Nel momento in cui qualcuno bussa alla porta d'entrata, delle gocce d'acqua iniziano a picchiettare sul vetro della finestra che si affaccia sul parco del quartiere. Sento mia madre che saluta imbarazzata una voce maschile. Non riesco a capire cosa si stiano dicendo ma l'uomo ha tono calmo, profondo e rassicurante che poco dopo viene rimpiazzato da dei passi pesanti e lenti che salgono le scale. Ora il bussare non si trova all'entrata ma a pochi metri da me. Non dico niente perché come l'uomo tocca la porta, lei si apre dato che era rimasta per tutto il tempo socchiusa.
"Salve signorina Smith. È un piacere conoscerla, io sono il dottore Davies. Se lei è d'accordo, vorrei iniziare il nostro percorso insieme. Non so se le hanno spiegato come funzionano questi incontri ma vorrei comunque dirlo di nuovo. Io sono stato mandato dai dottori che l'hanno presa in cura il giorno in cui è stata ricoverata. Nonostante lei stia guarendo ogni giorno di più, hanno notato dei comportamenti che li hanno fatto preoccupare come i continui attacchi di panico e i segni di autolesionismo sulle mani. Prima di venire qua mi sono informato su di lei, con questo non intendo dire che so già tutta la sua storia, non voglio saperla se non sarà lei a raccontarla, ma ho chiesto ai suoi famigliari, amici, colleghi e superiori se i comportamenti segnalati dai medici fossero una cosa abituale ma nessuno si è mai accorto di niente. Nessuno tranne una persona" senza nemmeno dire il suo nome, il dottore mi ha fatto capire benissimo di chi stesse parlando. Quei occhi neri sono ancora la causa di molti miei incubi. E' riuscito a farmi fidare completamente di lui ma in poco tempo è stato capace di distruggermi come nessuno è stato in grado di fare. "Non mi ha detto niente, si è limitato al minimo essenziale. Ciò che mi ha fatto capire che lui sa qualcosa di più degli altri è il stato il suo sguardo. A differenza degli altri che avevano indifferenza o preoccupazione negli occhi, lui aveva terrore, paura per il prossimo. Per questo oggi sono qua per chiederle una cosa: come si sente?" conclude il suo discorso. Per tutto il tempo è stato in piedi vicino alla porta. Io non mi sono giurata a guardarlo ma il suo passo pesante non ha fatto un rumore la sua voce calma è rimasta nello stesso punto per tutto il tempo.
"A lei piace la pioggia dottore?" Domando guardando i bambini che vengono richiamati dalle proprie madri per tornare a casa e ripararsi dall'acqua. L'uomo alle mie spalle non mi risponde ma si accomoda sulla sedia che mia madre aveva preparato qualche ora prima per lui. Appoggia a terra la sua borsa e tira fuori qualcosa. Immagino sia un quaderno e una penna, dal rumore emesso. "Questo è il tempo che preferisco: il vento freddo, il cielo grigio, la solitudine. Per non parlare di quando c'è il temporale. Nessuno osa uscire con la luce mandata da Zeus, la gente ne è terrorizzata e non apprezza la bellezza di quei fasci luminosi e solitari." Spiego.
"Vedo che è informata sulle divinità greche" afferma il dottore.
"È una cosa che mi ha sempre interessato. Sa, nella mitologia si viene premiati quando si compiono azioni belle e si viene puniti solo se si disubbidisce al volere delle divinità. È vero anche che a volte gli dei sono capricciosi e un po' viziati ma non puniscono se non c'è un motivo valido." Racconto portando la mia attenzione alle gocce che scivolano sul vetro sporco della mia finestra.
"Crede di essere stata punita ingiustamente?" Chiede e per la prima volta poso lo sguardo su di lui. Di certo non mi ero immaginato un uomo giovane ma nella mia testa non aveva più di cinquant'anni. Il suo aspetto, però, ne dimostra molti di più: la pelle olivastra è in contrasto con i suoi capelli folti e bianchi. Sembrano appena lavati e asciugati frettolosamente dato che non seguono una logica ma vanno da tutte le parti. Il suo viso, oltre alla barba di qualche giorno, è dominato dalle rughe e dalla stanchezza. Credo che lui ami con tutto sé stesso il suo lavoro ma le sue occhiaie mi trasmettono che sia stanco e che voglia solo stare sul divano abbracciato a sua moglie mentre guarda i nipoti giocare sul tappeto a qualche gioco in scatola. Una cosa che i miei genitori non potranno mai fare insieme. Gli occhiale di legno incorniciano perfettamente i suoi occhi dolci e troppo scuri per l'anima buona che ha. Il suo stile è il suo modo di atteggiarsi mi fa tornare indietro nel tempo, a quando la tecnologia era solo un sogno e la famiglia il valore più importante.
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Tale padre, tale figlia
Teen FictionMal ha una vita perfetta, dei genitori che la amano, un ragazzo stupendo e una migliore amiche da invidia. E' il capitano della squadra di pallavolo e la ragazza più popolare della scuola. Suo padre le ha insegnato a vivere da campionessa; non ha id...