Cosí tanto per

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31 gennaio 2015, 11:30 del mattino
"Non ne uscirò mai
Io cerco di non darmi per vinta
Ma la realtà é che non ce la faccio più
Non riesco a vivere bene
Vorrei solo che tutto si aggiustasse
Invece rompo ancora più cose
Mi manca
Vorrei poter scappare da tutto e tutti
Non vedere mai più nessuno di loro
Nessuno
Voglio scappare
Che nessuno si ricordi di me
Che non si ricordino neanche che sono esistita
Vorrei poter scappare da me stessa
Vorrei solo lui infondo
E io non so più trovare le parole per descrivere tutto ciò
Ma l'unica cosa che posso dire
É che mi odio, sono stata stupida
E in tutte le situazioni mi rivelo così alla fine
Mi spiace per gli altri,
Vorrei essere migliore
Vorrei avere lui a migliorarmi
Vorrei avere felicità, un minimo
Vorrei riuscire a nascondere la mia infinita disperazione
Ma c'è l'ho dipinta in volto
Perché scorre nelle vene"

Mi manca da morire
Non so più dove scriverlo.
Ormai ogni spazio per i miei pensieri é ricoperto del suo nome.
Mi manca proprio tanto
E fanculo non era vero
Io lo amo ancora.
Ma ci fumo sopra.
Anche se non tocco alcol da sei mesi, per religione, fin da piccola adoro l'alcol.
La prima sbronza della mia vita avevo quattro anni, avevo assaggiato il vino e ne andavo pazza. Era capodanno e avevo bevuto un bicchiere con due dita di champagne, poi dopo il brindisi di mezzanotte tutti erano andati fuori a vedere i fuochi d'artificio. Io ero rimasta dentro e per puro caso mia mamma, stranamente, non era attenta alla mia persona. Così mi sono scolata tutti i fondi dei bicchieri mentre qualcuno sparecchiava, io per aiutare finivo i liquidi. Non so perché non mi abbiano fermata, vedendo una bambina che si tira giù qualsiasi tipo di bevanda che manco arriva al tavolo quasi, la lasci continuare? O forse non c'era nessuno.. Dopo i fuochi tutti rientrano dentro e Lara, la mia migliore amica da bambina inizia a saltare sul letto, salto con lei, ma al terzo salto capisco che qualcosa non va. Iniziai a lamentarmi di un forte mal di testa e mi sdraiai di colpo. Mia mamma ai miei lamenti aveva risposto
«eh amore, hai saltato e sei stanca é normale che ti faccia male la testa»
Due secondi dopo dormivo.
La seconda sbronza, molto più profonda fu due anni dopo. Avevo bevuto tanto vino rosso mentre non mi guardavano e poi ero andata a dormire dai miei nonni. Mia zia che dormiva nel letto affianco al mio mi ha poi raccontato com'é andata realmente. Iniziai ad avere conati di vomito e lei se ne accorse, così mi tiró su seduta per non farmi soffocare. E appena mi svegliai vomitai. Oltre lo schifo, lei mi disse
«ma che odore di vino! Ma hai bevuto?»
Io non sapevo di avere bevuto in quel momento e rimasi scioccata.
Poi mi ubriacai a casa di una mia compagna di scuola, Iada. Aveva una casa grande e dei genitori comprensivi. Così ai suoi compleanni poteva invitare tutte le amiche a dormire nella sua tavernetta. Dove aveva una cucina, un divano, uno stereo e una cantina. I preparativi per i suoi compleanno andavano avanti per un mese circa, facevamo disegni di come mettere la roba, scrivevamo chi portava cosa, eravamo euforiche. Questo alle elementari. In seconda media, convinsi insieme ad altre due bevitrici, la festeggiata a comprare dell'alcol. Iada aveva un fratello più grande festaiolo e i suoi erano già abituati. Siamo andate io, lei e sua mamma a comprare il giorno della festa. La mamma complice ci aveva permesso di comprare una Piña Colada, cinque Bacardi e una birra. Eravamo in dieci circa e verso sera preparammo i bigliettini con i numeri dei bicchierini da shottino, per giocare. Quando usciva il numero, la persona con il bicchiere con il numero estratto beveva all'asse. Tre erano le santarelline che non volevano bere, ci mettevano una vita e facevano storie. Quindi hanno smesso subito di giocare. Quando tutte si stufarono rimanemmo io e Mabel a continuare a bere; per poi andare sui materassi ad interagire con le nostre compagne smorte e noiose.
Al mio compleanno dei 14 anni i miei erano andati al mare ed avevo casa libera. Invitai quattro mie amiche, ma solo due potevano venire. Mab e Lara, la mia ex migliore amica e anche una delle tre santarelline. Avevamo una vodka alla pesca e una alla mela verde, più due red bull. Abbiamo bevuto tutto e anche Lara non si tiró indietro. Ho ancora il video storico che ogni tanto io e Mab riguardiamo; nel quale Lara cade dalla sedia, cade davanti alla telecamera dritta come un asse in avanti e cade mentre va in soggiorno.
Ho sempre bevuto, nei limiti, senza mai esagerare e creare danni, ma mi piace proprio.
E anche ad Andrea piace,
Piaceva.. Sento di dovermi correggere, i verbi nelle frasi con il suo nome li devo coniugare la passato. C'è Andrea diventa c'era Andrea. C'era. Fa sempre male. É la mia ferita, lui. Brucia ancora e anche se ci metto mille garze e cerco in ogni modo di chiuderla disinfettandola, rimane in mezzo al petto sanguinante. La voragine.
Mi ha scritto qualche giorno fa, mi ha chiesto come stavo e mi ha detto che era stato un suo amico a scrivermi con il suo cellulare, ma lui voleva farlo lo stesso. Io l'ho congedato, dicendogli di cancellare il mio numero nel caso in cui a qualche suo amico simpatico fosse venuta la stessa idea in futuro. Lui si é scusato, ma gli ha fatto comunque piacere sentirmi. Io che dopo averlo salutato brutalmente mi ero dileguata, non avevo visto il suo messaggio. Al mattino dopo però, non mi ritrovo solo uno, ma due messaggi. Uno, quello in cui si scusava e l'altro era:
"Oh senti quella era la verità.. Ma é un sacco di tempo che voglio farlo ma non ho mai avuto il coraggio di farlo!!! Tutto qua non volevo che si trasformasse in un problema... Ti pensavo e volevo sentirti bom"
Lui mi ha detto che non mi ama più quando l'ho lasciato. Cosa vuole dalla mia vita? Vuole che rimaniamo amici? Mai! Scordatelo. Io vorrei solo baciarti e appoggiarmi al tuo petto e sentirti il cuore, mentre ti tocco il buco che hai sullo sterno che mi piace tanto. E darti tanti bacetti sul collo, che é così bello. E poi magari, stare con te per sempre, così, tanto per..

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