Premessa:
1) Ringrazio la mia amica per la creazione della copertina, è possibile trovarla su Instagram, disegna su richiesta: saliser._
2) Il capitolo seguente sarà postato ogni: lunedì, mercoledì, venerdì e domenica.
-Cos'è un amore malato? Come nasce? E perché? Dalla mia personale esperienza ho capito che se una relazione è tossica, non te ne accorgi: o meglio in cuor tuo lo sai, ma non vuoi accettare la realtà. Non vuoi accettare il fatto che la persona che ami di più al mondo non è come pensi che sia, ci immagini una vita ideale, anche se sai che molto probabilmente è solamente un'utopia. La mia esperienza?
Iniziò tutto alla tenera età di tredici anni, avevo un amico: Eric. Eric non era solo un amico, con lui ci ero cresciuto, siamo nati praticamente insieme; a distanza di poco meno di un mese. I nostri padri erano molto amici, nonché soci di una grande catena di negozi di abbigliamento. Io ed Eric abbiamo frequentato le elementari insieme, le medie, le superiori, eravamo inseparabili e nulla poteva tenerci lontani.
Ci fu un episodio che ancora oggi mi fa molto ridere: una volta, dopo scuola Eric sarebbe dovuto andare a fare una visita medica, non si sentiva molto bene e quindi non sarebbe potuto venire a giocare a casa mia. All'uscita da scuola si nascose dentro la macchina di mia madre che, inconsapevole del fatto che Eric non sarebbe potuto venire, mise in moto per prendere la via di casa. Dopo nemmeno venti minuti accorse sua madre a riprenderselo; piangemmo per una giornata intera.
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Ma andiamo per step: mi chiamo Blake, quando mi fidanzai con Eric ero un ragazzo longilineo, e lo sono ancora, come ancora ho i capelli castani e ricci che ben si mescolano con il verde dei mei occhi. Eric, invece, era poco più alto di me, anche lui molto magro e aveva degli occhi stupendi, o forse era solo la mia concezione dei suoi occhi; i suoi capelli erano lunghi e rasati nei lati. Mi ricordo l'inizio della nostra relazione come fosse ieri: eravamo a casa mia, a bordo piscina, mentre bevevamo un succo di frutta alla pesca, erano i nostri preferiti. Scherzavamo tra di noi, come avevamo sempre fatto; ad un certo punto si avvicinò forse un po' troppo, con un fiorellino che aveva strappato dal prato: me lo porse e, sorridendo, mi chiese se avessi voluto essere il suo fidanzato per il resto della vita. Rimasi immobile, giusto il tempo di vedere il suo sorriso svanire; ma in realtà non sapevo cosa fare o dire, ero al settimo cielo perché ero segretamente innamorato di lui ma ero così timido da non saper rispondere. Dopo un momento di silenzio presi il fiorellino, mi sedetti per bene sul lettino e gli sorrisi con le lacrime agli occhi e lo baciai.
Ma quanto si è ingenui a quell'età? Ma qual è lo scotto di essere così ingenui?
Per un anno la relazione è andata abbastanza bene: insomma, eravamo piccoli. Avevamo avuto la nostra prima volta a quattordici anni, fu anche molto divertente a dir la verità; eravamo molto impacciati, non sapevamo come coordinare determinati movimenti, i tempi di ognuno, ma pur essendo la prima, fu la volta più bella che ricorderò per sempre. I nostri genitori vennero a sapere della nostra relazione: fu Eric a prendere l'iniziativa, era un vero leader e sapeva sempre come comportarsi in determinate situazioni ed io lo seguivo. Mamma e papà la presero bene, così come i suoi genitori, anche se un po' titubanti e sconvolti all'inizio. Ma quando si hanno genitori presi dalla voglia di far soldi a palate queste cose passano in secondo piano: nei loro progetti già avevano immaginato che una coppia come la nostra al comando dell'azienda avrebbe fatto più che bene. Mamma Hayley si comportò diversamente con me: fu molto più attenta alle mie emozioni e a come mi sentissi, mi disse che qualsiasi sarebbe stato il mio percorso mi sarebbe stata sempre accanto.
Tornando alla mia relazione, a quattordici anni la vita per un ragazzo americano prende una svolta: iniziano le superiori. Eric si iscrisse in palestra e voleva fortemente che ci andassi anche io; insomma, ci provai per un mese, ma mollai. La sua reazione non fu delle più carine, voleva che ci andassi per forza poiché avremmo dovuto stare sempre insieme, ma alla fine cedette. Nel giro di un altro anno altre cose cambiarono: Eric diventò il capitano della squadra di basket, stava ottenendo ottimi risultati in palestra e fece nuovi amici: Brett, anche lui della squadra di basket e Gonzalo Martín, un ragazzo sudamericano, anch'egli della squadra di basket. Io ero completamente l'opposto: nel senso, l'anno prima vinsi le olimpiadi di matematica e mi iscrissi al club di scacchi, nonostante lui non fosse molto d'accordo; mi avrebbe voluto in squadra con lui. Iniziò una discussione durata sette giorni, lo ricordo ancora bene, in cui decise addirittura di non parlarmi.
Anche io feci nuove amicizie: Isabelle, era bellissima (e lo è ancora), faceva la cheerleader ed era una patita di shopping, passavamo le ore intere a girovagare per i negozi, e due gemelli Jason e Lucy, di sesso opposto ma erano perfettamente identici: lineamenti del viso, colore dei capelli e degli occhi, e persino un piccolo neo sul volto, vicini al labbro.
Comunque, a parte queste piccole incomprensioni le cose non andavano troppo male ai miei occhi: lui continuava ad essere il mio sole, quando lo guardavo dimenticavo tutti i pensieri negativi che avevo per la testa o brutti momenti; era così rassicurante, il suo sguardo forte, di chi sapeva sempre cosa fare, il suo saper essere dolce, il suo saperti guidare nelle decisioni. Insomma, ero totalmente, pazzamente, follemente, innamorato di Eric. L' unico problema? Man mano, con lo scorrere del tempo, mi sentivo sempre meno indipendente e sempre più ansioso: avevo sempre paura di far qualcosa che potesse ferire Eric.
A gennaio di quello stesso anno mi iscrissi nuovamente in palestra con lui, in seguito ad un'ulteriore discussione anche abbastanza accesa in cui si mostrò molto violento nella terminologia, dicendo che se lo voleva fortemente era per il mio bene, in modo che io potessi mantenere uno stile di vita equilibrato e sano. E all'epoca ci credevo. Ma in pratica, voleva che io cambiassi e che iniziassi ad essere e diventare come lui: atletico, sportivo, e che quindi iniziassi a curare di più il mio fisico.
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'Addiction'
RomansaNon vuoi accettare il fatto che la persona che ami di più al mondo non è come pensi che sia, ci immagini una vita ideale, anche se sai che molto probabilmente è solamente un'utopia.