Un piccolo aiuto

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Nelle due settimane successive il processo venne eseguito e Cate testimoniò tutto quello che aveva visto.
Con questo, i due fratelli delinquenti, i maggiori colpevoli dell'omicidio, furono destinati ad un enorme periodo di carcere, dati anche gli altri crimini avvenuti in passato.

Nick e la sua banda, invece, vennero rilasciati dopo pochi giorni di prigione ma con l'avviso che, se si fossero fatti beccare di nuovo sul fatto li avrebbero tenuti dietro le sbarre per un altro po'.
Il corvino non sapeva cosa dire: era contento di essere rilasciato dopo così pochi giorni ma, allo stesso tempo, il pensiero di essere stato coinvolto in un omicidio lo attanagliava; specialmente di una persona così giovane e di buon cuore.

Quando lui e la banda tornarono a scuola smisero di comportarsi male con compagni e insegnanti, pentiti delle loro azioni. Nonostante ciò, Nick non riusciva a togliersi quel peso di dosso e aveva bisogno di confrontarsi con qualcuno.
Purtroppo i suoi amici non avevano la minima idea di come calmarlo e quindi non erano stati di alcun aiuto.
Il corvino, perciò, decise di voler rischiare: avrebbe cercato di farsi perdonare da Clay, che aveva appreso il fatto tramite la voce della sua fidanzata, quello con cui aveva litigato poco tempo dopo l'omicidio.
'Lui capirà', pensava spesso.

Solo che raggiungere questo suo obiettivo fu un po' più complicato di quanto immaginasse...

~~~

Concordando tramite bigliettini, Nick e Clay si diedero appuntamento nel bagno dei maschi durante inglese, materia che entrambi non desideravano seguire.
Appena il corvino entrò trovò il biondo in piedi appoggiato al lavandino, braccia incrociate e sguardo severo come quello di una statua, che lo squadrava da capo a piedi.

"Finalmente sei arrivato", borbottò quest'ultimo. "Su, parla. Che devi dire?"

Nick si morse le labbra per la frustrazione ma disse: "Senti, scusa se sto sprecando il tuo tempo ma volevo solo spiegarti cosa è successo davvero"
"Lo so già cosa è successo", lo interruppe Clay, "e se non devi aggiungere altro posso allora tornarmene in classe".

Si rizzò in piedi e fece per andare verso l'uscita ma venne bloccato da Nick che si mise tra lui e l'uscio.
"Ti prego, stammi a sentire!", lo pregò il corvino. "La versione di Cate non è vera al 100%, io ho visto e sono qua per raccontarti il fatto in tutto e per tutto!"
Clay si allontanò dall'uscio senza dire nulla e rimase in piedi, attendendo impazientemente.
Nick intuì che, seppur controvoglia, ora Clay prestava attenzione; così iniziò a parlare.

"Dopo aver portato Darryl sull'edificio legammo le mani anche a lui, insieme a Cate. Dopo un primo discorso fatto da Noah il primo si mise a ridere, non ne so il motivo. Ciò causò l'inizio della tortura. Io stavo tenendo ferma Cate mentre un altro la violentava. Darryl fu molto veloce e riuscì a liberarla. Ci tennero testa per un po', infatti ho ancora dolore alle dita dei piedi a causa dei tacchi di Cate!"
Qui Nick ridacchiò al ricordo ma, notando che Clay stava visibilmente perdendo la pazienza, smise e continuò.
"Però non ce la fecero. Fecero inginocchiare Cate sull'orlo dell'abisso. Noah stava per spararle quando ho pensato: 'Ma che sta succedendo? Questo non era previsto! Non posso assistere ad un omicidio, è troppo per me! NOAH, FERMATI!'"
Le lacrime iniziarono a formarsi negli occhi scuri di Nick ma continuò.
"Mi mossi per togliere la pistola dalle mani di Noah ma, sollevate le braccia di qualche centimetro, lui sparò. Anche Darryl aveva deciso di muoversi e spostò Cate per poi beccarsi il proiettile nella schiena. Ti giuro sulla mia vita che tutti eravamo stupiti da quello che aveva fatto. Stemmo lì fermi a guardarlo fino a che non cadde. Poi gli altri iniziarono a picchiarmi e Karin, il fratello di Noah, cercò di sparare alla tua ragazza ma io li separai. Due secondi dopo arrivò la polizia e ci catturò tutti".

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