24° capitolo

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Noemi's POV

Erano passati mesi da quando me ne ero andata, nei quali ho viaggiato per il mondo, in posti di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza, da sola. Non ho chiamato nessuno e non ho scritto più a nessuno, da quando sono partita. La curiosità di sapere cosa fosse successo a Giada, Liam, Zayn, e Harry in questi mesi mi attanagliava la mente e mille domande mi passavano per la testa, ma ero sicura che tra poco sarei ritornata a casa e li avrei rivisti.

Quando il furgoncino di Hemi si fermò, capì di essere arrivata a destinazione e di dover abbandonare le mie fantasie.

"Siamo arrivati a Te Wairua Rerenga signora!" Mi disse l'allegro l'anziano al volante.

"Grazie mille! E' stato veramente gentile a portarmi fin qui.." Dissi prendendo dalla tasca della tuta una banconota e porgendogliela.

"Si figuri, dopotutto è il mio lavoro! Haere ra!" Replicò mentre scendevo dalla ''macchina''.

"Haere ra, Hemi." Salutai di rimando io in maori, dopodichè lo vidi allontanarsi ed allora iniziai ad incamminarmi verso il famoso faro.

Quel giorno il sole era nascosto da nuvole che minacciavano pioggia.

In Nuova Zelanda dovevano essere molto frequenti i giorni nuvolosi, anche perchè il suo nome in maori era "Aoteaora" letteralmente "la terra delle lunghe nuvole bianche".

Quando arrivai notai che anche la cima dello strapiombo su cui troneggiava il faro era deserta, e mi sentì veramente fortunata per non dover dividere quello spettacolo con nessuno. Mi sedetti proprio a due passi dal precipizio e guardai l'orizzonte nella più totale calma. Si riusciva a notare il punto in cui il mar di Tasmania incontrava l'Oceano Pacifico e giurai di non aver mai visto nulla di così bello in vita mia. In questi mesi avevo imparato a stare con me stessa e avevo imparato ad ascoltare il vociferare del silenzio. Il soffio del vento creava un sibilio inquietantante ma allo stesso tempo piacevole.

Te Wairua Rerenga secondo il mito maori, è il luogo dove dove gli spiriti dei defunti raggiungevano l 'aldilà e iniziano il sentiero dello spirito, o I Ara Wairua.

Il senso di pace rimbalzava da un'onda all'altra che si infrangeva sulla costa.

Chi ero io per meritare di vedere un posto così tanto celestiale?

Le lacrime avevano iniziato a scendere sulle mie guance e non ne sapevo nemmeno la ragione, e più cercavo di scacciarle e più sgorgavano dai miei occhi, tanto da farmi singhiozzare.

Quando riuscì a calmare il cuore che batteva all'impazzata presi la mia Canon e scattai alcune foto, come ormai ero solita fare. Notai un albero solitario tutto rinsecchito con i rami aggrovigliati sulla parete rocciosa, e mi avvicinai per osservarlo, solo a pochi passi di distanza capì che in realtà gli alberi erano due, talmente stretti l'uno all'altro da fondersi insieme. Toccai la loro superficie e i noduli della corteccia e poi fotografai anche loro. Sembravano due innamorati, come ne "il bacio" di Klimt..

Restai talmente tanto tempo a contemplare il luogo, che mi accorsi soltanto dopo un po' che Hemi mi stava chiamando a gran voce dalle pendici della collina, così gli corsi incontro e mi scusai per non aver controllato l'orologio.

"Mi ha fatto prendere un bello spavento lo sa!?! Ad ogni modo non importa, so che effetto fa questo posto quindi non posso biasimarla.." Disse mentre scendeva la collina.

"Ha trovato quello che cercava?" Chiese arrivati al furgoncino.

"Cos- come scusi?" Chiesi confusa.

"Lei sembra la classica persona in cerca di sè, che viaggia in solitaria per riuscire a capire chi è veramente, e che è insicura dei sentimenti del proprio cuore.

Lasci soltanto che le dia uno di quei cosigli da vecchio saggio: pur percorrendo ogni via, non riuscirebbe a trovare i confini dell'anima: così profonde sono le sue radici."

Rimasi zitta per cercare di comprendere a pieno le parole di Hemi, e soltanto quando arrivammo sull'uscio dell'ostello dove alloggiavo mi salutò dicendo: "Un pretesto per ritornare a casa lo abbiamo tutti, e quindi, qual'è il suo?"

La mia mente ritornò quindi alle chiacchierate con Giada, la mia migliore amica da sempre, l'unica con cui condividevo i miei pensieri più profondi e mi sentì in colpa per averla abbandonata con una semplice lettera e niente di più.
Ripensai a Liam, che ormai era diventato per me una specie di fratello maggiore, e a quanto mi mancassero i suoi abbracci.
Ripensai ai miei genitori e a quanto volessi riabbracciarli, e dirgli che ero stata una cattiva figlia negli ultimi tempi, e ringraziarli semplicemente per essere come sono.
Non potei far a meno di sentire le farfalle nel mio stomaco mentre il mio cuore batteva forte immaginandomi due occhioni verdi smeraldo e delle labbra soffici: "Harry". Dovevo tornare.

"Le persone che amo: la mia famiglia, i miei amici.."

"È un anche un certo ragazzo di nome Harry?!?" Disse beffardo, ed io mi accigliai. Come leggendomi nel pensiero, continuò "Scriveva il suo nome sul finestrino del taxi, prima" concluse sorridendo.

"Si, Harry." Sorrisi abbassando lo sguardo.

"Spero che un giorno tornerà a Te Wairua Rerenga, questa volta non da sola, ma con la persona del suo cuore. Ricordi un'ultima cosa: non ci completiamo mai da soli. Haere ra, signorina inglese!" Detto questo, si tolse il cappello in segno di riverenza e se ne riandò verso il suo veicolo.

Forse, era giunto il momento di ritornare a casa.

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