Capitolo 6: la fuga

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May non aveva dormito per tutta la notte, tenuta sveglia da un misto tra ansia, preoccupazione, rabbia e nostalgia. Ne aveva approfittato per prepararsi alla fuga del giorno seguente. Aveva preparato lo zaino con tre paia di vestiti di ricambio, la giacca pesante e le scarse provviste che era riuscita a mettere insieme frugando nella dispensa della cucina. Aveva poi scritto una lettera per sua madre e le sue sorelle, spiegando loro il motivo della sua scomparsa e chiedendo di non rivelare a nessuno le sue intenzioni. Aveva lasciato la ghiandaia a sua sorella, Katerina, per lasciarle una parte di se. La ragazza non sapeva se sarebbe stata sola nel suo viaggio, ma aveva il forte sospetto che sarebbe andata così.

Mancava ancora un'ora all'alba e May si stava dirigendo silenziosamente verso la recinzione, controllando le provviste che aveva appena comprato al forno con i suoi risparmi, quando sentì delle voci. Erano basse, dei bisbigli. May si appiattì contro il muro di una casa, pregando di non essere scoperta. Soltanto quando il gruppetto di persone entrò nella sua visuale capì di chi si trattava: erano Ben ed Emy, con altre due persone, che May non riconobbe, e si stavano dirigendo verso la recinzione. Volevano fermarla? Eppure avevano anche loro degli zaini, ed uno degli sconosciuti stava controllando le sue provviste. Li seguì finché non arrivarono alla recinzione. A quel punto si avvicinò 《Cosa ci fate qui voi?》chiese.

《Beh》rispose Emy《abbiamo capito che non saremmo riusciti ad evitare che partissi da sola, così abbiamo pensato di aiutarti a sopravvivere.》

La ragazza le sorrise, grata《Dai, ora andiamo,》proseguì《tra meno di un ora sorgerà il sole, e a quel punto dovremo essere abbastanza lontani.》

Quattro teste annuirono con aria seria ed il gruppo partì.

***

Haymitch aveva appena passato una delle peggiori notti della sua vita, infatti, nonostante fosse stanco, non era quasi riuscito a chiudere occhio. Soltanto poche ore prima dell'alba era caduto in un sonno tormentato dal quale si era svegliato di soprassalto, quando il sole era sorto da poco. Aveva sognato la sua famiglia, felice anche senza di lui, e poi d'un tratto dei pacificatori erano entrati in casa e avevano ucciso tutti, senza pietà.

Il ragazzo si alzò e si vestì, senza fare rumore, e si avviò nell'altra ala del treno, dove si trovava la sala pranzo. A quell'ora il tavolo era già colmo di ogni ben di Dio. Haymitch si sedette, e per un attimo, mangiando, riuscì a non pensare all'arena, alla sua famiglia e soprattutto a May. Aveva appena finito di mangiare, e si stava godendo la piacevole sensazione di sazietà, quando fece il suo ingresso Aloysius, appoggiato al suo bastone, si avvicinò con passo malfermo al tavolo e si sedette accanto al ragazzo.

《Haymitch Abernathy, dico bene?》chiese con una voce ruvida ma sicura.

《Esatto》rispose l'altro annuendo.

《Bene, ragazzo mio, pare che io e te siamo gli unici svegli a quest'ora. C'è qualcosa che vorresti chiedermi o di cui vorresti parlare?》Furono queste parole a colpire Haymitch, lui era infatti abituato al rapporto di odio e tensione che si era creato con suo padre. Fu probabilmente per questo che tra i due si creò, in brevissimo tempo, un legame di grande affetto. Per la prima volta, dopo tanto tempo, Haymitch si sentiva di aver trovato un adulto con cui poter discutere, a cui potersi affidare. I due continuarono a parlare fino all'arrivo di Kyra.

《Ah,》esordì lasciadosi cadere sulla comoda poltrona davanti ad Haymitch《siete già svegli voi due? Bene, perché questa mattina avrei proprio voglia di parlare dell'arena. Insomma, vorrei capire come riuscire a vincere facendo fuori tutti gli altri. Senza offesa, Mitch》 aggiunse vedendo l'espressione stupefatta del ragazzo.

Effettivamente Kyra avrebbe potuto avere ottime possibilità di vincere gli Hunger Games, se non avesse dato tanto per scontata la sua vittoria.

《Beh》disse Haymitch schiarendosi la gola《io torno in camera, ci vediamo.》Aloysius gli fece un cenno con il capo, mentre Kyra non lo degnò nemmeno di uno sguardo, cominciando a tartassare l'altro di domande.

Mentre si avviava verso la sua stanza Haymitch si scontrò con Tara. La ragazza, esile di corporatura, cadde per terra. Haymitch si chinò, offrendole una mano, per aiutarla ad alzarsi, ma proprio in quel momento comparve Liam, minaccioso. Spintonò Haymitch contro la parete e lo afferrò dalle spalle, costringendolo a guardarlo dritto negli occhi. Haymitch in quegli occhi lesse ostilità e rabbia.

《Non farti più vedere attorno a mia sorella, capito?》sbottò, nonostante Tara cercasse di calmarlo 《o sarà peggio per te.》e, lasciato andare Haymitch, circondò le spalle della sorella, incamminandosi lungo il corridoio, cercando di proteggerla da un male che non le era stato inflitto.

***

Il gruppo di ragazzi non si fermò finché non furono abbastanza lontani dal Distretto 12, quando il sole era quasi nel punto più alto del suo tragitto.

《Bene,》esordì uno dei due ragazzi sconosciuti《credo sia arrivato il momento di presentarci. Io sono Bill e lui è mio fratello, Drew》aggiunse accennando col capo all'altro ragazzo.

《Veramente》intervenne quest'ultimo《il mio vero nome è Andrew, ma tutti mi chiamano Drew. Ormai nemmeno mio fratello ricorda il mio vero nome. Comunque》proseguì facendosi serio《volevamo parlare un po' del piano, insomma, per capire come ci muoveremo per arrivare a Capitol City, che strategia...》

《Non c'è nessun piano》lo interruppe May《so solo che vicino al confine, da qualche parte, ci dovrebbero essere gli ingressi per le fogne. Credo che sarà da lì che passeremo, perché non avevo contato che avrei dovuto organizzare la fuga di cinque persone.》

《Se sono le fogne che cerchi non ci sono problemi,》proseguì Bill《distano cinque giorni di marcia, contando anche le soste, sappiamo perfettamente come arrivarci.》
May lo fissava stupefatta.

《Andiamo May,》le disse Ben guardandola divertito《 perché credevi che li avessi portati altrimenti?》

Le Cronache di Haymitch AbernathyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora