CHAPTER 43

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Playlist:

• A Sunday Smile - Beirut
• Reflections After Jane - The Clientele
• Don't Watch Me Dancing - Little Joy
• Nei Treni La Notte - Frah Quintale
• Wait For Me - Sean Ono Lennon

Gea non sapeva di dove fosse il posto dove si trovasse Cassie, era abbastanza certa che i suoi avessero preso quella decisione più che altro per togliersi un peso, e Sidney condivideva la sua l'idea, per quanto maligna fosse. In realtà quello che loro non avrebbero mai potuto comprendere era il dolore di una madre che non aveva idea di come poter aiutare sua figlia, non capiva il suo male, cosa la tormentasse al punto da voler smettere di esistere. E poi il modo dolce in cui sembrava stare sempre bene, sorrideva, cercava di aoutare gli altri solo per nascondersi dietro una felicità finta; era peggiorata dopo gli incontri, più che un modo per non sentirsi sola erano diventati il luogo in cui si confrontasse con altra gente con il suo stesso disturbo. Ogni volta tornava a casa ossessionata da quanto fosse magra una, poi quell'altra, e quando si mise a sedere accanto a lei una giovane in sovrappeso per poco non smise completamente di mangiare. Non poteva diventare come lei, divenne più ossessionata dal controllo che mai, a volte si sentiva perfino in ansia, soffriva di attacchi di panico.

Alla fine chiuderla in un posto controllato parve l'ultima speranza. Solamente Sidney sapeva come si fosse ridotta, all'esterno appariva magrissima, molto di più di quanto gli altri potessero immaginare. Forse avrebbe dovuto avvisarli, ma pensó che fosse ormai troppo tardi.

Ligeia era seduta nella solita jeep scura che Thomas prestava sempre a James, aveva la testa poggiata contro il finestrino e guardava davanti l'auto di Alex. Ripensó a quanto tempo ci avesse passato lì dentro, poi si volse verso Cook ed esaminó il modo attento in cui cercava di non perderla di vista. Sei troppo concentrato, da cosa cerchi di distrarti? Rimase con una mano sul volante, l'altra la usó per cambiare marcia e poi la fece scivolare sulla coscia di Gea, nom era un gesto carico di malizia. Voleva solo darle conforto, ne era capace? Lei poggió le dita sopra le sue, lo vide sorridere, bastavano poche attenzioni ed era subito contento, si sentì in colpa.

« Oggi lavori? »
« No, mi sostituisce Franky. »
Quel nome gli risuonó così strano nella testa, insieme ai ricordi spezzati di capodanno.
« Mh. » Giró la mano e fece scontrare il suo palmo con quello di lei. « Ci vai d'accordo? »
« Abbastanza, cioè non parla mai quindi non è che sia molto difficile. Ma meglio così. » Ricordó di averla vista nell'ufficio del capo, aveva rimosso quelle memorie. « Mi ha detto solo una cosa. »
« Cosa? »
« Che Thomas è il tuo patrigno. »
James alzó le sopracciglia. « Menomale che non parlava mai. » Era chiaramente ironico, nel tono di voce una vena di fastidio. Sapeva quanto fosse riservato, ma non voleva nascondergli nulla.
« Pensava lo sapessi già, ci ha visti insieme e mi ha detto tipo "ti scopi il figliastro del capo", o qualcosa del genere, non ricordo bene. » Rimase calma, non le aveva dato fastidio quel commento, anche perchè probabilmente lei se la faceva direttamente con il capo. Quindi l'aveva preso come un tentativo di fare conversazione inopportuno.

Lui invece si acciglió immediatamente. « E a lei che cazzo glie ne frega. » L'ultima cosa di cui aveva bisogno era che si creassero altri casini.
« Nulla, magari le piaci, che ne so. Magari avrebbe voluto farlo lei. »
Egli storse le labbra in una smorfia contrariata, un po' colpevole. « Devo dirti una cosa, ma non giudicarmi male. »
« È un po' difficile che io possa giudicare qualcuno. » Le venne da ridere, ma era vero. Aveva fatto con lui le cose peggiori: tra furto d'auto e violazione di proprietá privata era un miracolo che non fosse ancora finita in riformatorio.

« Ci ho fatto sesso sul serio, a capodanno. Ero abbastanza fatto, mi sono accorto della sua faccia praticamente dopo averci scopato, e non sapevo lavorasse con Thomas. »
« Cosa? »
« Sei incazzata? » Quanto temeva il suo giudizio.
« No, cioè ora mi da fastidio quel commento ma anche io a capodanno stavo scopando con un altro, non è che possa dirti nulla. » Quelle parole furono per Cook una coltellata al cuore, lei non era gelosa, ma lui si, da morire. E adesso stava seguendo con la macchina la persona che più avesse paura potesse portargli via Gea, l'altro. Ci fu un momento di silenzio in cui lei si pentì di aver parlato con tanta leggerezza, ricordó il messaggio che le aveva mandato, doveva essere stato proprio male. E mentre lui si scopava un'altra pensando a lei, la mora stava facendo l'amore per la prima volta con il ragazzo dei suoi sogni. Che delusione sei stato, Turner. Provó a cambiare discorso. « Comunque io pensavo se la intendesse con il capo, per questo mi sembrava strano. »
Lui pigió sull'acceleratore, per stare dietro a quello scemo di Alexander. Perchè correva? « Cioè secondo te ha una relazione con Thomas? » Non era infastidito, eppure era del compagno della madre, che stavano parlando.

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