10° capitolo

619 86 11
                                    

L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.

(Hermann Hesse) 

 - Noemi's POV

Per l'ennesima volta mi ritrovavo ufficio a svolgere del lavoro extra. Non era miglior modo di passare le vacanze natalizie ma è il capo che decide, si sa..

Erano già ore che sistemavo fogli, preparavo presentazioni o bilanci. Quella sera sarei dovuta andare ad una festa con i miei amici ma rinunciai sapendo che sarei rimasta chiusa lì per ancora un bel po'. 

Ad un tratto la voce del mio capo mi fece sobbalzare.

"Buon pomeriggio Signorina Smith, mi dispiace che sia dovuta venire qui anche durante il suo periodo di riposo, ma si è verificata un'emergenza.. Bene, ora io ho una riunione dall'altra parte della città quindi la lascio al suo lavoro.. Ah dimenticavo: Nel mio ufficio c'è mio figlio Harold, per qualunque cosa si rivolga a lui, poichè da come ho capito, già vi conoscete.." 

"Veramente non credo di conoscerlo, in ogni caso grazie e buona serata, signor Styles." dissi il più cordialmente possibile io.

"Buona serata anche a lei, arrivederla!" E poi se ne andò.

'Chissà perchè credeva che conoscessi suo figlio..' Mi domandai. Però non gli diedi troppo peso.. A distrarmi dai miei pensieri fu il rumore della porta alle mie spalle, da dove pochi istanti prima se n'era andato il capo. Quando mi voltai vidi l'unica persona che non avrei mai voluto vedere: Harry.

"Buona sera My Lady! Che ci fa qui?!?" Proferì avvicinandosi.

"No! La domanda è: che ci fai tu qui!| Sei completamente pazzo?!! Io ci tengo a questo lavoro e se si accorgono che tu sei qui mi licenzier.." Mi zittì posando il suo dito lungo ed affusolato sulle mie labbra.

"Nessuno saprà che sono qui. Tutti sono a casa per le ferie, ci sei rimasta solo tu, ecco perchè sono venuto a farti compagnia.." Mi sussurrò in un orecchio e poi mi baciò il collo.

Nell'istante in cui le sue labbra si posarono sulla mia pelle, sentì una scarica di adrenalina che mi invase il corpo, e rabbrividì. Mi aveva completamente paralizzata: la mia mente non connetteva più e il cuore batteva all'impazzata. Una parte di me avrebbe voluto che il tempo si fermasse e che lui rimanesse così vicino a me per sempre, mentre la parte più razionale mi diceva di allontanarmi e cacciarlo fuori dal palazzo e dalla mia vita.

"N-No. C'è il figlio del capo di sopra. Io.. Vattene ti prego.." La mia era diventata una supplica perchè ero ben consapevole che non sarei riuscita a resistergli.

"Non me ne vado.. Rimango qui.. Con te." Le gambe mi tremavano e ormai quasi mi sorreggevo sulle sue spalle. La mia dignità di donna stava pian piano andando in frantumi, come il mio intento di mandare lo splendido ragazzo davanti a me affanculo.

"Baciami. So che lo vuoi anche tu.. Ti chiedo solo di baciarmi.." Ora era lui che mi stava supplicando, ma io non potevo farlo, altrimenti non mi sarei più fermata. I suoi occhi erano puntati nei miei e io non mi sentì abbastanza forte da sostere il suo sguardo, così interrompei il contatto visivo. Presi un lungo respiro e mi allontanai da lui. Non so con quale forza dissi

"No, Harry non ti bacerò.

Sai la prima volta che ti ho visto ho pensato che tu fossi il mio Romeo, la persona che avrei amato per sempre, e non chiedermi il perchè, nemmeno io so risponderti.

Credevo nel colpo di fulmine, e tu sei così bello da togliere il fiato. I tuoi occhi.. Dio li adoro, ma no non posso nemmeno sperare di essere il tuo per sempre, perchè non sarei mai abbastanza per te, tu non ti accontenteresti mai di avere solo me.

Ho visto come tratti le ragazze: non le calcoli, non le rispetti minimamente.. E io sono solo una delle tue innumerevoli sfide, un tuo passatempo.. Ma qual è il premio? Una scopata? Sei molto bravo in questo gioco, ma sai cosa? Io non voglio giocare, perciò vattene da qui. Ma guardati e guarda la solitudine che ti seguirà come un' ombra e poi chiediti: Ne è valsa la pena?"

 Probabilmente mi ero lasciata trasportare dalle emozioni e la mia lingua parlava ancor prima che le informazioni arrivassero al cervello.

Silenzio. Tutto ciò che sii udiva era silenzio. Io cercavo i suoi occhi, sperando di capire cosa stesse pensando in quel momento, invano. Non proferì parola e si avviò verso la porta e mi lanciò un ultima occhiata poi se ne andò. 

Giurai di aver visto nel suo sguardo amarezza e un abisso di delusione, provocate dalle mie parole troppo pungenti che ancora mi rimbombavano in testa e mi trattenni dall'andarlo a fermare e baciarlo con quanta più passione avevo in corpo.

Non ci può essere profonda delusione dove non c'è un amore profondo.

(Martin Luther Jr. King)

 

Something great H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora