capitolo IX

66 7 0
                                    

La giornata finì e Aila non uscì dalla tenda neanche un secondo. Eros e Ercole erano rimasti fuori a parlare quando lei tirò fuori solo la testa
"è successo qualcosa?" chiese e i due scossero la testa
"no tranquilla" disse Ercole e Aila sorrise leggermente
"quanto resterai ancora?" chiese Eros
"il mio tempo qui con voi è finito ragazzi, ci rivedremo sull'Olimpo" disse Ercole e abbracciò Eros. Aila uscì dalla tenda e rivolse un sorriso ai due
"grazie di tutto Ercole" disse e lo abbracciò. Quando si staccarono Ercole si dissolse in una nuvola di polvere e lasciò i due su quella spiaggia. Aila non aveva mai pensato all'Olimpo. Probabilmente perché non ne aveva mai avuto il tempo ma le mancava da morire la sua casa. Vedere suo padre su quel carro, l'odore delle piante di Demetra che le invadevano le narici. Il vigneto di Dioniso dal quale prendeva l'uva. I pomeriggi passati nei giardini dell'Olimpo con Eros e Ercole. Ma la cosa che le mancava di più era Ermes. Di Ermes le mancava tutto. La sua voce, i suoi capelli castani, i suoi occhi color nocciola, i suoi abbracci. Le mancava lui.
- - -
Da quando Patroclo era morto Achille si era messo in testa che avrebbe ucciso Ettore e così fece. Quel giorno Aila correva verso il suo accampamento inciampando sul suo stesso abito.
"Achille!" esclamò la bionda e il soldato la vide fermando il cavallo
"Aila che ci fai qui?" chiese e lei riprese fiato
"ti prego fermati. Se ucciderai quell'uomo la Grecia vincerà ma per te si complicheranno le cose" disse la bionda e Achille la squadrò
"so già che dovrò morire Aila. Non morirò prima di aver ucciso Ettore però" disse facendo partire il suo cavallo lasciando Aila in mezzo al suo accampamento. La ragazza corse verso il tempio di Apollo che ormai era territorio Acheo ed entrò. Per volere di Odisseo i sacerdoti e le sacerdotesse continuavano il loro lavoro indisturbati e questo mise i bastoni fra le ruote ad Aila.
"Benvenuta nel tempio di Apollo straniera" disse una voce femminile alle spalle di Aila, la bionda si voltò di scatto provocando una reazione inaspettata della sacerdotessa che lasciò cadere il vaso che aveva in mano.
"Oh no!" esclamò Aila accucciandosi per raccogliere i cocci
"no si fermi! Rovinerà le sue mani divine" disse la ragazza e Aila rimase sbigottita
"scusa?" chiese
"Io so chi è lei. Aila figlia di Apollo" disse la ragazza inginocchiandosi accanto a Aila
"come sai che sono figlia di Apollo?" chiese la bionda
"mi chiamo Criseide. Sono la figlia del sacerdote di Apollo. Ero prigioniera di Agamennone" disse la bruna e Aila ebbe un flashback
"tu sei la ragazza che si trovava al cospetto di Achille quando io" disse ma si fermò. Quando Aila corse a raccontare ad Achille la prima conversazione con il padre con lui c'era una ragazza. Aila non ci aveva fatto troppo caso era turbata dalle parole del padre.
"Si mia dea" disse la ragazza e Aila sorrise
"dolce sacerdotessa sai mica se mio padre si è fatto vivo? Ho bisogno di parlare con lui" disse Aila e Criseide scosse la testa
"no mi spiace. L'ultima volta che Apollo ha fatto visita al tempio è stato il giorno in cui gli Achei sono arrivati sulle coste di Troia" disse e Aila ricordò di aver parlato con suo padre proprio quel giorno al tempio.
"Potresti portarmi alla sua camera spirituale?" chiese Aila e Criseide annuì
"certo mia dea, ce l'accompagno subito" disse e le due si diressero verso il centro del tempio. Aila ammirava tutte le statue e i doni che erano stati eretti per suo padre. Ne era incantata.
Arrivarono al centro del tempio e Aila entrò nella camera spirituale del padre. Si inginocchiò davanti alla statua del padre. Non fece in tempo a pronunciare la prima parola che una voce la bloccò
"ciao bambina mia" disse Apollo e Aila gli corse in contro
"oh padre ho bisogno di te" disse la ragazza e Apollo si sedette su un divano di cuoio con i rifinimenti d'oro
"siedi con me" disse il dio e Aila gli si sedette in grembo
"da quando sono arrivata qui non me ne andata bene una. Prima Eros che tornava ferito. Poi tutti quegli uomini in fin di vita. Poi la morte di Patroclo e ora Achille che vuole uccidere Ettore" disse Aila cacciando fuori un paio di lacrime. Apollo sorrise e accarezzò i biondi capelli della figlia
"Aila non ti ho mandata qui a caso sai? Sei una ragazza forte e so che riuscirai a superare tutto. Sarai una dea fantastica" disse il dio e Aila si asciugò una lacrima
"e se poi muoio? O i Troiani mi prendono come bottino di guerra?" chiese
"nessun Troiano ti toccherà nemmeno con un dito" disse Apollo e Aila lo abbracciò
