La sera della festa la ricorderò per sempre in positivo; o meglio, una gran parte: era l'ultimo ballo di inizio anno, l'ultima prima festa delle superiori.
Eric mi venne a prendere: venne in anticipo a casa mia con un mazzo di rose rosse, per me era così romantico, così attento alla mia felicità. Ci preparammo insieme: lui voleva che gli sistemassi i capelli; mi faceva molto ridere questa cosa. 'Solo tu me li sai asciugare bene!' Erano le solite parole che esclamava, ogni singola volta che faceva uno shampoo; ed io scoppiavo sempre a ridere e lui mi seguiva a ruota. Per me, pur essendo una sciocchezza, rappresentava tutto ciò che desideravo di vivere con lui: la quotidianità nelle piccole cose.
Proprio come da bambini: ricordo che alle elementari ero sempre io a dovergli preparare lo zaino per il giorno dopo, dato che lui dimenticava sempre qualcosa a casa facendo arrabbiare la maestra. Questa sua 'virtù' se la portò fino alle superiori.
Non ci vestimmo in maniera troppo elegante quella sera, dato che avremmo dovuto dare il nostro meglio alla sfilata: sì, il ballo solitamente era molto atteso perché ogni anno si svolgeva una sfilata, dove chi avrebbe voluto, avrebbe potuto sfilare. E tutti, obbligatoriamente, anche se illegalmente, puntavamo una somma di un minimo di cento dollari, sulla persona o coppia che avrebbe potuto vincere e con la percentuale annessa; era un modo per divertirsi, o solo per mostrare sfarzo. Alla fine la somma si divideva tra le persone che avevano puntato sulla percentuale più vicina a quella reale. Io ed Eric decidemmo di partecipare come coppia, solitamente lui non aveva mai voluto farlo e di conseguenza non l'avevo mai fatto anche io; anche Isabelle si iscrisse, Gonzalo Martín, Jason e Lucy ci seguirono a ruota, questi ultimi due però decisero di gareggiare singolarmente. Solitamente non si separavano mai; ma durante l'ultimo anno decisero di testare la loro capacità individuale nella vita quotidiana.
Io puntai trecento dollari sulla vittoria di Isabelle, con il ventidue percento dei voti: partecipavamo in molti, quindi decisi di optare per una percentuale abbastanza bassa.
La palestra era agghindata nei minimi dettagli: le cheerleader avevano preparato il tutto con la massima cura per i particolari, c'era di tutto: cibo, champagne, addirittura l'angolo gluten free. C'era chi stava già alzando un po' il gomito e chi invece voleva mantenersi sobrio per cercare di non barcollare durante la sfilata.
La musica era perfetta: si passava dalla musica dance/house a canzoni più lente durante il momento della sfilata; con possibilità di cantare qualche canzone. Ed infatti Eric non perse occasione per dedicarmi una canzone, interpretata direttamente da lui; perché sì, non l'ho mai detto prima d'ora, ma aveva una voce fantastica.
'You can break my heart in two, but when it heals it beats for you; I don't know how but it's true. I know I'd go back to you.'
Mi facevo cullare da quella canzone e dalla sua voce che la intonava; mi sembrava tutto così meraviglioso: avrei voluto che quei tre minuti non passassero mai. Lo guardavo mentre era lì, sul palco a cantare, con i suoi occhi fissi su di me; quelle parole non le stava solo cantando, me le stava dicendo. D'un tratto è come se non sentissi più nessuno parlare, sentivo solo la musica, e la sua voce che diceva:' Vieni qui'; mi porse la mano per farmi salire sul paco.
'Ti amo'
'Ti amo anche io.'
Ci fu grande applauso di consenso da parte di tutti i ragazzi presenti; al di fuori di Gonzalo Martín, che uscii dalla porta di emergenza. Rimasi insospettito da quel gesto, era come se qualcosa non tornasse.
'Andiamo a prepararci: sennò perdiamo in partenza' Si mise a ridere, Eric.
