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L'osservai senza nessun intento ma con un idea ben lineare. "Allora o tutto o niente!"

Annui.

Presi la sua mano e con decisione lo trascinai con me, arrivammo davanti una stanza chiusa, sapevo cosa ci fosse l'altra parte, o sapevo bene, incrociai lo sguardo di un soggetto del persona, conoscevo tutti lì dentro anche lui. Indicai la stanza con un dito, lui annui a distanza mimandomi un cinque minuti.

Stavo sicuramente esagerando ma era stato lui a sembrarmi troppo sicuro.

Il suo sguardo era smarrito quando entrò dentro la stanza rossa con una poltrona al centro e un vetro coperto da delle tende scure.

Lo feci sedere nella poltrona, sapevo che era comoda.

"Cosa sta succedendo?", chiese con un velo di spavento.

"Sta tranquillo", lo tranquillizzai, decidendo che gli dovevo dire la verità; respirai pesantemente, "hai detto che volevi vedere un porno del mio mondo, ricordi?", chiesi con una calma che non sapevo di possedere, ma lui mi rendeva migliore in tutto.

"Ah", rispose secco.

"Oltre lo specchio avverrà un rapporto completo tra due uomini" spiegai, sembravo come il medico che cerca di descriverti la malattia di cui soffri e lui il paziente che cerca di captare ogni dettaglio. "Voglio che tu mi confermi che ti sta bene, altrimenti possiam...."

"Mi sta bene!", sputò di getto, "sono consenziente, sono super consenziente"

"Ne sei sicuro?", balbettai non aspettandomi un a risposta tanto sicura.

"Vedere mi farà capire delle cose, ne sono sicuro non ho mai avuto il coraggio di vedere un porno gay, ho sempre avuto paura ma con te non più!", disse mettendosi comodo in via d'impazienza.

Mi rilassai con la consapevolezza di poterlo aiutare, decisi di mettermi all'angolo alla sua destra poggiandomi al vetro, ero teso ma lui sembrava cosi tranquillo da far star calmo anche me.

Quando entrarono i due soggetti e le tende si aprirono completamente le luci erano soffuse, non avrei distolto lo sguardo dalla sua figura per nulla al mondo neanche per quei gemiti provenire dall'altra parte. Non me ne fregava nulla di quel sesso di quei due volevo sapere come stesse Ivan in ogni secondo, in ogni momento, cercando di decifrare ogni sua espressione.

La sua faccia sembrava concentrata, stava scoprendo qualcosa? Non lo sapevo! Passava dal nervoso al curioso inclinando la testa, poi ogni tanto si lasciava andare e quando la situazione si spingeva altre lo vedevi rilassarsi e mettersi comodo arrossando di poco in viso.

Respiravo a tratti, volevo che gli piacesse.

Sapevo bene gli step di quel rapporto dietro il vetro, al momento propizio con passi leggeri mi appoggia alla poltrona da dietro. Lui notò subito il mio movimento, alzò lo sguardo, gli occhi erano lucidi era molto eccitato, gli baciai il naso e poi scesi sulla guancia e sul collo. La sua mano s'insinuò nei suoi pantaloni. Di botto mi staccai, solo per fargli percepire quanto fosse estenuante mollare tutto sul più bello. Il suo sguardo era sofferente, "continua", biascicò. Tornai alla mia vecchia posizione all'angolo nonostante vederlo così bisognoso non era facile..

Lui mi guardò in piena eccitazione. M'infilai anch'io la mano dentro i pantaloni e con gesto veloce afferrai il mio membro, sbottonai piano i pantaloni, con una lentezza disarmante seguendo i suoi movimenti dentro i suoi pantaloni. Osservava tutto con estrema attenzione, sembrava non avere piu interesse verso quei due soggetti oltre il vetro nonostante i versi.

Iniziammo a muoverci ad unisono, lui sulla poltrona io all'angolo, ogni tanto sembrava riprendersi e guardare i soggetti per poi ritornare su di me mentre io non avevo occhi che per lui. Venne in brevissimo tempo mentre io dovetti accelerare il ritmo e prendermi qualche secondo in più, tutto sotto il suo sguardo ma non ero a disagio. Non ero affatto a disagio anzi mi ero sentito bene.

Qualcuno da amare. Fanfiction Ivan/Patrick.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora