Una festa magica

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25 agosto 2014, 11:26 del pomeriggio
"Non voglio recare problemi a nessuno, men che meno a me stessa.
Però alcune cose vanno dette, o almeno bisogna tentare di chiarire.
Premetto che questo mio testo sarà al quanto 'grezzo'; ovvero non userò un vocabolario forbito ne sono abbastanza istruita per sapere se qualcuno ha già trattato come sto per fare io l'argomento, comunque mi scuso per l'ignoranza.
Penso che la società ci tenga nascosto troppo. E non nascondo io stessa che scrivendo questo su un iPad che é sicuramente controllato (anche se non ce lo vogliono dire) sto sbagliando in primis. Comunque tralasciando, ritengo che le droghe siano la risposta.
Perché mai sarebbero illegali?
Semplice, le droghe sono il segno tangibile del processo della scienza. Ma quest'ultima viene ritenuta quasi 'scienza spazzatura' ovvero viene scartata dai risultati utili.
Prendiamo per esempio un acido, LSD. Bene, tutti hanno presente cosa sia, in breve per gli sprovveduti é una droga scientificamente creata che altera i nostri sensi, portandoci talvolta a vedere un mare nel bicchiere o una winx che ti saluta. Codesta droga, é il risultato di un errore da parte di uno scienziato, il quale si fece cadere una goccia pura di acido sulla pelle che una volta assorbita dall'organismo gli procuró effetti paradisiaci.
Subito viene rilegata ad uso esclusivamente medico e bloccato qualsiasi tipo di diffamazione al pubblico.
Ora, data la mia condizione mentale, non sono in grado di ritenere tutto ciò completamente vero, in quanto credo che ci vogliano far sapere solo ciò che ritengono giusto; ma stando a ciò, capite il mio ragionamento.
Ci tengono lontani dalle droghe perché aprono la mente. Il nostro cervello riesce a realizzare, pensare cose irraggiungibili da lucidi.
La droga ci rende più intelligenti. Si, io mi azzardo a tal punto da fare questa considerazione.
Non potendo avere persone intelligenti in tutto il mondo, ci vietano la somministrazione di esse.
Allargando il mio discorso e cercando di far capire cosa intendo, parlerò dello Stato.
Lo Stato NON ESISTE.
Lo Stato é un'invenzione.
La definizione di Stato (come sto cercando di farvelo intendere) é: cerchia chiusa di persone, pagate dalle Mafie e messe su dalle stesse, per far credere a noi, comuni mortali poco intelligenti ed istruiti, che essi stiano realmente cercando di cambiare qualcosa.
Care persone, non posso dirvi di crederci, perché in fondo, chi sono io? Una persona mentalmente instabile che rasenta la pazzia e l'isteria ai soli 14 anni, ma vi chiedo di fare uno sforzo: "emancipatevi dalla schiavitù mentale".
Credeteci, cercate di fare chiarezza. Chiarite anche a me le idee, sono disposta ad ascoltare chiunque abbia qualcosa da dirmi, anche priva di fondamenta stabili, perché io stessa non seguo nessun modello.
Se questo testo vi aggroviglia il cervello e vi fa soffermare su certe piccole cose alle quali non avete mai pensato mi ritengo fortunata e soddisfatta.
Picasso.
Grandissimo pittore, personalmente non rientra nel mio gusto personale, ma comunque degno di essere ricordato e nominato.
Riproduce un'opera degna di essere chiamata tale: Guernica. La guerra fredda e crudele rappresentata con tecnica pari ad un bambino lattante eppure esauriente.
Un quadro che spiega la guerra, quasi un testo. Eppure, prima del periodo cubista, quando il nostro Pablo Picasso passó a droghe più pesanti, realizzó quadri in perenni stati di fattanza. Ohibò questo si sapeva già, ma volevo sottolineare la presenza essenziale delle droghe anche in quest'ambito.
Osama Bin laden, ricordo che mi scuso per l'ignoranza, miei cari, é vivo.
Osama morirà per cause sue naturali.
Sta vivendo da persona normale dove vuole, sotto falsa identità. Riconosco di essermi spinta oltre il limite di eresie dicibili in un solo testo, ma penso che passerò ancora questo limite.
Hanno ucciso un uomo, o anche molti più di uno, spacciandocelo poi per il capo di una delle organizzazioni terroristiche più grandi al mondo.
Lui, steve jobs e molti molti altri si trovano ora in un'isola neanche segnalata geograficamente, a fumarsi marijuana e spararsi in vena, o usando chissà quale droga a noi sconosciuta.
Chiedo, a colui che leggerà questo di non condannarmi a qualsiasi tipo di pena.
Mi estinguerò da sola, non preoccupatevi. Questo mondo é troppo difficile e pieno di enigmi per rimanere lucidi e razionali, o semplicemente vivi.
Ritengo di avere appena concluso una colossale inutilità scrivendo questo, perché ripeto, sono realmente un'ignorante.
Ma d'altronde chi non lo é? "

