Il colpevole

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25 febbraio 2015, 7:44 del pomeriggio
"Datemi una bombola d'ossigeno
Una via d'uscita
Una mano
O procuratemi una ferita
Fatemi sentire viva
Con la paura di morire
Aiutatemi ad uscire dall'oblio
Dei giorni sempre uguali
Ti vesti di stracci
Esci e fumi
Torni e piangi
Dormi
E riparti
Sbattimenti su sbattimenti
Apri il culo e stringi i denti
Il problema é che li ho persi tutti
Ne rimangono due e sono doloranti
Non ho appigli
Solo me stessa
La stessa faccia
E da un pezzo anche la stessa testa
Fissa sul male che c'è in ogni cosa
Vivo e penso ad essere diversa
Come sarebbe non essere me
Mista in mano
La chiudo e decollo
Come un aeroplano
Solo che c'è n'è sempre meno
C'è sempre meno scampo
C'è sempre meno danno"

Non c'è più via di scampo dal mio dolore. Non c'è più vita, n'é tepore. Non c'è più niente che mi aiuti a non sbagliare, sto facendo casino e lo sento.
Dopo le vacanze di carnevale siamo tornati a scuola. Venerdì ho tagliato e sono andata a casa di Corrado.
Sono arrivata che lui si era appena svegliato, erano le otto. Sono salita in casa e mi ha accolto il buio. Tapparelle rigorosamente abbassate, il divano aperto a letto e le coperte blu mal messe. Era acciacciccato, appena sveglio, quasi più carino. Lui stava nel letto e io fumavo, abbiamo parlato tanto, come sempre. Parlavamo ore ed ore. Il nostro rapporto dopo sabato era cambiato; ci abbracciavamo, ci salutavamo con i bacini sulle guance e quando guardavamo i film sdraiati si appoggiava ai miei fianchi o alle mie gambe. Noi, che fino ad una settimana fa, ci eravamo solamente sfiorati le mani passandoci accendini e sigarette. Nei sei mesi passati mi prendeva sempre in giro, mi chiamava 'balenottera' e mi faceva lo sgambetto sulle scale. Poi San Valentino, i complimenti, le confessioni e gli apprezzamenti sul mio culo. Mi faceva dei complimenti! La prima volta che avevo pensato 'che amore' me la ricordo perfettamente. Era sceso dalla macchina ed io ero nel sedile posteriore. Si era affacciato al mio finestrino e aveva messo le mani a cuore, poi aveva appannato il vetro perché rimanesse la condensa con la forma delle mani. Ma io non reagivo, tarda come sono. Così aveva disegnato con il dito un altro cuore, ma sta volta era ben visibile. Gli avevo fatto il dito medio, un po' perplessa sul perché l'avesse fatto e perché fino a due secondi fa mi stesse sfottendo. Insomma: imbatazzata. Aveva sorriso ed era entrato a comprare le sigarette.
Ma ora era sempre con me, mi chiamava sempre, anche per raccontarmi cagate. Mi raccontava delle sue ragazze ed io dei miei e se non potevo uscire si offendeva. Gli compravo le sigarette ogni tanto, mentre lui mi offriva da mangiare.
L'unico problema, rimane Agnese. Non ho la forza di guardarla negli occhi e tantomeno di dirle nulla.
Non mi escono parole. "Ehi esco col tuo ex ah ah. Ma non so dirti se siamo solo più amici. Ah ah" Mi faccio schifo, lo vedo di nascosto. Eppure mentre sono con lui, tutto questo non mi pesa.
So che é tutto strano. Ma lo é sempre stato; mi ha cercata in tutti i modi.
Mi ha scritto su Facebook, appena aveva avuto il mio numero mi scriveva, mi chiedeva sempre di uscire -una volta si era perfino rifiutato di andare una festa se non ci fossi andata-, mi veniva a prendere. Una regola che facilmente e a tempo zero avevo appreso era che con lui non si domanda. Cosa sta facendo? Perché? Mi tenevo il dubbio finché la risposta, se c'era, veniva lei da me. Era lui che aveva creato la situazione più ambigua della mia vita e la mia colpa era quella di avergli dato corda. Fino ad arrivare a questo punto io e lui sempre assieme, all'insaputa di Agnese. All'insaputa del motivo del perché lo stessimo facendo. Io avevo avuto seriamente bisogno di lui, perché é stato uno dei pochi a starmi vicino da quando Andrea non c'è più nei miei giorni. Mi aveva anche dedicato una canzone, ed io mi sentivo piena di vita. Mi aveva confessato i suoi tradimenti durante la relazione con Agnese ed io mi sentivo davvero un'amica intima. Volevo così tanto dimostragli che ero una brava amica che non mi sarei mai allontanata da lui, perché allontanarsi, soprattutto quando una persona ha bisogno, non é un comportamento da vero amico.
Quindi io ero colpevole fino al collo di avergli dato retta ed essergli stata vicino. Trascurando Agnese. E lui era il responsabile di ogni proposta ed ogni passo avanti.
Siamo tutti colpevoli, siamo tutti spacciati.

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