Capitolo 53

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Avevo quasi perso la voce a quella risposta -No... vh...- mi bloccai e tolsi lo sguardo da lui, gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime. Fenedhis! Dovevo aiutarlo! Ma come?

Notai con la coda dell'occhio che si era pietrificato.



Fenedhis! Chi era questa donna che avevo di fronte? Mi aveva chiamato vhenan...

Guardai di nuovo la stanza cercando di capire dove fossi, ma quell'elfa non so per quale motivo aveva tutta la mia attenzione. Il mio istinto stava urlando impazzito di avvicinarmi a lei, prenderla tra le braccia, confortarla e baciarla! Non sapevo neanche il suo nome! La donna però conosceva il mio e mi aveva chiamato con un affetto che non avevo mai sentito. Rivolsi gli occhi sul suo ventre, non poteva essere reale, ma ero almeno sicuro di non essere nell'Oblio.

Cercai di sforzare la mente, venendo colpito da un forte mal di testa. I muscoli della schiena dolevano, scivolai giù dal letto, barcollai prendendo un piccolo specchio appoggiato sulla scrivania. I miei occhi grigi mi osservavano, c'erano rughe che non ricordavo e i capelli, dove erano finiti i miei capelli? Mi toccai la testa. Presi fiato, questo era ridicolo. Saggezza avrebbe potuto darmi delle risposte...

Un passo alle mie spalle. Mi voltai verso la donna che avevo trovato a dormire al mio fianco, non lo avrei trovato strano, se non fosse stato evidente che non era una delle mie solite avventure di una notte. Capelli nero ossidiana e magnetici occhi viola, delle labbra e un naso delicato ed elegante, era molto bella. Senza rendermene conto allungai una mano toccandole una guancia, si appoggiò al mio palmo senza alcuna esitazione. Quel gesto mi rese perplesso, il tutto venne però schiacciato dall'euforia causata da quella fiducia. Non mi stavo riconoscendo minimamente. La donna mi guardava adorante e con una vena di preoccupazione per me. Devo sapere come si chiama.

-Sai il mio nome, il tuo?- domandai, la sua espressione si allarmò e mi mostrò dolore. Quel dolore mi dava immensamente fastidio, volevo vederla sorridere, perché?

-Yen Lavellan- rispose fissandomi decisa negli occhi

Al nome mi si parò davanti il ricordo di un bacio rubato. Lei a me. Unico.

-Ti è venuto in mente qualcosa?- chiese con ansia

-Io...- le stavo ancora accarezzando la guancia e quel calore, quella completa fiducia mi piaceva. Mi avvicinai ulteriormente senza riuscire a controllarmi, la sentii irrigidirsi lievemente. Percepii il suo profumo, cuoio, una guerriera, ma ora... un altro ricordo si fece prepotente nella mente. Baci, gemiti, ansimi, lei tra le mie braccia, i nostri corpi uniti. La sensazione di completa pace e nessuna fretta di staccarsi dall'abbraccio di questa donna, volendo ricominciare il prima possibile, farla continuamente mia. Perché lo è. La mia virilità si irrigidì e mi imposi la calma, non era il momento.

-Qualcosa, come non ci siamo limitati ai baci- replicai malizioso

Lei alzò un sopracciglio e ridacchiò -Mi sembra evidente. Avise, ti dice qualcosa?-

Avise. Un'altra fitta feroce, portai la mano alla testa, le orecchie iniziarono a fischiare e barcollai verso il letto

-Vhenan!- la udii esclamare agitata e mi aiutò a sedermi. Allontanò le mie mani dalla testa e posò le sue fredde ai lati, questo creò già del sollievo, percepii una magia. La diffidenza mi disse di fermarla, avrebbe potuto uccidermi o farmi qualunque cosa e...

Si sporse completamente verso di me, passando le braccia attorno al mio collo. Abbracciandomi. Respirai a pieni polmoni quel profumo di cuoio che mi calmò immensamente. Come poteva farmi questo?

Ero stato con molte donne, bisogno, divertimento e volevano sempre un poco del potere che detengo. Illuse.

Le passai le mani attorno al ventre e alla vita tirandola sul materasso e mettendole una mano sulla gola in una posizione di dominio. Mi mostrò solo sorpresa, nessuna paura. Sotto il mio palmo il battito del suo cuore era aumentato -Sai chi sono?- come sapeva il mio vero nome? Non lo usavo più.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 15, 2022 ⏰

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