Capitolo 13

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«Hope, dov'eri finita?» Mi chiese Jenny con una busta in mano davanti al negozio in cui l'avevo lasciata. Le sorrisi, sperando che non capisse il mio sgomento.

«Scusa, ho perso la cognizione del tempo.» Mi guardò incerta ancora per un attimo per poi sorridere e mostrarmi tutto ciò che aveva comprato mentre io tirai un sospiro di sollievo.

Rutherford mi chiamò dicendomi che saremmo dovute correre in ufficio, roteai gli occhi. Chissà cosa voleva.

«Agente Anderson e agente Williams, vorrei sapere a che punto siete con le indagini dei due casi affidatovi.» Disse sistemandosi gli occhiali sulla punta del naso.

«Capo, ci stiamo lavorando.» Le risposi, lei mi guardò incerta per poi alzarsi dalla sedia in pelle nera.

«Lavorate pure di notte se è necessario ma fermate quello psicopatico prima che uccida ancora!» Gridò, io e Jenny saltammo sul posto. Non pensavamo che avrebbe reagito in questo modo.

Quando uscimmo dal suo ufficio Jenny si rifugiò nel suo latte macchiato mentre io mi misi a lavorare nel mio ufficio agli omicidi delle due donne.
La stella sul corpo delle donne. Il taglio netto alla gola. L'uomo ha capito che lo stiamo cercando e ho il brutto presentimento che non si fermerà.

«Il killer ha un segno distintivo.» Sussurrai.

Chiamai Jenny e lei mi raggiunse velocemente per poi sedersi su una poltroncina, mi avvicinai alla lavagna trasparente.

«Nel satanismo la stella a cinque punte viene utilizzata per trattenere i demoni. In questo caso abbiamo un sociopatico, avido di vendetta, il suo modus operandi implica che le vittime siano anime impure, la violenza con la quale le uccide non è casuale, il nostro uomo adotta una strategia e un codice, probabilmente questi sono solo due dei suoi messaggi verso di noi.» Le spiegai mostrandole la stella sul corpo delle vittime.

«Perciò, il suo modo di agire è passionale, come se fosse il benefattore. Si è stancato di stare nell'ombra e probabilmente dopo la ragazza di diciassette anni ci sono stati altri omicidi.» Continuò Jenny.

«Il suo scopo è prenderci in giro, farci credere che sia più forte di noi e vorrei sbagliarmi ma Ruth Hill non sarà la sua ultima vittima.» Jenny lesse ancora una volta i fascicoli esasperata. «Ci deve essere qualcosa che abbiamo tralasciato!» Esclamò.

«Signorina Anderson, ci dia qualche notizia!»

«Agente Anderson, non si fermi!»

Le voci dei giornalisti affollarono, come sempre, la facciata del distretto di polizia, mi lasciai andare un sospiro e continuai a camminare. Erano invadenti e petulanti, per amore di avere uno scoop si sarebbe venduti pure la loro nonnina, che sia chiaro, non tutti ma la maggior parte sì o perlomeno quelli che si scagliavano davanti al distretto erano così.

«Signorina Anderson, sappiamo che avete trovato una stella incisa sul corpo della vittima!» Esclamò una voce.

Mi fermai di scatto. Come potevano saperlo? Nessuno ha divulgato tale informazione e abbiamo esplicitamente detto alla squadra di non dichiararlo. Pensai. Mi girai verso la voce di un ragazzo con gli occhiali, ansioso di avere una mia risposta. Gli rivolsi un'occhiata truce al ché lo vidi deglutire, forse rendendosi conto di aver sbagliato domanda.

«Non sono informazioni che lei dovrebbe avere. Se dovessimo avere notizie che potremmo comunicare lo faremo!» Esclamai per poi salire nella mia auto e sfrecciare verso il primo nome nella lista degli indiziati, ovvero l'ex fidanzato della diciassettenne uccisa.

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