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Quando Isadora smantellò casa di Blazer prendendogli tutti i soldi e anche la droga non successe assolutamente nulla. Mi aspettavo una sirena un piccolo allarme, invece nulla, gli uomini che si era portata erano enormi guardie del corpo vestiti con tute nere e molto alla moda, il che per fare una retata non era proprio il massimo, almeno erano sexy pensai.

La segui persino quando quella stessa notte di quel fine settimana decise di presentarsi al locale frequentato da Blazer in periferia, sembrava una cazzo di spice girl,con quei suoi occhiali a fuoco e una corona in testa, poco vestita ma sicuramente con stile, portava una arma tra le mani, percepì una forma di risentimento tra lei e Blazer il che mi stupì. Non pensavo si conoscessero!

"Tesoro", salutò.

"Imperatrice", rispose lui, fumandosi sicuramente qualcosa di pesante, l'odore aleggiava nella stanza era un'erba di buona qualità.

Lei sbaragliò la porta mettendosi in prima fila, la seguì a ruota, ero incerto su quello che avrebbe detto o fatto, ma ormai ero nella mischia e non potevo triarmene indietro.

"Piccolo riccone!", ammise stranito appena mi vide, "quindi vi conoscete?", chiese mettendosi ritto.

"Conosco tanta gente", rispose lei con la sua aria spavalda, "ma non siamo qui per questo, sono qui per dirti che non hai più una casa, ho rubato i tuoi soldi e la tua roba,  sono disposta anche a fare di peggio se non lasci in pace il mio amico Patrick", disse indicandomi con la mano, poi sorrise falsamente e come se non gli avesse detto nulla di che si avvicinò vertiginosamente a lui, come se in realtà sapesse che non gli avrebbe fatto alcun male. Compresi in quel momento che io ero stato la goccia che fa traboccare il vaso perchè Isadora non era lì per me , bensì per chi sa quale questione irrisolta con Blazer. 

"Te l'avevo detto che te l'avrei fatta pagare spacciatore da quattro soldi", l'insultò.

Lui s'incupì forse aveva capito di non avere ne uomini ne armi per contrastare la marea di ragazzi che aveva portato al seguito Isadora; si da di fatto che guardò me tanto da farmi spaventare, "lo sai che non finirà bene?!", intimorì quasi comprensivo.

Isadora con una spinta al mio petto mi si piazzò davanti, non l'avevo mai vista sotto quel punto di vista, era terrificante, "col cazzo bello!", ammise puntandogli un arma addosso, di ricambio anche gli altri si puntarono le armi a vicenda e io mi sentì dentro un film west, solo, senza nulla da puntare e del tutto inerme, non mi capitava spesso ma questa volta fu da brivido.

"Ehi, Ehi, Ehi", disse una voce calda dal fondo dell'altra stanza. L'avrei riconosciuto ovunque, lui e quel suo bastone zoppicante. Quando Enrico fece il suo ingresso ordinando di mettere nelle fondine le armi nessuno fiatò.

Enrico era un uomo dalle mille sfaccettature, portava pellicce all'ultima moda e continuava a truccarsi nonostante la sua età, ma soprattutto usava dei profumi necrotizzanti tanto da farti svenire o ipnotizzate.

"Che cosa sta succedendo?", chiese posandomi una mano nella spalla.

Quando Isadora provò a spiegare lui con una mano spiaccicata sulla sua faccia la zittì. "Solitamente le donne non mi piacciono e tu sembri essere tra quelle", ai lati di Enrico c'erano due ragazzi tutti muscoli muti e fermi come soldati, erano vestiti da spogliarello ma nessuno gli avrebbe detto nulla.

"Enrico mi dispiace, Blazer...", iniziai cercando di trovare le parole giuste.

"Figliolo ti avevo detto di venirmi a trovare qualche volta, perchè non sei venuto?", chiese facendomi una carezza come se nella stanza ci fossimo solo noi. Con lui potevo sentirmi protetto.

"Non vuole che veda Ivan perchè questo impedirebbe i nostri incontri privati", dissi abbassando lo sguardo con un filo di vergogna. 

"Ah, quindi ti scopi Blazer?", chiese come se stesse parlando dell'uomo più orribile del mondo.

Qualcuno da amare. Fanfiction Ivan/Patrick.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora