noah.» Ironizzai.

Si alzò noncurante della sua nudità e si rivestì con estrema calma.

«Potete anche arrestarmi, quel che dovevo fare, già l'ho concluso.» Sogghignò.

Lo insultai pesantemente nella mia testa nel sentire quelle parole e mi avvicinai con estrema cautela alla sua figura.

Gli presi di scatto le braccia e lo ammanettai con le braccia dietro la schiena.

«Lei ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà potrà essere e sarà usata contro di lei in tribunale.» Dissi scortandolo fuori dalla casa.

«Bla bla bla, cambiate disco.» Esclamò facendo delle smorfie.

Ignorai le sue parole e continuai come di consuetudine.

«Ha diritto ad un avvocato durante l'interrogatorio. Se non può permettersi un avvocato, gliene sarà assegnato uno d'ufficio.» Conclusi per poi farlo entrare nell'auto della polizia che ci aveva sopraggiunta nel frattempo.

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