Io optai per una camicia nera, la sua particolarità era un effetto vedo-non vedo, che Eric non approvò, ed infatti dovetti cercare qualcosa di diverso dal camerino. Scelsi una semplice maglia a collo alto, riponendo la parte bassa all'interno di un pantalone bianco stretto, ma più largo dalle caviglie in giù; indossai la mia collana di perle ed il braccialetto che mi furono regalati dai miei genitori, non me ne separavo mai.
Eric, dal canto suo, indossò solo una giacca color azzurro pastello chiusa, con un pantalone dello stesso colore abbinato sopra, e stivali bianchi. Eravamo carichi per vincere.
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Isabelle era una ragazza, oltre che bellissima, forte, determinata, indipendente; non era la classica cheerleader, lei era molto di più.
Aveva iniziato il suo percorso di self-confidence da quando era molto piccola: era sempre stata molto sicura di sé, non aveva paura di nessuno.
Forse è vero, Gonzalo Martín l'aveva messa a dura prova; ma da come mi confidò in spiaggia durante il nostro viaggio in Florida, era molto concentrata su di lei: non avrebbe permesso più a nessun uomo di far vacillare la sua forza.
Era il suo turno di sfilare, subito dopo una ragazza del secondo anno, Kate, che ebbe un ottimo riscontro.
Isabelle stupì tutti: portò un abito per metà maschile, e per metà femminile, color champagne con uno strascico molto lungo. La sua collana di diamanti sembrava brillasse di luce propria; per quanto riguarda l'acconciatura, sfoggiò una bellissima treccia, poggiata delicatamente sulla sua spalla destra scoperta.
Il suo sguardo sicuro e fiero la guidava in quella che era il suo momento di brillare; non aveva niente da invidiare ad una modella delle più grandi marche di lusso. Portava con sé un calice di champagne, che alzò in alto appena arrivò alla fine della passerella e sorrise, per poi tornare indietro; dietro le quinte.
Corsi ad abbracciarla, Eric rimase un passo indietro. Isabelle fu fenomenale, ci avrei giurato che vincesse; la platea impazzì per lei, e capii che era la favorita.
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Era arrivato il nostro turno, subito dopo Lucy che presentò un bellissimo vestito a sirena color grigio ghiaccio; avevo molta ansia a dir la verità, non ero un tipo che solitamente piaceva mettersi in mostra, ma era una cosa che avevo sempre voluto fare.
'Vinceremo noi, saremo fantastici, siamo fantastici.' Mi sussurrò Eric all'orecchio poco prima di incollare le sue labbra alle mie.
'Sei pronto?' Chiese, porgendomi il braccio.
Posizionai il mio braccio attorno al suo, la mia testa sulla sua spalla e ci incamminammo; arrivati quasi a fine passerella prese il mio braccio e mi fece roteare, per poi tirarmi a sé e prendermi in braccio poco dopo.
Il suo profumo era qualcosa impossibile da spiegare, in pratica era la mia kryptonite.
Tornammo anche noi dietro le quinte, dove mi posizionò a terra.
'Hai visto? Nulla da temere, fino a quando sarai con me, fino a quando saremo insieme, fino al per sempre'
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Il momento delle premiazioni, quello tanto atteso: noi partecipanti ci posizionammo sulla passerella, in ordine di uscita. Si respirava aria di tensione e competitività, tutti volevano vincere e nessuno voleva perdere: come se si stesse competendo per una gara sulla vita, solo il vincitore avrebbe ottenuto la 'gloria'; l'ultimo sarebbe diventato motivo di disprezzo da parte di chi ci aveva scommesso un'ingente somma di denaro.
'Ed eccoci qui, per alcuni è l'ultimo anno: ogni anno ci sono persone, che hanno fatto la storia di questa scuola che se ne vanno, e dei nuovi pronti ad iniziare questo nuovo percorso scolastico. Un passo avanti per i ragazzi dell'ultimo anno' Seguimmo le indicazioni di Heather, la capo-giudice, nonché la presidente del consiglio studentesco dell'anno precedente. Solitamente si invitava una figura del genere come capo-giudice, che avesse finito le superiori l'anno prima.
