Capitolo 13

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Leggeva e beveva the, lo fissavo, ma non prestava attenzione, perché è preoccupato? E molto anche se beve the, lo odia -Vhenan...- lo chiamai, rimaneva però immobile nella stessa posizione, sospirai -Vhenan...- nulla da fare, completamente andato e non sta leggendo, è su quella pagina da almeno mezzora! Mi alzai e mi avvicinai, portandogli via il libro, mi rivolse un'espressione confusa, mi abbassai alla sua stessa altezza puntandomi con le braccia sui braccioli della poltrona e fissandolo negli occhi -Cosa succede?-

Mi fissò le labbra e tentò di baciarmi, lo evitai, sorrisi -Non cambiare discorso, allora?-

Sospirò -Nulla- lo guardai incredula, nulla, certo -Va bene, come vuoi, non ti disturbare a venire a letto, mettiti comodo su quella poltrona- mi allontanai. Che faccia stupita, mi trattenni dal ridere.

-Vhenan!- mi prese da una mano facendomi voltare verso di lui -Quindi?- mi circondò la vita con le braccia e si chinò infilando il viso nell'incavo del collo baciandomi, chiusi gli occhi gustandomi quelle coccole, sorrisi -Dai, dimmi cosa c'è, stai tentando di distrarmi?- sentii il suo respiro vicino all'orecchio, afferrò il lobo con le labbra morbide e lo leccò, avvertii un piacevole formicolio. Stavo per cedere e assecondarlo, ma lo allontanai un po' mettendogli le mani sul petto e lo guardai seria -Solas...-

-Non posso avere voglia di baciarti?- sorrise sarcastico, le iride grigie esaminavano le mie labbra, per poi incatenarsi ai miei occhi entusiasta. Dio quanto mi piace? Con quelle meravigliose lentiggini... -Io invece ho voglia di fare l'amore con te, ma si vede che preferisci la poltrona- lo sfidai, non cedendo all'effetto che mi stava facendo.

Sospirò e mi guardò sconsolato -Va bene, sono solo vecchi ricordi che ritornano, visto che dobbiamo recarci a Skyhold, te ne avrei parlato molto presto- ero confusa -Ricordi di una Skyhold molto più giovane come me. Non mi riferisco a quello che è successo qualche anno fa, vhenan-

Oh... non mi aspettavo quel genere di risposta, avendolo visto tanto serio -Tutto qua? Sicuro?-

-Sicuro- mi accarezzò il viso, si avvicinò con le sue labbra alla mie -Ma serennas-

Sorrisi -Di cosa?- mi sfiorò con un bacio che non arrivò -Che ti preoccupi per me- mi catturò la bocca con foga, mi dischiuse le labbra e si insinuò con la lingua accarezzandomi il palato, cancellando ogni pensiero. Le mani si stavano facendo spazio tra i vestiti, il tocco caldo mi infiammò, insinuai una mano sotto quella maglia beige che raramente abbandonava, accarezzai il ventre piatto seguendo il bordo dei pantaloni. Continuò a mordermi la pelle, ogni lieve rossore aumentava la voglia che avevo di lui. Non resistei oltre e affondai una mano sulla sua virilità, immediatamente si impossessò delle mie labbra, soffocando nella mia bocca il gemito che ne era scaturito a quel gradito contatto. Ci staccammo riprendendo fiato, continuai ad accarezzarlo, incatenò gli occhi ai miei, offuscati dalla passione e dal desiderio che tratteneva a stento. Mi afferrò dai fianchi e venni spinta sulla poltrona che avevo occupato poco prima. Avevo un urgente bisogno di togliermi i pantaloni e dal quel che vedevo di fronte a me, anche lui non resisteva più. Per fortuna eravamo soli quella sera, me li slacciai e li feci scivolare sul pavimento, guardai anche lui fare altrettanto, restando ogni volta piacevolmente compiaciuta. Senza indugio si sfilò anche la parte superiore per poi aiutarmi a fare lo stesso. Allargai le gambe appoggiandole ai braccioli della poltrona, non attese oltre a quell'invito. Entrò in me con impeto afferrandomi il sedere e spingendo più a fondo. Un urlo di sorpresa e piacere per quell'assalto lasciò le mie labbra, seguirono altri lamenti da entrambi, i fianchi pompavano con una cadenza forte e inarrestabile. Mi stava piacendo da impazzire. In un momento di lucidità riuscii a capire cosa stava mormorando al mio orecchio -Mia... Yen... mia...- il mio nome e quell'unica parola mi fecero perdere il controllo, aggrappandomi a lui con forza. Il ritmo stava rallentando con affondi lunghi e profondi, lo ritrovai a fissarmi estasiato e con dolcezza. La pressione stava diventando ancora troppa e con una forte spinta si lasciò andare sopra e dentro di me.

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