"Mal, sei tornata" dice una figura immobile sulla soglia della della porta.
"Ciao" controbatto mentre nascondo le mani tramanti dietro la schiena.
Non so esattamente cosa mi stia provocando questa reazione. Non so se è paura, dolore dettato dai ricordi o ansia. Tornare in accademia mi ha fatto provare tutte quelle emozioni che per tempo avevo nascosto. Forse il mio psicologo si è sbagliato, non sono ancora pronta ad affrontare tutto questo, non sono in grado di rivivere la morte di mio padre o di sopportare quello sguardo gelido. Mio padre considerava casa molto di più queste mura del posto dove viveva con la sua famiglia ma io non riesco a comprendere come sia possibile. Questo luogo è freddo, apatico e solitario.
"Non volevo interrompervi, torno dopo" dice mentre già sta uscendo dalla stanza.
"Non devi - dico facendo fermare la figura sulla porta - Mi sei mancata - aggiungo - Dai scema, vieni qua e abbracciami" concludo correndo verso Kate.
Dal giorno dell'incidente non ci siamo più viste. Ares mi ha raccontato che si sente tremendamente in colpa per il suo ruolo in quanto è successo. Kate non aveva la minima intenzione di colpirmi ma sono stata io ai dirle di farlo, per evitarle la mia stessa sorte. Come potrei essere arrabbiata con lei? Non so se è più difficile accettare quanto successo l'ultima volta che ho messo piede in accademia o se sia stata colpa di colui che vantava tanto di essere colui che più si è meritato di prendere il posto di mio padre. Io lo so, o meglio voglio credere, che papà non sarebbe mai stato in grado di fare quello che ha fatto il suo braccio destro.
Non ho nessun motivo per cui essere arrabbiata con Kate. E' vero lei è stata il braccio di una mente malata ma non posso farle una colpa: in questo posto non ti insegnano altro che eseguire gli ordini senza pensare, ad essere dei soldati senza sentimenti, senza buon senso, ad essere delle macchine da guerra. L'unico motivo per cui potrei portare rancore nei sui confronti è che non mi ha mai cercata in tutto il mio periodo di convalescenza, nel periodo in cui avevo più bisogno dell'aiuto di una amica ma anche lei stava soffrendo, stando a quando Ares mi ha riportato. Una persona che soffre non sarà mai in grado di sostenere un'altra rotta dentro.
"Nessuno mi aveva detto che avresti fatto ritorno in accademia" mi confessa mentre ci abbracciamo come se non ci vedessimo da anni.
Ho come la sensazione che entrambe necessitavamo di questo gesto d'affetto.
"L'ho deciso all'ultimo momento. Ti avrei avvisato se solo mi avessi risposto al telefono - dico ironica prima di tirarle un pugnetto sulla spalla - Kate lo sai vero che tra noi due e tutto ok? Io davvero non sono arrabbiata con te" le spiego.
"Per colpa mia sei stata in ospedale con lesioni gravi, come posso perdonarmi?" mi chiede con le lacrime agli occhi.
"Non è stata colpa tua, è stato il sergente. Noi siamo solo una parte della catena di montaggio, non abbiamo potere decisionale - le spiego mentre le asciugo le lacrime che le percorrono le guance. - Se devi per forza trovale un motivo per sentirti in colpa, fallo per non essermi venuta a trovare. - scherzo - Possiamo tornare ad essere amiche? Ho bisogno di te." le domando e come risposta ricevo un sorriso enorme.
"Posso aggiungermi anche io alle smancerie?" domanda Ares e abbracciando entrambe.
Credo che questo ragazzo sia l'unica persona qua dentro che non ha perso la capacità di provare emozioni, l'unico che sia ancora umano. Per questo motivo merita di essere protetto: portare via da lui la capacità di amare, sarebbe troppo doloroso. Ares è colui che deve portare il peso di amare per entrambi. Sia io che lui siamo consapevoli che io non ne sono più in grado.
Entrambi sono diventanti fondamentali per me. Si sono insinuati nella mia vita con modalità diverse ma con lo stesso scopo. Credo proprio che loro due saranno le sole persone in grado di aiutarmi. Grazie a loro affrontare tutto quanto sarà molto più semplice.
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Tale padre, tale figlia
Teen FictionMal ha una vita perfetta, dei genitori che la amano, un ragazzo stupendo e una migliore amiche da invidia. E' il capitano della squadra di pallavolo e la ragazza più popolare della scuola. Suo padre le ha insegnato a vivere da campionessa; non ha id...