14 febbraio

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15 febbraio 2015, 6:13 del pomeriggio
"Spero in un domani migliore
Colorato d'amore
Marijuana e amici
Serate felici
Spero di incontrare persone vere
Di trovare amicizie sincere
Riuscire a realizzarmi
Studiare e laurearmi
Deporre le armi
Smettere la ricerca frenetica
Della felicità e dell'etica
Iniziare a lavorare
Per riuscire poi a viaggiare
Conoscere la pace
Senza la fame vorace
Del successo
E del possesso
Che finiscano le discriminazioni
Contro gay e nazioni
Che contino più i fatti che le azioni
Spero di avere chi mi tiene la mano
Che scompaia ogni tipo di sovrano
Di vedere bambini che giocano
Senza bisogno di telefoni
Promesse o paroloni
Che abbiano gli occhi colmi di sogni
Che li realizzino nelle notti scure
Vorrei vivere senza premure
Perché sto bene in ogni posto
Dividere un pollo arrosto
Con i miei nonni anziani
Sapienti e ancora sani
Vorrei vivessero cent'anni
Fare mille danni
Divertirmi a saccheggiare chiese
Scappare nelle sere tese
Spaccarmi le gambe per le corse
Perché alle signore rubiamo le borse
Svegliarmi all'alba per vedere il sole
Ricoprendo quel momento di parole
Baciandoti le guance
Mi manchi ma non sarà così per sempre
Sei come un peso sulle tempie
Spero di potermi innamorare
Per poi potermi ricordare
Dei miei giorni depressi
Dei caffè espressi
Dei pianti repressi
Delle notti e dei gessi
Dei momenti neri
Dei brutti pensieri
Vorrei tenermi dei ricordi
Mi piacerebbe stringere accordi
Anche per spaccio
Ricordare il tuo volto di ghiaccio
Per poi poter dimenticare
Tutto ciò che mi ha fatta disperare
Mentivo, vorrei tenermi anche questo
Per dare fastidio a chi detesto
Per farvi vedere che ce la posso fare
Schiattate tutti, persone amare
Mi fermo per rileggere ciò che ho scritto
Ma é frutto di pensieri senza filtro
Non c'è bisogno di correzione
Questa é la realtà piena d'indignazione
Concludo invocando il mio classico magone:
Quindi vorrei sapermi ricordare
Dei momenti bui
E sperare in certi più sereni, insieme a lui"

