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Eravamo esperti a schivarci, io con il mio orgoglio e lui con le sue mille paranoie che nasconde dietro i suoi due mila sorrisi. Di quella sera non avevamo più parlato, sembrava sempre più distaccato e per tutte le volte che il nostro sguardo s'incrociava il mio cuore sembrava spezzarsi per la malinconia e l'idea di averlo perso per sempre, forse non avrei dovuto allontanarlo o provare a farmi desiderare. Sapevo di dovergli dare del tempo con sé stesso nonostante stessi di fatto impazzendo per lui, il suo pensiero era più che costante nella mia testa e non c'erano limiti nella mia immaginazione dove Ivan non mi lasciava mai frustrato.

Forse non era servito a nulla mostrargli il mio mondo, baciarlo; e che poi mi aveva baciato lui!

L'osservavo spesso allenarsi con gli altri suoi compagni di squadra, era sempre così sensuale e concentrato nell'esercizio, scherzava con tutti non sembrava affatto essere attratto da un solo uomo nonostante intorno ne avesse sempre a decine, e tutti fin troppo fighi. I suoi occhi non cadevano quasi mai sul corpo di un altro ragazzo neanche sul più sexy della squadra, neanche su quello più palestrato o magrolino, neanche su quello biondo o corvino, o persino il reparto degli abbronzati, insomma nessuno sembrava attrarlo in nessun caso, in nessun movimento che invece a me faceva sbavare. Facevo persino fatica a credere che mi avesse baciato quella sera, era tutto così strano; non era gay, gli piacevano le donne ma baciava me, e poi c'era Ari con cui continuava a sentirsi, la cercava spesso, non era successo altro perchè Ari mi avrebbe confessato tutto, ma spesso sentivo la tensione sessuale tra loro.

Piaceva anche ad Ari. Faceva male vederli scambiarsi sguardi o messaggi, ma cosa avrei potuto fare? Non potevo di certo dirgli di smettere, avevo sempre innalzato la bandiera della libertà e delle non limitazioni all'amore o al sesso, non potevo di certo smentirmi sul più bello.

Odiavo le partite di calcio ma da quando c'era Ivan a giocare mi ero riscoperto un appassionato, mettevo persino le maglie a tema, e poi avevo capito che non c'era posto migliore per vendere bene della droga che nei bagni e nelle gradinate dello stadio di calcio. Per le partite venivano riservati dei posti per quelli di quinto o di quarto, non che mi importasse veramente delle partite quanto più veder correre a destra e sinistra Ivan.

Con grande sorpresa scoprì che dei posti nella prima fila erano stati riservati a me ed Ari, non ero mai stato così avanti in una partita, tutto sommato non era tanto male, soprattutto perchè da quell'angolatura riuscivo persino a contare le gocciole di sudore scendere dal corpo di Ivan.

Lo sguardo di Ivan dopo un goal mi fece comprendere che lui c'entrava qualcosa con quei posti riservati. Avrei apprezzato di più quel suo gesto se fossi stato il solo a cui il posto era stato riservato, ma non era così.

Una volta finita la partita decisi di aspettare Ivan fuori lo spogliatoio dei giocatori, che in realtà era quello della scuola che usavo sempre ma che per quel giorno era riservato ai giocatori di calcio. Le urla di vittoria erano ben udibili fin da fuori nel corridoio.

Non avrei avuto problemi ad entrare dentro lo spogliatoio, tutti mi conoscevano, ma decisi di non farlo perchè sapevo che avrei smorzando la sintonia di Ivan e la sua gioia. Mi chiesi cosa ci facessi appostato alla porta visto quello che pensavo, non volevo stesse male o si rovinasse la giornata per me. Forse non era stata una gran bell'idea e lo compresi quando lo vidi uscire circondato da alcuni suoi compagni di squadra, c'era un testosterone esagerato percepibile nell'aria.

Davvero non volevo rovinargli la gioia e la felicità palesemente espressi sul suo viso.

I ragazzi della sua squadra lo circondavano ed era sexy persino in mezzo a tutti quei maschia alfa, loro potevano anche essere più alti o muscolosi ma lui era la gemma della squadra, il capo squadra. Non ero geloso o almeno lo credevo, non sapevo cosa fosse in sé la gelosia, ero sempre passato da una bocca all'altra senza farmi problemi e persino quando c'era Ander non mi facevo problemi a farmela anche con Omar. Quello che più mi disturbava era il fatto di esser il secondo, odiavo essere in seconda fila o il terzo incomodo, per questo sentì un po' di disagio e senso di smarrimento vederlo in mezzo così tanta gente, mi sentì minuscolo. Per sentirmi meglio decisi di chiedermi se la sua reazione fosse stata la stessa se quelle a toccarlo fossero state le mie mani invece che quelle di quegli estranei intorno a lui.

Qualcuno da amare. Fanfiction Ivan/Patrick.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora