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Decisi di non andare a scuola, era la prima volta dall'inizio scolastico, ma visto il trascorso dell'anno scorso iniziava davvero benissimo.

"A quanto vedo neanche al figlio del preside piace la scuola?!", sentì una voce che avevo già riconosciuto.

Annui guardandolo e fingendo un sorriso.
Avevo pensato a lui per un po' di tempo, avevamo parlato spesso durante le pause ma mai nulla d'interessante, certo non si faceva scappare mai un occasione per punzecchiarmi.
"Sapevi che ero gay prima della doccia. Vero?", dovevo chiederlo perché altrimenti non mi sarei dato pace.

"Si, lo sapevo da prima di entrare in aula e presentarmi a tutti, sei molto popolare a scuola. Ma credo che tu questo lo sappia bene!", ammise lasciando andare lo zaino come segno che la sua intenzione era rimanersene lì con me.

"E cosa dicono?", cercai di fare il vago.

"Dicono molto delle tue feste, del tuo comportamento ribelle e del tuo..corpo", disse senza neanche un attimo di tentennamento.

Mi concentrai sull'erba lontana, me ne stavo sotto un albero come un vagabondo a sentire gli uccellini e godermi il cielo sopra di me, e lui mi aveva disturbato, un gran bel disturbo ironizzai con me stesso.

"E cosa pensi tu di queste cose che dicono?", chiesi senza guardarlo, sapevo di starmi sbilanciando con quella domanda forse troppo seria. Lui si fece più vicino sorridendo.

"Penso che tu sia davvero uno spasso e che sicuramente fai delle belle feste e che sicuramente sei un ribelle!", sorrise sedendosi al fianco sotto lo stesso albero. Sembrava sempre così allegro mentre io avrei voluto strappargli quel sorriso baciandolo con foga.

"E sul mio corpo? ...Ti prego non dirmi che sicuramente ho un bel corpo", feci una leggera moina.

"Non volevo dirlo, ma si hai sicuramente un bel corpo!", mi guardò con tensione per poi distogliere di colpo lo sguardo e lasciandomi di nuovo come un fesso a osservarlo con fervore. "Ma penso tu non sia solo questo! Tu sei come la cannella, come quando ti svegli la mattina e l'odore ti pervade, l'assaggi con un dito e non ti piace, ma sai che senza quella cannella un milione di piatti non verrebbero deliziosi come vorresti, allora finisci per adorarla."

Lo guardai, era serio anche lui, non scherzava più, con lo sguardo sembrò spingermi dentro un burrone e poi su sopra quelle nuvole delicate in cielo, sapeva essere il mio incubo ma anche il mio salvatore usando solo delle parole.

"Beh quindi mi stai chiedendo di fare una cosa a tre o piu, visto che da sola la cannella ti fa schifo?", ironizzai per levargli quella tensione e disagio di dosso.

Iniziò a ridere senza ritegno coinvolgendo anche me.
Passò un po' di tempo dove spesso ci scambiavano sguardi d'intesa o fugaci prese in giro, non c'era più disagio tra di noi, con lui passava tutto il dolore e diventava ogni cosa tranquilla.

"Penso che tu sappia come usare il tuo corpo ecco!", riprese il discorso da nulla.

Finsi di non ascoltarlo come se stesse parlando di qualcosa che non m'interessava. Lui ironizzo e rise di nuovo, con una risata nervosa. "Scopi con tanta gente scommetto. Vero?", chiese tra il divertito e il teso, voleva che gli rispondessi.

L'osservai interrogativo da capo a piedi e lui lo notò. "Cosa?" chiese stranito, come se di fatto non mi avesse chiesto nulla di che.

"Vuoi saperlo davvero?", chiesi con i brividi per il corpo.

"Solo curiosità", rispose portando le mani sopra la testa come colto in fragante.

"Ah, solo curiosità?", portai gli occhi al cielo mettendo una mano sugli occhiali da sole per abbassarli da testa a sopra il naso.

Qualcuno da amare. Fanfiction Ivan/Patrick.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora