A little piece of heaven

Capitolo 13

Tutto aveva preso una piega positiva per i due ragazzi che avevano preso quello che era rimasto del loro essere per poterlo trasformare in qualcosa di migliore.

Izuku ci mese ancora un po' di tempo prima di riuscire a stare in piedi senza che i sudori freddi per lo sforzo, lo annegassero, ma una volta che ci fu riuscito, camminò per tutti i corridoi del centro riabilitativo, con un sorriso smagliate sulle labbra, cosa che fece sorridere e rallegrare chiunque lo incontrasse.

Katsuki cominciò ad andare da uno psicologo che lo aiutò ad affrontare i suoi demoni e a incanalare la sua rabbia in qualcosa di più costruttivo. Cominciò anche ad andare in palestra, se voleva essere all'altezza per affrontare l'esame per il corso eroi, non poteva di certo presentarsi sottopeso e senza un muscolo, come avrebbe potuto affrontare dei villain in quelle condizioni? Inoltre impiegò il tempo della giornata che gli restava per studiare, gli esami erano alle porte e lui aveva perso quasi un anno in autocommiserazione. Grazie all'aiuto della madre era anche stato in grado di non farsi sospendere per le varie assenze, giustificando che il quel periodo non era stato molto bene, ma che avrebbe svolto gli esami e superati con il voto migliore.

Una promessa che il biondo era intenzionato a mantenere.

Il giorno dell'esame arrivò in fretta e i due ragazzi senza rendersene conto di diressero verso lo stesso posto, ma senza mai incontrarsi.

Izuku aiutato da un bastone che lo aiutava a sorreggersi venne accolto all'ingresso dal eroe corvino.

«Sono contento di vedere che ti stai rimettendo.» disse il maggiore constatando come il verdino riuscisse a camminare abbastanza bene, nonostante tutti i problemi che aveva dovuto affrontare.

«Devo ancora appoggiarmi ad un bastone perché tendo a stancarmi in fretta, ma sono fiducioso nell'abbandonarlo il prima possibile.» rispose con un sorriso per poi salutare il professore e dirigersi con gli altri verso l'auditorium dedicato agli aspiranti eroi di supporto.

In molti pensavano che fossero inutili, dato che non avrebbero mai combattuto in prima linea, ma agli occhi di Izuku quella era la soluzione che più lo aiutasse a superare quel grande sconforto che gli si stava diramando nell'animo.

La sentiva di notte la disperazione che poco alla volta cercava di sopraffare il suo essere, nei suoi incubi e nelle sue giornate da solo, si sentiva così abbattuto che spesso il suo bel sorriso faceva fatica a solcare le sue labbra.

Katsuki sentiva il panico montargli nel petto alla vista di tutte quelle persone riunite, non era più abituato a stare in mezzo a molta gente ed esserne circondato lo stava mettendo parecchio in difficoltà, tanto che stava per scappare via da quel luogo, quando voltandosi di scatto non andò a collidere con quello che sembrava un muro, ma che ben presto si rivelò essere il petto di un ragazzo talmente muscoloso che sembrava che i vestiti gli stessero per esplodere.

«Ehi, tutto bene?» chiese il ragazzo porgendo una mano al biondo che era caduto col sedere a terra.

Katsuki gli prese la mano con timore e venne sollevato come se fosse una piuma dal ragazzo che lo guardava incuriosito.

«Sì, scusami...sto bene...» disse il biondo con ancora il terrore e la voglia di scappare negli occhi.

«Sei nervoso?» iniziò il ragazzo con un'insolita capigliatura tutta spigolosa in testa, «Sapessi io...ero quasi tentato di non venire, sai sono un po' un fifone, ma poi ho preso il coraggio e mi sono detto che se non ci fossi riuscito, almeno ci avrei provato e solo questo mi avrebbe reso un uomo virile.»

«Cosa?» Katsuki era confuso, il ragazzo davanti a lui aveva un'energia che lo stava contagiando e un sorriso che lo stava calmando.

Ben presto la voglia di fuggire sparì dal suo cuore e ricambiando un sorriso porse la mano al ragazzo davanti a lui.

«Scusa, io sono Katsuki Bakugo.» disse mentre la mano dell'altro afferrava la sua con una stretta poderosa.

«Piacere, io sono Eijiro Kirishima.»