'Guardateli bene: in questi occhi dovete rispecchiarvi, dovete pensare in grande, siate grandi. Cogliete tutte le emozioni che i loro occhi vogliono esprimere: la fame, tanta fame di chi sta per terminare questa fantastica esperienza durata quattro anni, e che dovrà affrontare la vita reale, tra meno di un anno. La fame di realizzare i propri sogni, di uscire da qui e far vedere al mondo chi comanda. Quando uscirete da qui anche voi sarà questa la sensazione di appetito che dovrete avere! Ed ora, se fate un passo indietro iniziamo con la classifica: anche quest'anno siete stati in molti, abbiamo dovuto contingentare le presenze a quindici persone; ovvero i primi quindici ad essersi iscritti.'
Mi ero molto commosso al discorso di Heather; mi avvicinai ad Eric, volevo stargli vicino in quel momento.
'Al quindicesimo posto si posiziona Marcel; Marcel per favore fai un passo avanti.'
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Man mano che Heather annunciava la classifica era un colpo al cuore: non volevo uscisse il nostro nome troppo presto.
'Dal settimo posto in poi la situazione è molto agguerrita: è stata davvero dura scegliere tra voi. Jason, fai un passo avanti e prenditi l'applauso!'
Per farla breve: al sesto posto si posizionò una ragazza, Veronica, del quarto anno del gruppo delle cheerleader, amica di Isabelle; partecipò con sua sorella Mary; ma non presero troppo bene la sesta posizione. Il giorno dopo assistemmo ad un surreale ed iconico battibecco per cui Mary sarebbe stata la causa della loro dipartita.
Al quinto posto invece si stazionò Lucy: ecco, questo non me l'aspettavo, non almeno più in basso di Kate, che invece era poco sopra, al quarto posto.
'Un passo avanti ultimi tre! Gonzalo Martín, Eric con Blake ed Isabelle; comunque vada siete stati fantastici! Ma andiamo avanti: con il dodici percento dei voti, alla terza posizione troviamo Eric e Blake!'
Eravamo felici, o almeno io lo ero: facemmo un passo avanti seguito da un inchino. Eric non mi sembrava molto soddisfatto, ma io invece mi sentivo felice, alla fine ciò che contava era aver partecipato con lui. Ma non accennò nemmeno un inizio di sorriso.
'Ed ora annuncerò direttamente il primo posto che ha letteralmente stracciato la concorrenza, le sue percentuali sono esorbitanti, non credo si sia mai visto prima, parliamo del cinquanta percento! Isabelle prendi questa corona, è tua! Ed a vincere il montepremi invece è Lucy! Che aveva selezionato una percentuale del trentatré percento!'
Furono aperte bottiglie di champagne, coriandoli che venivano giù come se non ci fosse un domani: Isabelle era super emozionata, come lo ero io, che corsi ad abbracciarla.
Prese il microfono.
'Wow, e chi se lo sarebbe mai aspettato. Voglio ringraziare i giudici per l'amore mostratomi; volevo ringraziare anche chi aveva puntato su di me.'
Quel discorso purtroppo fu interrotto da una voce, indesiderata, fuori dal coro:' Hai fatto fuori le persone che ti hanno tradita!'
Gelo, il silenzio era quasi udibile; eravamo tutti impietriti, specialmente noi interessati che ci guardavamo l'uno con l'altro, come per dirci:'Ed ora?' Ero diventato un peperone, non sapevo cosa fare o dire; Eric, accecato dalla rabbia, scese dal palco, e sferrò un pugno talmente forte da mettere al tappeto quel ragazzo.
Ancora più gelo: lo guardavo mentre continuava a sferrare pugni, mentre Jason e Brett cercavano di mettere fine alla lite.
'Eric smettila!' Urlavo, ma nel trambusto non riusciva ad ascoltarmi.
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'Addiction'
Roman d'amourNon vuoi accettare il fatto che la persona che ami di più al mondo non è come pensi che sia, ci immagini una vita ideale, anche se sai che molto probabilmente è solamente un'utopia.