"Tutto ok?"

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Le strade erano affollate di gente, ognuno più contento dell'altro.
I tre ragazzi avevano già fatto una buona scorta di dolciumi e si stavano dirigendo verso la prossima abitazione.
"Bel giro, o no?", domandò Darryl a Clay mentre il tour di case proseguiva. Questi rispose: "Non avevo mai partecipato ad una cosa del genere ma sto iniziando a stancarmi. George, tu che ne pensi?", aggiunse alla fine rivolgedosi al moro.

Anch'egli era esauto di camminare per i tremila caseggiati di Los Angeles ma voleva stare il più possibile in compagnia con il suo amico che però era più indaffarato a parlare con Allen.
Era talmente stanco e scontroso che non disse nulla; il biondo intuì il primo punto e disse: "Magari possiamo fermarci da qualche parte per riposare! Che ne dite?"
Entrambi accettarono e proseguirono.
Trovarono un parco più avanti e si sedettero su delle panchine e trascorsero il tempo mangiando e chiacchierando.

"SCUSATE, PERMESSO!", si sentì urlare dopo un po' da qualcuno che si dirigeva di corsa verso il parco.
'Ma che succede?', pensarono i tre.
Dopo un po' si vide il proprietario di quella voce in mezzo alla folla, facile da riconoscere per la sua altezza.

Era un ragazzo di un anno più grande dei tre, alto intorno ai 2 metri, vestito con un costume assai strano: era un completo blu molto scuro, sotto indossava una camicia bianca e al collo aveva una cravatta rosso sangue.
Alle mani portava dei guanti di diverso colore, uno bianco e uno nero; stranamente una mascherina bicolore, metà bianca e metà nera; degli occhiali da sole dalle lenti spesse e una corona di cartoncino dorato con attaccate delle piccole gemme in testa.

Sembrava stesse scappando da qualcuno perché correva velocissimo e si vedeva anche qualcun'altro che lo seguiva ma solo di sfuggita dato che era minuto di statura.

"Ehy, che succede?", domandò Clay alzandosi dalla panchina e mettendosi in mezzo al tragitto del ragazzo che si scontrò con lui chiedendo mille scuse e cercando di passare.
Portava in mano un grosso pacco di dolciumi e probabilmente li aveva rubati a qualcuno che ora lo stava inseguendo.
Percorse il parco mentre molti ridevano, anche Darryl e Clay, per la ridicolezza della scena. Purtroppo la fuga finì quando il ladro venne acchiappato dal proprietario dei dolci ma il quale non era arrabbiato, solo un po' stizzito ma anche divertito.
'Che idioti', pensò George domandandosi, in seguito, se avesse pensato ciò scherzosamente oppure no.

I due tornarono verso il gruppetto e quello alto chiese di nuovo scusa a Clay per averlo urtato, mentre si spostava una ciocca di capelli folti dalla visuale.
"Tranquillo, non fa nulla!", rispose il biondo sorridendo, "È normale fare queste piccole razzie oggi. Come vi chiamate?"
Si venne a sapere che i due si chiamavano Mark (il ladro) e Toby (l'inseguitore).

Quest'ultimo non aveva un costume addosso, come George, ma disse che si era vestito in modo inusuale proprio per quel giorno, con dei pantaloni pesanti marroni, un maglioncino verde e un giacchetto marrone foderato di pelliccia bianca.

Subito i due si unirono ad una leggera conversazione con Darryl e Clay mentre George si congedò dicendo che voleva stare un po' da solo.

Era contento di interagire con persone nuove, stessa cosa per Darryl, solo che c'era il fatto che Clay era costantemente in mezzo... e poi non capiva quella sensazione causata dal biondo tanto fannullone quanto bello e attraente.
Si ritrovò a pensare addirittura a qualcosa che di sicuro non sarebbe mai accaduto ma che un minimo di probabilità l'aveva.

E se Allen decidesse di rubare il mio unico amico?

A questo pensiero ne susseguirono altri, erano l'incubo che prendeva di nuovo possesso di lui.
Arrivarono, dopo un po', anche le visioni, che fecero scaturire il panico in lui: sudava, aveva gli occhi fissi nel vuoto, respirava pesantemente per tentare di cacciare via l'orrida sensazione e gli tremavano le mani.
Per calmare il tremolio decise di sfilarsi l'anello dal dito, cercando di distrarsi con esso, guardando i suoi giochi di luce, sfiorandolo, giocandoci un po' ma nulla offuscava le oscure visioni.

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