Agnese e Corrado si sono lasciti da una settimana, ma io e lui, da capodanno abbiamo perso i contatti. Lei in questa settimana é stata stravolta, non mangia e piange anche in classe.
«non ti dico niente così almeno te ne resti fuori»
Mi aveva detto così qualche giorno prima di questo martedì. Giusto per non allettare la mia sana curiosità e allo stesso tempo la preoccupazione di un fattaccio. Dalle dieci a mezzogiorno abbiamo ginnastica. Finita la lezione io e Agnese schizziamo in bagno a cambiarci. Approfittando del momento di intimità in cui non c'era nessuno, Agnese che ha sempre un polso di ferro, senza che le chiedessi nulla mi dice:
«senti, io te lo dico. Corrado ha tentato il suicidio»
I suoi occhi sono quasi tremanti, ci guardiamo fisse. Aspetta una mia reazione, ma abbasso lo sguardo per nasconderle le lacrime. Come potevo non sentirmi in colpa? Lui aveva bisogno che gli volevan le persone gli stessero vicino ed io non c'ero. Agnese si raccomanda di non scrivergli, non parlargli, non rispondergli ai messaggi. Non posso farlo e lo sa bene, ma si arrabbia quando le dico che non sparirò dalla vita di Corrado.
«mi sento in colpa perché domenica mi ha scritto e io gli ho chiesto se fossi te e vi eravate appena lasciati!» le ho detto la verità. Domenica all'ora di pranzo, mi aveva scritto un messaggio: un cuore. Io gli avevo risposto chiedendogli se fosse Agnese. Non mi ha più risposto. Non sapevo si fossero lasciati e ricordandogli lei, non lo avevo di certo aiutato. Non si era più fatto sentire e io non potevo certo scrivergli, neanche per chiedergli come stava perché Agnese aveva deciso per me.
Come ogni anno arriva Carnevale, nel mio schifido paese, ma anche nelle città vicine.
Penso che sia famoso anche al di fuori dei cittadini, comunque é una battaglia. Nove squadre a piedi e un'infinità di carri. Ma io non ho mai tirato, la cosa più bella, sono le serate. Giovedì grasso, qui da noi, é la serata del degenero più totale. Per strada vedi sgallettate dodicenni con rossettazzi sbavati che fanno le ubriacone, giovani che sboccano e anche delle famiglie di spettatori. Sembrerebbe brutto, ma mai in vita tua bacerai tante persone in una sera come a carnevale, c'è gente che lo aspetta tutto l'anno solo per sbronzarsi e potersi dichiarare o poterci provare con il suo amore top secret. Nelle piazze c'è la musica e tutti vanno lì per ballare. Giovedì grasso, si va in giro in costume per forza. É la regola. L'altra serata forse ancora più bella é la sfilata, due giorni dopo giovedì. Si fa il giro di tutte le piazze, con i pifferi, le bandiere e chi sfila.
Il sabato della sfilata, mi sveglio e mi scrive Corrado.
«non sparire...»
Ha centrato il mio punto debole in pieno. Sono fatta così, mostrami che hai bisogno di me e per forza torno, in più con lui é diverso. Ha un effetto diverso su di me, rispetto a tutti gli altri ragazzi. Non é l'età, ne conosco altri più grandi di me; sarà che é l'ex di una mia amica, non é l'unico neanche in questo caso; sarà che é bello e mi ricorda un vampiro, sarà che é me al maschile, sarà che è meglio che non ci pensi..
Mi chiede di incontrarci questa sera, sono agitata, non so cosa fare. Ho paura e vorrei scappare.
Ed é pure San Valentino.
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9:30
Arrivo in piazza di città, sotto le balconate. Sta piovigginando e fa freddo. Ad ogni parola dalla bocca esce una densa nube bianca, ma io non sento alcun freddo. Lo vedo subito.
« é li, Aurora》
Lo indico e ci avviciniamo. Lui é in piedi fermo, rivolto verso di noi e quando arriviamo mi sento in imbarazzo. Cosa si aspetta che gli dica? É tanto che non lo vedo e soprattutto vuole parlare di cosa é successo quella domenica?
Salgo il gradino del marciapiede e mi fermo davanti a lui, sorride; sorrido. Aurora lo saluta. Lui ha un sorriso diverso, é fisso, continuo, non come al solito. Si gira e prende una bottiglia da un suo amico, beve e la offre a noi. Bevo e inizio a parlare
«come stai?»
«bene, non si vede?»
«si, infatti. Sembri stra contento»
Iniziamo ad incamminarci verso il fondo della piazza per sfilare. Lui e il suo ombrello rosso sono il fulcro dell'odio della gente.
«Chiudi l'ombrello! Chiudilo!»
Le persone mi lanciano occhiate minacciose, perché quell'ombrello ripara anche me dalla pioggia. Ma io non dico nulla, sorrido solo, un po' per l'alcol un po' perché mi diverto. Lui e Aurora si erano già conosciuti. Così inizia ad ammiccare con lei, che ha il bacio facile adesso. La guardo dritta in faccia, mentre lui la abbraccia e cerca di baciarla. Lei ha gli occhi spalancati e il trucco tutto sbavato, fino alle guance. Ha due righe nere ben visibili; i capelli sono bagnati e mal messi. Mi chiedo come sia il mio aspetto in questo momento.
Dopo poco, Corrado, si avvicina a me. Siamo a due centimetri di distanza, in mesi e mesi, non era mai successo. Appoggio gli avambracci sul suo petto per fare leva mentre lui mi tira a se. 'Non si può', penso solo questo nella mia mente e le uniche parole che per cinque minuti circa escono dalla mia bocca sono queste. Continua a tenermi e avvicinarsi. É bello lui, é troppo bello in questo momento; pericolosamente bello. Poi inizia a parlare, calmo.
«tra tutte le tipe che vorrei farmi tu sei la prima, lo sai. Se tu mi dicessi di si anche adesso saresti la prima. Mi sei sempre piaciuta, ma te sei antipatica, dici sempre di no. Ci provo con una sfigata come Aurora che non ha senso, ma in realtà vorrei te»
La folla stringe. Stringe davvero troppo ed io sto soffocando. Lui ed io non siamo mai stati così, mai nulla più di due amici. Siamo fermi e ci guardiamo fissi negli occhi. 'Dai' mi dice con gli occhi.
Dai dai dai.
Si avvicina ancora e socchiude gli occhi.
Mi sfiora le labbra, cortocircuito.
Mi divincolo e corro da Aurora, mentre lui corre dall'altra parte. Non riesco a parlare e cammino inciampandomi ovunque 'vuole me, vuole me, vuole me'. Perché me lo ha detto? Sa perfettamente che non si può, ma é troppo egocentrico e sicuro di sè e della sua bellezza, per dubitare anche solo che io riesca a non cedere. Sento chiamare il mio nome e mi girano per una spalla. Sono spaesata, nessun volto ha senso, non conosco nessuno.
«chi sei?»
« sono Giorgia! Ma in che stato sei?» ride di me, pensando che sia ubriaca. Si, sono ubriaca, ma se sapesse cosa mi é appena successo capirebbe perché sembro lobotomizzata. Potevo rispondere : "Ciao scusa, ti ricordi Corrado? Ecco, ora dice di volermi. E si, é l'ex fidanzato di Agnese, non sono ubriaca sono in loop"
«ah ciao Gio! Scusa non ti riconoscevo» urlo e rido, mentre le do un bacio sulla guancia « scusa ma devo andare »
Stavo perdendo Aurora e gli altri e la sfilata mi stava inghiottendo.
« devo fare pipì. Proprio tanto» Aurora muove le gambe per trattenerla
«e dove andiamo? Ci perdiamo poi»
«vieni»
Andiamo in una via perpendicolare a quella che stavamo percorrendo, dove c'erano delle macchine parcheggiate e qualche passante. Ci siamo messe dietro una macchina grigia e mentre la gente ci guardava abbiamo fatto pipì, meglio che pensino che sia maleducata, piuttosto che me la faccia addosso.
Ritroviamo gli altri più tardi, ma ormai la serata é andata.

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