Capitolo 5

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Un campo abbastanza ampio, tutti che si esercitavano, da una parte chi tirava con l'arco, altri con spada e scudo, istruttori che sbraitavano ordini e rimproveri, una nuova guerra è alle porte.

Mi venne incontro un elfo -Fen, sarò il tuo comandante, che arma preferisci?-

Tirai fuori le lame con il solito movimento veloce -Bene, lei come te usa i pugnali, combattete cercando di non farvi male, devi solo farmi vedere quello che sai fare-

Io avrei dovuto solo far vedere quello che so fare, va bene, allora perché la mia avversaria aveva uno sguardo tanto minaccioso? Non ho ancora fatto nulla e qualcuno già mi odia, benissimo.

Studiai l'elfa, capelli castani come anche gli occhi, sembrava più giovane di me, non era alle prime armi guardandola, ma non penso avesse molta esperienza, troppo rigida, se avesse dovuto cambiare modalità di attacco con solo qualche secondo a disposizione non ce l'avrebbe fatta, contro un umano, contro un demone non ci sarebbe stata partita. E se il mio intuito non sbaglia, perde le staffe in fretta, non proprio l'ideale quando si fa l'assassino.

Puntiamo su questa sua debolezza. Mi posizionai di lato, facendo finta di non prestare attenzione, di solito avrei rigirato il pugnale nella mano sinistra con la lama verso il mio corpo, la usavo per parare eventuali fendenti, ma non mi fidavo ancora, non avevo appreso abbastanza dimestichezza con il braccio nuovo, volevo evitare una figuraccia facendolo cadere, e pensare che in passato eseguivo il movimento durante un combattimento con entrambe le lame se necessario, passando in modo fluido da attacco a difesa. A causa di questa mancanza momentanea, mi ero affidata più del dovuto ai miei nuovi poteri, che non avevo intenzione di usare anche se mi veniva tremendamente naturale. Una volta capito le basi e a gestire il flusso di mana, era stato come imparare a camminare, non mi ero più fermata, e i sussurri che erano sempre vigili correggevano e insegnavano con pazienza. Parlare l'Antica Lingua non era mai stato così facile, una strana nostalgia tranquillizzava il mio spirito alla musicalità delle parole.

-Da'len, se rimani così rigida dubito mi sfiorerai minimamente- la provocai, si bloccò e innervosì maggiormente, come mi aspettavo -È un consiglio nulla di più-

Partì all'attacco, posizione non proprio esatta e non così veloce come vuol far credere. Ha ancora molto su cui lavorare. Mi celai nelle ombre, portandomi alle sue spalle con passo leggero e veloce, era disorientata, agganciai un piede ad una sua caviglia e tirai con forza, cadde in ginocchio, le posai la punta della lama sul collo. Era immobile e teneva lungo i fianchi i pugnali, per poi lasciarli cadere. Udii il comandante applaudire, ritirai il pugnale e offrii la mano all'elfa, che la rifiutò e corse via. La guardai perplessa, era proprio una bambina.

Mi voltai verso il comandate -I miei complimenti, in pochi secondi avevi già capito cosa fare con il tuo avversario! Non ti preoccupare, tornerà è fatta così, avrai modo di conoscerla. Comunque hai molta esperienza, si vede, sia dai tuoi movimenti che da come usi i pugnali, sai perfettamente quello che fai e cosa importante agisci secondo un piano, cosa che non vogliono capire e si buttano alla sbaraglio, per un assassino è inaccettabile!-

Mi divertii ad osservarlo, mi ricordò un po' Cullen -Concordo con lei, essere così impulsivi non la aiuterà, deve mettere da parte l'orgoglio e avere più fiducia in se stessa, ma suppongo che ci siamo passati tutti. Quando capirà che non le dovrà importare nulla che la sua preda, sarà pronta- rinfoderai i pugnali.

Mi studiava pensieroso -Bene, unisciti pure agli altri, trovare qualcuno con le tue abilità è raro, se ti rivelerai degna di fiducia in seguito ti verranno assegnati degli incarichi- sorrisi e feci un cenno di assenso. Vediamo un po' questi altri, oltre alla ragazza che era scappata, il gruppo era formato da un'altra donna e un uomo. I due parlavano e ogni tanto mi lanciavano uno sguardo.

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