Penso sia evidente agli occhi altrui che vivo a contatto con sostanze stupefacenti. Scrivo dei testi che non hanno nulla d'aggiungere, apro e chiudo, tutto da me.
Le mie giornate estive passano veloci, una dopo l'altra sempre uguali. Anche quest'anno ho fatto la tessera per le entrane nella piscina del mio triste e borghese paesino. Ma quest'estate di merda fa si che io mi debba rinchiudere in casa ad ammazzarmi di cannoni invece che fare bagni rilassanti perché rischio di prendermi un fulmine addosso.
Tutte le mattine mi sveglio un po' acciacciccata, mangio, mi vesto, rimangio e poi arriva Andrea.
Stiamo sempre a casa, mentre i miei sono al bar a lavorare, fumiamo e facciamo l'amore. Odio definirlo così, preferisco dire fare sesso, sarà più volgare, ma sicuramente più veritiero e facile da dire; anche perché la mia lieve erre moscia mi imbarazza parecchio e preferisco evitare di pronunciare parole contenenti questa malefica lettera.
Sto bene nel complesso, si fa per dire.
Circa un mese fa, hanno organizzato un evento più unico che raro per me: una tendata.
Cosa c'è di meglio di tanto fumo, compagnia simpatica, e dormire con Andrea?
Sicuramente stare a casa.
Si parte, dopo disdicenze su dove sarebbe stato meglio piantare i picchetti delle nostre salde tende e alla fine si decide per Monesa, tra l'altro paese d'origine di Andrea, notoriamente terrone doc.
Dopo un'ora e mezza per raggiungere la tanto desiderata location, ora nella quale chiunque grondava di sudore fastidioso, armati di quattro chitarre, un basso e qualche bongo, più ovviamente tende, arnesi vari e alimenti da venti chili a morso; arriviamo in questo bellissimo e accogliente spazio di un metro per uno, pieno di zanzare che aspettavano impazienti il nostro arrivo per cibarsi spropositatamente di noi e cosa scopro? Che é proprietà privata. Quale posto sarebbe mai potuto essere all'altezza di questo?
Fraternizzando con questi sconosciuti; (oltre ovviamente Andrea, il migliore amico di Andrea:Andrea , il bassista del gruppo del secondo Andrea, la sua fidanzata) mi rendo utile nella difficile attività del rollaggio.
Bene, fine, pace.
Siamo partiti, tutti assieme, eravamo fuori come pochi.
Alle dieci e mezza, il mio amabile ragazzo sbocca l'anima, sporcandosi. Lasciandomi, anche se indirettamente, l'arduo compito di pulirlo. Mi accingo così a cambiargli i vestiti minacciando di morte il suo amico se non mi avesse dato una mano a svestirlo o almeno fatto luce con la torcia del telefono.
Pulito il mio amore vomitino facciamo un narghilè. L'attività preparatoria é durata circa mezz'ora, ed io, ho bevuto una bottiglia di vino rosso; un toccasana insomma.
Vado a dormire nella tenda dove dopo essersi ripreso mi raggiunge Andrea.
E bem, che bella vita, mi dice le cose più belle.
«Io ti chiedo scusa perché non so se posso non tradirti»
« Ah se mi dici così vuol dire che devo stare con te aspettando il giorno in cui mi tradirai? »
«No, io ti chiedo scusa. Perché non so se riuscirei a non tradirti. Se fossi in una situazione come adesso non so se una ci provasse se riuscirei a dirle di no. E mi scuso perché sono una merda...»
Tradirti, tradirti e ancora tradirti.
La mia più grande paura, dover fronteggiare il fatto che la persona che amo é stata attratta allo stesso modo, se non di più da un'altra persona, come faceva con me. Pensare che abbia passato gli stessi attimi di eccitazione e amore che ha passato con me, che la tocchi come me. É inconcepibile.
Mi giro di schiena e piango. Cerca di girarmi e baciarmi, ma dovrebbe solo andare a fanculo.
Poco dopo ci addormentiamo e anche se sono incazzata nera e delusa, sentire i suo scatti e capire che si é addormentato mi tranquillizza; sono a casa.
La mattina mi sveglio alle sei. La tenda é stata montata male o non é impermeabile, fatto sta che piove fuori e dentro la tenda. Ogni cosa appartenente a me é zuppa. Vestiti, scarpe, borsa, tutto. Mi alzo e in preda ad una delle peggiori sensazioni del mondo, prendo gli alimenti che sembrano meno schifosi e bagnati e li porto nella tenda.
Si erano salvate dalla pioggia 4 fette di pan carré e un barattolo di marmellata all'albicocca (che per botta di culo era l'unica che mi piaceva). Spalmo con il dito la confettura con scarsi risultati e mangio questo schifoso abbinamento di pane secco e marmellata.
Mi lamento con Andrea, che nel mentre si era svegliato, della nostra situazione. Ma sembra non gli importi e io mi rimetto sotto la coperta, anch'essa logicamente bagnata.
Dopo qualche ora ci si sveglia tutti, smontiamo le tende, assistiamo ad un risveglio pieno di postumi di gruppo e torniamo sui nostri passi del giorno prima.
Non dico una parola, fisso la strada e non accenno un sorriso. Voglio che gli arrivi chiaro e netto il mio messaggio.
L'ho presa male? Si.
Sei stato una merda? Si.
Baci bacetti Andrea per me é impossibile reagire bene.

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