"voglio tornare a casa papà!" esclamò e un brivido percorse la schiena di Apollo. Non lo chiamava papà da anni ormai.
"sta tranquilla figlia mia, tornerai presto" disse Apollo e le diede un bacio sulla testa. Quando la figlia si fu calmata Apollo le sorrise
"che dici di far entrare la sacerdotessa che ti ha condotta da me?" chiese Apollo e Aila annuì. Si diresse alla porta e l'aprì con gentilezza
"Criseide il tuo dio vuole conferire con te" disse la bionda e Criseide entrò con timidezza. Appena vide la figura del dio ne rimase estasiata ma si inchinò lo stesso.
"Mio dio" disse e Apollo la fermò sorridendo.
"Alzati pure Criseide" disse e la bruna si alzò rivolgendo il suo dolce sguardo al dio.
"Ti ringrazio per aver condotto la mia Aila da me. Hai portato una donna achea nel tuo tempio senza esitazione e questo solo per darle la possibilità di cercare conforto nella sua figura paterna. Ti sono riconoscente" disse il dio e la bruna sorrise
"Aila è sempre stata rispettosa con noi e non si è mai permessa di entrare nel nostro tempio. Se è venuta a cercarci significava che doveva essere una cosa veramente importante" disse Criseide e Aila si avvicinò alla ragazza.
"Sei una sacerdotessa valorosa e io e mio padre siamo orgogliosi di averti nel tempio del sole. Grazie" disse Aila e sorrise al padre
"arrivederci" disse per poi uscire dalla camera spirituale del padre seguita a ruota da Criseide.
- - -
Quando Aila raggiunse l'accampamento di Achille una scena macabra la stava aspettando. Davanti a se trovò il corpo morto di Ettore attaccato per i piedi al carro di Achille. Il soldato parlava e brindava con i suoi uomini. Aila slegò il corpo e lo coprì nascondendolo dietro la tenda di Achille e poi si diresse da lui.
"La dignità di un uomo si misura anche dalla sua pietà, sai?" chiese interrompendo la 'festa'
"come?" chiese Achille bevendo un altro calice di vino. Aila prese il bicchiere e lo lanciò lontano.
"Cattiva la ragazza" disse Achille legandole un braccio in vita
"dove vuoi arrivare dolcezza?" chiese Achille posandole una mano alla fine della schiena.
"Sei orribile!" esclamò Aila allontanandolo con uno spintone
"oltraggiare così una dea?" chiese e tutti gli uomini scoppiarono in una grassa risata.
"Non ti è mai stato insegnato che le divinità sono intoccabili?" chiese Aila e Achille si voltò verso i suoi uomini
"IO SONO UNA DIVINITÁ!" esclamò e Aila lo guardò con disprezzo.
"Le divinità non uccidono gli uomini e poi li spogliano di ogni titolo. NOI NON RENDIAMO GLI UMANI DEGLI OGGETTI!" esclamò la ragazza e si avvicinò ad Achille sfilandogli la caraffa di vino dalla mano e rompendola a terra.
"Noi vi curiamo e vi proteggiamo e voi ci ripagate così?" chiese la bionda e Achille la guardò confuso
"A-Aila" provò a dire
"che vuoi?" chiese la ragazza
"tu brilli".
Aila si guardò il corpo e provò toccarsi i capelli accorgendosi che la sua corona d'alloro era tornata al suo posto sulla sua testa. Non la indossava ormai da mesi. Guardò il cielo e capì. Aveva finito l'apprendistato. Era una dea.
"Aila" disse Eros vedendola e lei lo notò in mezzo agli uomini.
"Guarda Eros sono una dea!!" esclamò correndogli in contro ma notò subito che lui non era come lei.
"Non è possibile...perché tu sei ancora mortale?" chiese Aila e Eros guardò il cielo
"non lo so. Sono i nostri genitori che decidono quando dichiararci dei. Perché mia madre non l'ha fatto?" chiese Eros e Aila sorrise
"forse le mancava ancora questo" disse lasciando un dolce ma appassionato bacio sulle labbra di Eros. Si sentì come leggera. Stava fluttuando e dopo poco si accorse che anche Eros stava fluttuando come lei. Si staccarono e Aila notò che anche Eros brillava. Aveva un arco nuovo di zecca e una faretra piena di frecce d'oro e di piombo. Era un dio. Proprio come lei.
"Per diventare il dio dell'amore a mancava solo questo" disse Aila sorridendo
"mi sembra strano. Le serviva solo un bacio? Perché allora farmi diventare un soldato?" chiese Eros e Aila sorrise
"tu mi hai sempre amata come una sorella Eros, mi hai protetta da tutto e da tutti ma io non ti avevo mai dimostrato il mio amore" disse lei
"in tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a me stessa e a quanto mi mancasse Ermes. Il modo più veloce per dimostrarti la mia gratitudine era questo" disse e Eros sorrise.
"Siamo dei! Ci siamo riusciti!" esclamò Eros e Aila guardò Achille.
"sei un nobile guerriero. Fa che la tua dignità venga riconquistata" disse per poi lasciargli un bacio sulla fronte. Eros abbracciò Aila e i due scomparirono in una nuvola fatta a cuore.

Angeleyes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora